SIAC Messina, indignazione per la retrocessione decisa dalla Divisione C5

di Redazione

Incredulità, amarezza e poi delusione. Sono stati questi i sentimenti provati dalla SIAC
Messina alla notizia della retrocessione in serie B comunicata dalla Divisione C5. Una
decisione che ha cancellato le regole stabilite ad inizio anno, che prevedevano la disputa dei
playout, e lo ha fatto per giunta a fine stagione, a giochi ormai fatti. Oltre all’aspetto sportivo, è
stato colpito quello umano, poiché la Divisione C5 del “nuovo corso” non ha tenuto in alcun
conto di aver lasciato per tre settimane, dopo l’ultima partita di campionato contro il Città di
Melilli, tutto incredibilmente in sospeso, proiettando giocatori, staff tecnico e dirigenza
biancazzurri verso un doppio impegno agonistico, resettato poi con una fredda nota.
La Siac nel frattempo si è allenata, con i costi derivanti, superando anche i problemi
determinati dall’impiantistica cittadina (il “PalaRescifina” è diventato un centro vaccinale).
La Siac Messina è fortemente indignata per la decisione assurda presa dalla Divisione C5
circa la retrocessione “a tavolino” sancita nella giornata di giovedì 13 maggio – dichiara, senza
troppi giri di parole il presidente Marco Ravidànon si capisce il perché del cambio in corsa
dei regolamenti dopo un’annata di sacrifici fisici ed economici delle società, che hanno dovuto
fare i conti anche con le mille difficoltà determinate dal covid-19. Dopo la cancellazione di una
squadra (New Taranto, ndr), credevamo che la disputa del play out contro il Cataforio fosse
un dato di fatto, nessun chiarimento diverso era mai pervenuto, visto che tra le due
formazioni non si era raggiunto il limite di 8 punti che lo avrebbe annullato. Poi di colpo tutto
è cambiato, penalizzando una città come Messina e la sua provincia in piena crescita nel calcio
a 5. Esprimiamo, quindi, con fermezza – conclude Ravidà – disapprovazione nei confronti di un
direttivo, che non ha evidentemente a cuore il destino dei club e valuteremo, nei prossimi
giorni, attentamente il da farsi”.