Attacco spuntato e centrocampo privo di idee, il flop tattico del Palermo a Bari

di Pietro Minardi

E’ un risveglio difficile per i tifosi del Palermo. I supporters rosanero si sono dovuti accontentare del punticino rimediato nello 0-0 di ieri contro il Bari, nel match valevole per la prima giornata del campionato di Serie B. Un risultato sul quale i tifosi ci avrebbero messo la firma prima del match ma che, per come si è messa la sfida dello stadio San Nicola, li lascia con l’amaro in bocca.

A BARI OCCASIONE SPRECATA

L’occasione era ghiotta. I padroni di casa sono rimasti in dieci già al quinto della ripresa, per il rosso diretto rimediato da Maita per un brutto fallo su Vasic. Inferiorità numerica addirittura raddoppiata nell’episodio del minuto 63, quando Di Cesare stende in area Brunori rimediando il secondo giallo della sua gara. Oltre mezzora a disposizione per sbloccare il risultato con due uomini in più in campo. Ma il punteggio è rimasto fermo sullo 0-0. In mezzo una evidente penuria di idee e di azioni offensive degne di nota. Nel frattempo, i rosanero non riescono a sfruttare nemmeno i favori della dea bendata, divorandosi anche un rigore con Di Mariano, poco freddo dagli undici metri ieri sera.

TROPPI CROSS, POCHE TRAME PALLA A TERRA

Il tempo per portare a casa i tre punti c’era, ma il Palermo non ci è semplicemente riuscito. La squadra di Corini gioca una partita opposta rispetto a quella che avrebbe dovuto fare. Alle triangolazioni palla a terra, i rosanero hanno preferito i cross dalle fasce, sbattendo a più riprese sulla solida difesa di mister Mignani. Brunori ha predicato da solo nel deserto dell’attacco, non assistito nè da Di Mariano nè da Insigne e supportato soltanto nel finale da Soleri, inserito troppo tardi visto come si era messa la partita. La torre del reparto offensivo viene inserita infatti soltanto a quindici minuti dal novantesimo. E l’attaccante ex Padova è sembrato essere l’unica vera arma affilata dell’attacco siciliano in questo inizio di stagione. Anche nella partita di ieri, entra in tutte le poche azioni offensive dai rosanero. In un contesto nel quale i rosanero dovevano praticamente giocare a porta romana, gli uomini di Corini riescono ad effettuare due soli tiri verso la porta di Brenno: la palla svirgolata da Brunori al minuto 87 (azione nella quale l’italobrasiliano ruba peraltro il tempo a Soleri) e il gol annullato dal VAR al minuto 100′ per un fuorigioco millimetrico dello stesso attaccante italo-brasiliano. Poco, troppo poco per una squadra che ambisce alla Serie A.

BENE CECCARONI, MALE MATEJU

La squadra di Mignani ha avuto modo di dimostrare la sua forza nel match di ieri nel primo tempo. Sibilli e compagni hanno messo in croce in più occasioni la retroguardia rosanero. Una difesa apparsa in debito d’ossigeno in diversi frangenti, in particolare sul fronte destro. Mateju ha giocato l’ennesima partita sottotono della sua esperienza in rosanero, soffrendo le incursioni di Diaw prima (uscito per infortunio) e Sibilli poi. Troppo distante dall’avversario diretto, fatica a chiudere sulle diagonali, costringendo Lucioni ad un doppio lavoro decisamente logorante. Molto meglio, dall’altro lato, Ceccaroni. Il difensore centrale, adattato terzino a causa dell’assenza di Aurelio, gioca una signora partita, limitando al minimo le incursioni di Dorval. Una delle poche note liete in una serata decisamente a tinte scure per i rosanero.

LE DISCUTIBILI SCELTE TATTICHE

E proprio l’assetto difensivo mantenuto nel secondo tempo è una delle cose che fà riflettere della sfida di Bari. Nel momento in cui il Palermo è rimasto avanti di due uomini, non si capisce il motivo per il quale Eugenio Corini non abbia deciso di avanzare gli esterni sulla mediana, passando a tre dietro. Ciò vista anche l’evidente carenza di terzini di ruolo. Invece, il tecnico ha preferito un 4-2-4 rivelatosi confusionario, inserendo Buttaro (ottima prestazione la sua) e Mancuso (ancora una volta insufficiente) a metà ripresa, aggiugendo in seguito Valente, Saric e Soleri, lasciando invece fuori un uomo di fosforo come Damiani. Nemmeno il cooling break è stato sufficiente a Corini per impartire un semplice ordine: allargare le maglie della difesa biancorossa in un campo largo come il San Nicola, per sfruttare triangolazioni ed inserimenti palla a terra. Ed invece il Palermo ha continuato a proporre cross senza convinzione. Anche i subentrati non hanno inciso nel match. Molto male Valente, apparso lontano parente di quello visto nella prima parte della scorsa stagione, e Saric, il quale è sembrato molto appesantito palla a terra. Nemmeno Gomes sembra essere al top della forma.

DIECI GIORNI PER SUPERARE I PROPRI LIMITI

La squadra non è riuscita ancora a superare i limiti visti nella passata stagione. Avrà dieci giorni di tempo per farlo, vista la pausa forzata imposta dal calendario (il Palermo non giocherà la seconda di campionato in attesa della sentenza della giustizia sportiva sul caso iscrizioni). La squadra di Corini rientrerà in campo nella trasferta contro la Reggiana. Dieci giorni di tempo in cui dovranno arrivare risposte dal mercato e della panchina. Se il Palermo vuole puntare alla Serie A, deve fare molto di più.