E’ il day after di Palermo-Spezia. Una partita tribolata che i rosanero riprendono all’ultimo secondo, anzi, nel recupero del recupero. La punizione realizzata da Leo Stulac al minuto 104′ è stata come un’iniezione di adrenalina per i 28.000 supporters presente allo stadio Renzo Barbera e per il tecnico Eugenio Corini. Ma l’allenatore del Palermo dovrà riflettere su diverse cose dette dal campo ieri. A cominciare dai subentrati. Mancuso e Soleri si confermano in un ottimo stato di forma e meriterebbero maggiore spazio in questo frangente della stagione. Male invece l’asse di destra, con Mateju ed Henderson apparsi ben più che insufficienti nel match di ieri. Ma a finire sotto la lente d’ingrandimento è soprattutto l’arbitraggio del direttore di gara Forneau, in particolare della sua gestione del VAR negli episodi relativi ai due rigore non concessi al Palermo.
Partiamo da quello che ha detto il campo, come sempre sovrano di ogni partita. Il Palermo ha faticato dannatamente nel primo tempo. Lo scacchiere tattico con cui Alvini ha schierato il suo Spezia ha mandato in tilt le fascie rosanero. Lund a sinistra e Mateju a destra hanno fatto fatica sugli attacchi di Elia e Reca, quest’ultimo a segno nel primo tempo con un destro a giro che beffa un poco reattivo Pigliacelli sul secondo pallo. Ma il problema riguarda il come è arrivata la rete del vantaggio ligure. Henderson, peggiore in campo ieri sera, perde un pallone sanguinoso a centrocampo. Dal successivo contropiede Reca punta Mateju, lo salta e segna. Un gol che appare la fotocopia delle reti subite, sempre dal lato di Mateju, con il Cosenza prima e con il SudTirol poi. Fatto che apre una riflessione sul terzino destro, al momento comunque senza ricambi di ruolo visto l’infortunio di Alessio Buttaro. Il terzino romano dovrebbe riprendersi ad allenare in gruppo fra qualche giorno ma, prima di rivederlo al 100%, servirà ancora del tempo.
I rosanero si svegliano soltanto nella ripresa, più di cuore che di testa. Fatto confermato soprattutto dal nervosismo che regna in campo. I reparti sembrano scollegati. Gomes è un ottimo interditore ma non sembra avere le skills necessarie per muovere il pallone in cabina di regia. E se ad impostare sono i due centrali, non si può che faticare in fase d’impostazione. La supremazia sulle fasce dello Spezia frutta poi lo 0-2 agli ospiti di Esposito, servito al bacio dall’ex Elia, applaudito dal pubblico rosanero all’uscita dal campo. Ma quando tutto sembrava finiti, i subentrati rosanero fanno la differenza. A riaprire l’incontro é Mancuso, bravissimo a trafiggere Dragowski in uscita con una estirada in caduta che si insacca sul secondo palo. A quel punto, Corini mette in campo Aurelio, Stulac e Soleri. La partita del Palermo inizia a cambiare. I rosanero iniziano ad avere una marcia in più a sinistra, complice anche la stanchezza che inizia ad affiorare in campo e che si è manifestata tutta nei crampi di Reca e Di Francesco. Una tenacia che viene premiata nel recupero, anzi praticamente nell’over time.
A segnare il gol del pari è Leo Stulac, freddo come la lama di un coltello in un finale reso tribolato da un arbitraggio decisamente rivedibile. La conduzione del direttore di gara Forneau è stata infatti decisamente rivedibile. Elemento che si è manifestato in più occasioni durante il secondo tempo ma, in particolare, nell’occasione dei due rigori negati al Palermo. Nel primo episodio, Brunori viene toccato sul piede d’appoggio da Bertola, già ammonito. Per l’arbitro non è rigore. Forneau fa quindi una valutazione dal campo sull’entità del contatto. Poi però viene richiamato dal VAR e decide di andare a rivedere l’episodio. In questo caso, secondo protocollo, avrebbe dovuto prendere atto del contatto e del conseguente danno procurato, concedendo il penalty. E invece, l’arbitro rientra in campo e dà la rimessa dal fondo. Fatto che, sullo 0-1, ha condizionato evidentemente l’incontro.
L’altro episodio avviene invece in pieno recupero. Protagonista dell’accaduto è ancora Bertola, il quale abbatte Soleri a pochi passi dall’area. Forneau questa volta indica il dischetto del rigore. Ma di nuovo interviene il VAR e lo salva dall’errore. Il problema è sempre di protocollo. La concessione del rigore si basa su una valutazione geografica del direttore di gara, il quale non era allineato con l’azione, così come il suo assistente. Un errore simile a quanto visto in Sassuolo-Lazio qualche giorno fa con l’espulsione, poi rivista, di Provedel. Forneau, invece di attendere il VAR, decide di assegnare la massima punizione. Ma l’incredibile avviene dopo. Dopo aver rivisto l’azione al VAR, Forneau rientra in campo e concede la punizione e, solo a quel punto, espelle Bertola infliggendogli un secondo giallo che sarebbe dovuto arrivare ben prima. Ma, nell’occasione specifica, il difensore dello Spezia andava espulso prima del consulto al VAR. Come è noto infatti, il VAR non può intervenire per assegnare cartellini gialli, ma solo rossi. Insomma, una conduzione di gara rivedibile e sulla quale il designatore Rizzoli dovrebbe fare una riflessione.