Pandemia da covid un anno dopo: cosa è cambiato per il mondo dello sport?

di Pietro Minardi

Era il 9 marzo 2020 quando in Italia iniziava quello che sarebbe stato ribattezzato come “lockdown“. Uno dei momenti più neri non solo per il nostro Paese, ma per tutto il mondo.

In quel periodo incominciava il momento dei bollettini di guerra giornalieri sul covid; delle raccomandazioni del Comitato Tecnico Scientifico e soprattutto delle restrizioni. Provvedimenti che hanno limitato diversi elementi del vivere comune e dell’economia.

SPORT DI BASE ED AMATORIALE

Tra i settori che hanno pagato il conto più salato sicuramente figura il mondo dello sport, in particolare quello di base. Se, infatti, per i tornei di alto livello e di interesse nazionale si è trovato un protocollo efficace che ha permesso di portare avanti le competizioni, anche se con calendari a volte stravolti, per la pratica dilettantistica è stato decisamente diverso.

Discorso diverso per gli amatori, per i quali si sono fatti certamente progressi. Lo scorso anno abbiamo assistito ad ordinanze regionali che, in certi casi, hanno addirittura vietato la classica corsetta sotto casa. Oggi si assiste a limitazioni più mirate e soprattutto per i periodi festivi, come il provvedimento emanato dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando qualche giorno fa. Normalmente infatti la corsetta o l’uscita in bici sono consentite, il che permette ai cultori degli sport di resistenza di poter continuare a portare avanti il proprio benessere psicofisico.

CRISI SENZA FINE PER LE PALESTRE

Tra le aree più danneggiate vi sono sicuramente le palestre, letteralmente massacrate da quasi un anno ininterrotto di chiusure. Non sono bastati gli adeguamenti delle strutture e le sanificazioni costate migliaia di euro. Nel momento in cui i contagi sono tornati a crescere è stata reimposta una nuova chiusura.

Saracinesche abbassate ormai da diversi mesi, con ristori che non sempre sono riusciti a coprire i costi fissi, in particolare per ASD e SSD. La didattica a distanza ha poi messo in discussione la pratica dell’educazione fisica, fra le materie che più di altre hanno scontato l’introduzione della modalità smart.

Una riflessione è quindi necessaria per il mondo dello sport, soprattutto pensando al DDL S992 sulla pratica dell’educazione fisica e motoria alla scuola primaria, che da oltre due anni giace tra gli scaffali delle commissioni del Senato, e alla crisi del mondo delle palestre che rischia di produrre “un’ecatombe” di professionisti del settore.