Elisa Balsamo nella storia del nostro Ciclismo

di Redazione

Elisa Balsamo regina delle Fiandre. La predestinata del ciclismo azzurro, dal sorriso coinvolgente e una determinazione ferrea, vince la volata della vita e regala all’Italia del ciclismo il terzo titolo iridato di un mondiale che assume sempre più i contorni di una cavalcata trionfale.

“Sono totalmente senza parole” dice la nuova campionessa del mondo dopo aver tagliato il traguardo di Leuven. E ancora: “Non posso crederci, è un sogno che si realizza dopo una stagione lunga come questa. Tutta la squadra è stata fantastica, mi ha permesso di battere una del livello di Marianne Vos. All’ultima curva ho soltanto pensato ad andare a tutta… mi sono presa questa maglia e indossarla per tutto il prossimo anno sarà un sogno. Ringrazio le mie compagne e tutto lo staff, è anche grazie a loro che sono arrivata fino a qui”.

Il pianto di Elisa subito dopo aver tagliato il traguardo, il suo ripetere incredula “che ho fatto… ma ho vinto?” consegnano agli annali una campionessa in grado di stupire per la forza delle sue volate e la semplicità con cui affronta la vita di tutti i giorni, tra allenamento e studio.

“A due chilometri si è formato il nostro treno, direi così, per caso. Ci siamo organizzate quelle che c’erano. La Longo mi ha detto, mettiti alla mia ruota e stammi dietro…”. Ai 200 metri la Longo Borghini fa per spostarsi; la cuneese la guarda e fa segno di no, non è ancora il momento. Sa che dietro ha Marianne Vos, campionessa di mille batteglie in solitaria come in volata. “Avevo paura di partire troppo presto. Poi, alla fine, di essere rimontata. Per non sbagliare ho dato anche il colpo di reni.” Nella descrizione c’è tutto il carattere di questa ragazza di 23 anni, che dimostra come i successi non nascono per caso, ma sono frutto di tanto lavoro. Sotto lo striscione ha ancora mezza bicicletta sulla Vos in rimonta. Più dietro, sul terzo gradino del podio, sale la Niewiadoma, un’altra che non fa sconti a nessuno su nessun terreno.

 Dino Salvoldi, con la voce rotta dall’emozione, esalta la prova di tutta la squadra: “E’ accaduto tutto quello che avevamo previsto. Non per questo si può dire che sia stato un successo scontato. L’Olanda si è dimostrata una formazione ricca di talento, ma oggi le azzurre si sono dimostrate superiori. Propongo di cambiare il protocollo delle premiazioni, invece di far indossare la maglia iridata solo al vincitore sarebbe giusto, mai come in questo caso, che la indossassero tutte”.