Tokyo, La gioia di Viviani per il Bronzo

di Redazione

Il ciclismo su pista azzurro regala un’altra medaglia allo sport italiano alle Olimpiadi di Tokyo e lo fa con il portabandiera alla cerimonia di apertura, Elia Viviani, nell’Omnium. L’atleta veronese sale sul podio olimpico di questa disciplina a distanza di cinque anni. Non era scontato, dopo il trionfo di Rio, perché il tempo passa per tutti e soprattutto perché la disciplina ha subito una trasformazione sostanziale: da sei a quattro prove, con una prevalenza per l’endurance.

Questa medaglia vuol dire tanto, anche per la reazione che ho avuto durante tutta la gara. Con lo scratch sono partito veramente male. Avevo qualcosa che non andava. Non avevo gambe per seguire l’attacco giusto, né la testa per sprintare nel finale. L’eliminazione è stata la svolta; ho trovato la determinazione e l’entusiasmo e la fiducia in me. Mi dispiace aver perso l’argento ma nel complesso il bronzo è veramente un grande risultato, visto come si erano messe le cose.”

“All’inizio ho avuto come un blocco mentale: non era facile dopo l’oro di Rio e forse ho pagato essere qui 15 giorni. Poi Marco Villa e Roberto Amadio mi hanno fatto notare che le gambe andavano, anche nelle prime due prove. Per fortuna che con l’eliminazione mi sono ritrovato. Sono stati due anni difficili, pieni di difficoltà, con problemi vari e risultati che non arrivavano. Mi auguro che questo bronzo sia il punto di partenza per un nuovo inizio.”

Sulla sua prestazione ha inciso anche il risultato del quartetto “Questo è un gruppo fantastico, in cui mi ritrovo alla perfezione. Ho ricoperto il ruolo di capitano con piacere, anche se alla lunga mi è pesato. Il successo di ieri mi ha caricato, nonostante ieri sera abbia dovuto cambiare camera per dormire un po’. Adesso guardiamo avanti. Sono convinto che io e Simone possiamo fare una bella gara (madison, ndr).”

MARCO VILLA – “Elia è partito male ed era bloccato, non lo riconoscevo. Dopo la prima prova gli ho parlato mentre era sui rulli. Non so se le mie parole sono servite, ma già alla seconda gara era diverso. Cosa gli ho detto in quei minuti? Di divertirsi, non lo vedevo spensierato. Nell’eliminazione poi ho rivisto il solito Elia, si divertiva ed aveva una bella gamba. Ad un certo punto mi sono accorto del marcamento tra i rivali ed abbiamo segnalato di attaccare per guadagnare il giro. Certo nel finale poteva essere argento, c’è un pizzico di rammarico, ma siamo fiduciosi anche per l’americana di sabato perchè Elia sta bene e Simone Consonni si è sbloccato”.