Arbitraggio femminile e tabù nel calcio

di Silvia Console

Con Stephanie Frappar, la prima a arbitrare una partita di Champions League maschile ( Juventus –Dinamo Kiev) potremmo affermare che vedere una donna arbitro ai più alti livelli del calcio mondiale non è più un tabù. È notizia di pochi giorni fa è che un altro sport catalogato come tipicamente maschile (per quanto non ci piacciano queste etichette… vedi articolo/intervista a Aurora Ferrari “sport e differenze di genere”) si sia arricchito di una presenza femminile: Clara Munarini, 31 anni sarà la prima donna ad arbitrare nel massimo campionato nazionale di RUGBY maschile.

claudia murani

Segnali di apertura dal mondo dello sport, che come ci piace ricordare, è lo specchio della società in cui viviamo. Quindi se da una parte assistiamo a passi in avanti verso la parità di genere, dall’altra dobbiamo giustamente ricordare quanto tempo e quante battaglie ci volute per ottenere questi risultati.

L’arbitraggio al femminile, in Italia, è datato 1979, quando Maria Grazia Pinna scese in campo, in pantaloncini neri, per arbitrare una partita amatoriale di calcio.In un’intervista di qualche tempo fa la Signora Pinna (oggi settantenne) ricorda:

“ La notizia del mio corso di formazione alla UISP, Unione Italiana Sport Per tutti, arrivò all’orecchio dei giornalisti della zona. E così, quando alla periferia di Firenze scesi per la prima volta in campo, c’erano almeno 200 giornalisti provenienti da tutta Italia”.

L’attenzione mediatica sulla prima donna arbitro fu alta sin da subito e non mancarono le critiche, le battute e i soprannomi. La chiamavano “ l’arbitro con il rossetto” ( nel migliore dei casi) ma Lei “ si faceva scivolare tutto addosso”;

Continua nell’intervista – Non me la prendevo e non ho mai pensato di rinunciare alla mia femminilità solo perché gli altri si scandalizzavano nel vedere una donna fare un mestiere da uomo!”

maria grazia pinna

Da quell’esordio passarono undici anni prima che una donna potesse accedere alla terna arbitrale di una partita ufficiale della FIGC; Paola Bazzoli, nel 1990 artitrò Cipolletto – Mocaiana, partita della categoria esordienti.

Paola Bazzoli

Questo breve excursus sulla storia dell’arbitraggio femminile ci porta fino a Fernanda Colombo “ l’arbitro più bello del mondo” che nel 2017 dichiara ( dopo essersi ritirata dai campi di gara):

“Di pregiudizi nel calcio ce ne sono tanti, e non riguardano solo le donne, ma anche le persone di colore, gli omosessuali, ecc.. è uno sport maschile che ritarda a trattare donne al pari degli uomini”.

E a proposito di tabù nel calcio, abbiamo appreso recentemente la notizia che ad arbitrare le partite di calcio in Europa ci potrebbe presto essere il primo arbitro transgender della storia. L’israeliana  ha fatto coming out rivelando di essere ora una donna transgender.

Chissà se il calcio italiano è pronto per questo passo…