Nuoto in Sicilia: chi eravamo…
News17 Agosto 2021 - 16:43
Nuoto in Sicilia: Chi eravamo…
Iniziamo un percorso articolato in tre puntate, irto e non scevro da ostacoli di ogni genere, su quello che è stato, è, e potrebbe essere in futuro, il nuoto siciliano.
Parliamo ovviamente del nuoto agonistico in vasca e ci piace partire da quel che eravamo e come il nuoto in Sicilia sia stato influente nel panorama non solo nazionale, ma anche internazionale.
Scorrendo gli annali dei primati italiani in vasca lunga fino al 2000, gli unici siciliani presenti sono nei 1500 metri stile libero Sergio Alibertini, catanese 17’34 netti nel 1969, seguito dal compianto Vincenzo Finocchiaro, olimpionico a Monaco ’72, siracusano che nel 1972 scese fino a 17 minuti e un decimo, quindi nei 200 misti con l’attuale responsabile del SIT siculo, Salvatore Nania, catanese, che nel 1977 fece 2’12″8; in capo femminile l’unica atleta iscritta negli annali è Sabrina Seminatore, palermitana, olimpionica a Mosca 1980, nei 200 rana sempre presente dal 2’46″08 del 1977 al 2’37″92 del 1981 e nei 100 rana dal 1’13″36 del 1980 al 1’10″98 del 1983; quindi sempre da Palermo annoveriamo Valerio Giambalvo staffettista nella 4×200 stile libero a Seoul 1988.
Subito dopo nel 1995 ma in vasca piccola ecco che incontriamo Piermaria Siciliano, catanese, negli 800 metri stile libero con 7’51″84, olimpionico però nei 200 e 400 metri stile libero; poi è stata la volta di Luca Marin, vittoriese di Ragusa, quattro volte olimpionico dal 2004 al 2016, attuale primatista italiano dei 400 misti con 4’09″88 risalente al 2007, così come in vasca corta con 4’01″71 nel 2006, infine nessun primato italiano al suo attivo, ma tanti titoli italiani vinti nei 200 metri stile libero, olimpionico a Londra nel 2012 nella 4×200 metri stile libero per il catanese Gianluca Maglia, ultimo siciliano ad aver fatto parte della Nazionale A.
Pochi anche i siciliani che hanno potuto esser convocati grazie alle loro prestazioni nelle varie Nazionali Giovanili. In passato la Sicilia ha prodotto buoni talenti e atleti di elevato spessore tecnico, a livello giovanile sicuramente, con podi e prestazioni a volte eclatanti, ma poi senza dare seguito ad una buona continuità e progresso cronometrico, causando poi l’allontanamento e il ritiro dalle competizioni, spesso con la sensazione che non tutto il loro potenziale si fosse potuto esprimere.
Quello che sicuramente è mancato in passato è stato un buon effetto trainante, pur con le dovute eccezioni, da parte degli atleti di punta, nella collettività siciliana, spesso lasciandolo confinato alle singole Società.
Non conosco bene tutte le dinamiche societarie soprattutto relative ad un passato, per me, preistorico, ma ricordo bene, perchè c’ero, che dietro ad un Salvatore Nania, nuotatore di punta in Italia nei 200 misti, dietro c’erano tanti buoni talenti della Nuoto Catania che hanno scalato le graduatorie nazionali partecipando a Campionati Assoluti o a raduni collegiali delle Nazionali Giovanili, e non parliamo di uno o due, ma di almeno una decina.
Stessa cosa nella Poseidon di Piermaria Siciliano, crescevano e si affermavano atleti come Alessio Lainieri e Leandro Susinna, idem nella Cooperativa Terranova di Luca Marin con atleti come Giovanni Garofalo, Andrea Aronica, ed altri.
In pratica l’avere un atleta in Nazionale, stimolava sicuramente gli atleti della stessa Società di appartenenza, spesso solo fino a che non si trasferiva in qualche grossa Società extraregionale, ma non facendo sistema, non si creava un’onda lunga, un moto di emulazione ad ampio respiro che potesse coinvolgere l’intera comunità natatoria isolana.
Mettiamoci anche una certa diffidenza e una scarsa condivisione di programmi di allenamento o di scoperta e cura del giovane talento ed ecco che atleti precoci, e ne potremmo citare a decine, hanno soltanto sfiorato il panorama nazionale e di conseguenza quello internazionale, risolvendo la loro carriera in mesti ritiri o in un loro utilizzo a classifiche regionali societarie che poco hanno in comune con una corretta programmazione del talento.
C’è anche da dire, a parziale discolpa, che solo dalle fatidiche tre medaglie d’oro delle Olimpiadi di Sydney del 2000 con Rosolino e Fioravanti, il Settore Istruzione Tecnica della FIN si è dotato di schemi allenanti e sostegni a Società e Tecnici per la loro formazione volta ad individuare e crescere il talento giovanile.
In foto un recente allenamento in comune, ormai come atleti Master, tra Leandro Susinna, Salvatore Nania e Piermaria Siciliano.
Fine prima parte.