È morto Vito Chimenti, bandiera rosanero. Palermo piange

di Valentino Sucato

È morto di domenica, in uno spogliatoio. Come forse avrebbe immaginato di morire. Ma la domenica e lo spogliatoio per un calciatore sono come un paradiso sulla terra. Vito Chimenti se n’è andato così in una maledetta domenica di gennaio nella sua Matera. E Palermo piange. Tanto. Vito Chimenti è il simbolo del Palermo, nonostante abbia giocato solo due stagioni in maglia rosanero. Pochi, pochissimi mesi. Eppure a Palermo è ricordato come se fosse rimasto per un decennio. Ed è questa la prima stranezza: eppure i palermitani lo amavano e lo continueranno ad amare. Forse perché rappresentava l’anima di una città che si innamora di coloro che riescono a regalarle un sorriso, una gioia. Come Chimenti pochi.

A scalzarlo ci provò un altro grande quel Giovanni De Rosa che stasera forse avrà già incontrato. Chimenti, come pochi altri, ad esempio Montesano, è stato il giocoliere, per aver inventato quella giocata “la bicicletta” difficile da descrivere ma anche da realizzare. Il 28 agosto 1977 si giocava una gara di Coppa Italia a Palermo, arrivava il Napoli di Savoldi. Finì 2-3 con una doppietta di Vito e una bicicletta che fece impazzire il pubblico. Un giocata forse infantile finalizzata al puro divertimento, forse barocca, per demolire un avversario scavalcato da una traiettoria a sorpresa. Quel pomeriggio vittima della bicicletta fu il napoletano Catellani. Poi in un Palermo-Monza toccò all’ex milanista Anquiletti a subire quel trattamento. Il Palermo lo aveva preso dal Matera. A Palermo esplose: in due stagioni realizzò 32 gol, di cui tre in Coppa italia. Dopo quelli citati il gol forse importante quello realizzato a Napoli in finale di Coppa Italia contro la Juventus vinta dai bianconeri per 2-1 ai supplementari. Ebbene in quella gara Vito Chimenti riuscì a sorprendere la difesa juventina dopo cinquanta secondi battendo Zoff. Sorprese anche la Rai: la partita era iniziata na la rai era ancora impegnata con il telegiornale proprio mentre Giampiero Galeazzi parlava di quella partita. Che gioia! Poi purtroppo sappiamo come andò a finire. Altra coincidenza: Vito è morto nel giorno in cui il Palermo batte l’Ascoli. Proprio all’Ascoli, nel campionato 1977/78, Chimenti segnò uno dei suoi più bei gol alla Favorita, quell’Ascoli di Renna che tutto il mondo stupì ma che a Palermo non vinse per merito di Vito.

Mauro Di Cicco, Valentino Sucato, Valerio Majo, Vito Chimenti

Vito tornava spesso a Palermo. È venuto per la gara Amarcord voluta dal presidente Mirto. In quella gara indossò la maglia rosa e salutò i tifosi con la mano poggiata nel cuore. Tanta roba. In un’epoca in cui il calcio è business e non esistono bandiere, Chimenti rappresenta il calcio tutto sentimenti, definitivamente finito. Chimenti questa sera si porta tanto dolore. Palermo lo amava tanto. Adesso lo aspetta la nuda terra che speriamo abbia un prato verde. E ci auguriamo che qualche mano pietosa possa depositare una maglia rosa prima che si chiuda la bara. Lo merita. Lo meritiamo, perché lo abbiamo amato, tanto, tantissimo.

Ciao Vito, grazie di tutto. Riposa in pace