Vincenzo Nibali, l’Onore e il Rispetto (dimenticato)

di Giuseppe Ortale

La storia  del  grande  ciclismo  è  fatta di  grandi imprese e di giornate in cui tutto diventa nero e si arriva al traguardo con un pesante ritardo dal gruppo dei migliori.

Sul Monte Zoncolan, meno di una settimana fa, il nostro sicilianissimo Vincenzo Nibali andava incontro a una di quelle giornate in cui “le gambe non girano”; ad aspettarlo subito dopo la linea del traguardo i giornalisti “accreditati” che fanno a gara per fare le domande a Vincenzo.

Una su tutte colpisce per la sua grande inutilità: “e ora?”; Nibali accusa il colpo ma sorride. Chi non sorride è la moglie Rachele Perinelli che su Instagram si sfoga contro quei “tifosi” che tramite i social non utilizzano mezzi termini per il pre pensionamento dello squalo.

Quello stesso squalo che ha vinto 2 edizioni del Giro d’Italia, un Tour de France, una Vuelta Espana, una fantastica Milano – Sanremo. “Ma tutti voi che vi accanite con i risultati di Vincenzo: lo fate per puro piacere agonistico o perchè il rispetto in questa società è una cosa dimenticata? Non vince più? Allora va accantonato e offeso come d’altronde lo si fa con gli anziani, con i bambini diversamente abili e con le persone che in questa società hanno difficoltà. Dovremmo imparare ad apprezzare un atleta che ci ha portato tra i primi del mondo con fatica e coraggio, rinunciando a tutto e andando oltre i suoi limiti fisici”.

Queste le parole di Rachele. Eppure Vincenzo si allena duramente, cade, si rompe il radio del polso destro, riabilitazione e si presenta al via del Giro quando poteva, avendone i titoli, declinare l’invito e puntare direttamente a Tokyo 2021.

Non è bastato però per i tifosi, quei tifosi, che si nascondono dietro ad un nickname che forse non hanno amato il messinese neanche nel 2014; non serve niente, non servono le cadute, le fratture, il gelo, lo stare lontano dalla famiglia.

Rio 2016, Alpe d’Huez 2018 e Lugano 2021! Tre buoni motivi per continuare a sostenere il nostro campione, quel campione che ha dato lustro al nostro sport, quello squalo che oggi taglia l’arrivo di Sega di Ala sofferente. Una sofferenza dovuta alla caduta in discesa dal Passo di San Valentino; fatica a muovere il braccio destro e serviranno accertamenti.

Sembra non interessare a nessuno ma i nostri eroi sono uomini e 52 vittorie in carriera sono sempre cinquantadue vittorie a tutte le latitudini, davanti ad uno schermo, dietro una tastiera.