Consuelo Mangifesta, personalità del volley a tutto campo

di Alessandra Puglisi

Consuelo Mangifesta, leggenda e signora del volley italiano e internazionale. Una vita al servizio dello sport che l’ha resa grande, prima sotto rete come schiacciatrice e poi in veste di dirigente e commentatrice. Una campionessa, atleta e donna molto decisa e pugnace, come dimostrano le sue numerose vittorie in campo e gli innumerevoli progetti fuori campo.

Abruzzese doc, nata a Ortona, a cui è profondamente legata e dove inizia a giocare nel 1981, grazie alle capacità di persuasione e lungimiranza di Tommaso Giambuzzi, professore di educazione fisica della scuola media frequentata in quegli anni presso un istituto di suore da una giovane e già promettente Consuelo. Come per molti campioni, i primi passi nella pallavolo si compiono nelle palestre scolastiche con un entusiasmo inconsapevole e un talento innato che la conducono a giocare nella G13, la squadra della sua città di origine militante nel campionato di serie C e a lasciare definitivamente la danza classica coltivata per cinque anni.

Da qui la ragazzina di quasi un metro e ottanta brucia le tappe: a soli 14 anni lascia casa per esordire in serie B a Francavilla dove conquista la promozione in serie A2, ma la squadra si scioglie per problemi economici; nel 1984 gioca comunque in serie A2, al Volleyball Club Genova, troppo lontana da casa per una quindicenne un po’ ribelle, la più giovane della formazione; quindi l’anno successivo si trasferisce nella più vicina Volley Fano sempre in A2, dove resta fino al 1988, guadagnando la promozione e disputando da titolare il primo campionato di serie A1 nella stagione 1986-87. Arriva con un buon bagaglio di esperienza ma con tanta voglia di crescere ancora alla PVF Matera, nell’annata 1988-89, e qui rimane per tutti gli anni Novanta, lungo i quali colleziona una serie impressionante di titoli, che le valgono un palmares invidiabile. Mette in bacheca, tra il 1991 e 1996, quattro scudetti, tre coppe Italia e due Coppe dei Campioni, conquistate schiacciando palloni al fianco di formidabili compagne. La squadra della città dei sassi, nota prima come Calia Salotti, poi Latte Rugiada e dopo ancora Parmalat, comincia a pensare in grande e a investire su tutti i reparti ai fini di rafforzare la formazione lucana, che diventa una vera e propria corazzata. Basti pensare che il roster annovera l’americana Keba Phipps, la migliore giocatrice sul piano internazionale a quell’epoca, schiacciatrice opposta alla Mangifesta per una diagonale tra le più forti al mondo, e inoltre, la brasiliana Gisele Gavio, la centrale peruviana Gabi Perez De Solar, oltre a campionesse italiane affermate come la grande palleggiatrice Anna Maria Marasi. I successi arrivano anche grazie alla guida tecnica di allenatori esperti come Giorgio Barbieri e Massimo Barbolini, che hanno saputo curare e far esprimere al massimo tutte le atlete. Il decennio a Matera, in cui una Consuelo oramai matura e consapevole è protagonista, rappresenta una delle pagine più belle della storia pallavolistica italiana. In quegli anni gli occhi degli appassionati si spostano sorprendentemente più a sud, dove è risaputo sia più difficile fare pallavolo ad alti livelli; la società dell’allora presidente Salvatore Bagnale dà lustro in Europa a Matera, come capitale del Volley, ancora prima che la stessa diventi capitale europea della cultura. Negli anni che vanno dal 1990 al 1995 Consuelo Mangifesta veste 85 volte la maglia azzurra, partecipando a un Europeo e a un Mondiale, ma negli anni in cui, tuttavia, la nostra Nazionale non esprimeva un livello altissimo e resta un pizzico di rammarico per non aver raggiunto mai risultati rilevanti in questo contesto.

Nella stagione 1998-99 passa alla Sirio Perugia, dove vince una Coppa Italia e in cui mister Barbolini, consapevole delle sue consolidate doti ricettive e difensive, le chiede di fare il libero senza, però, fare i conti con la foga agonistica tipica di un attaccante puro. Nel dicembre 1999 continua la sua carriera di schiacciatrice e passa in prestito al Tortoreto, in Serie A2, per tornare poi nella squadra umbra per il campionato 2000-01. Nella stagione 2001-02 viene ingaggiata dal Vicenza, aggiudicandosi la Supercoppa italiana, ma nel mese di novembre si trasferisce in Spagna nel Tenerife, con il quale si aggiudica un campionato spagnolo e una Coppa della Regina. Nella stagione 2002-03 torna in Italia con la maglia del Modena, ma nel mese di novembre viene nuovamente ceduta, questa volta al Volley 2000 Spezzano, suo ultimo club di massima serie. Chiude la carriera in B ad Alba all’età di 36 anni.

Il ritiro dalla pallavolo agonistica è una scelta difficile, maturata forse in modo inquieto dalla Mangifesta che ha vissuto il campo in maniera sempre molto appassionata e totalizzante. Dopo qualche parentesi da dirigente in varie squadre, nel 2006 Consuelo riceve una chiamata provvidenziale per ricoprire un ruolo che si rivelerà calzarle a pennello e in cui avrà modo di riversare tutto il suo amore e il suo entusiasmo per questo sport. Il giornalista Jacopo Volpi, storica voce RAI, che l’aveva più volte intervistata nel corso della carriera, le propone di affiancare il telecronista Francesco Pancani per il commento tecnico al Mondiale in Giappone, in cui l’ex pallavolista riesce bene e si diverte. Da qui si apre una carriera da commentatrice e opinionista RAI, presente e piacevole in tutte le maggiori manifestazioni di campionato e della Nazionale di pallavolo femminile e capace di trasmettere tutte le emozioni di uno sport che è stato la sua vita per tanti anni. Si fa apprezzare per il linguaggio brillante e coinvolgente e insieme per i suoi commenti schietti e diretti. Le spiccate capacità comunicative le valgono la nomina, da parte dei vertici della Lega Pallavolo Serie A, guidata da Mauro Fabris, a Responsabile Relazioni Esterne, Eventi e Comunicazione della stessa Lega femminile, ruolo che riveste dal 2008 con dedizione e dinamismo.

Dentro e fuori dal campo, Consuelo Mangifesta ha sempre lasciato un segno forte, contraddistinguendosi per la spiccata personalità e la grinta travolgente, tradottisi talvolta in comportamenti sopra le righe, ma sempre senza tradire sé stessa. In una recente intervista di sé ha detto:” Una donna molto determinata con dei valori ben radicati: onestà, amicizia e trasparenza. E con delle fragilità sulle quali sto lavorando”.