Due siciliani al College grazie al nuoto. “Ci manca il cibo, qui allenamenti e gare no stop”

di Simone Milioti

Da Catania alla lontana America Andrea Savoca e Aurelia Barbagallo, nuotatori della Sicilia Nuoto, hanno compiuto questo importante passo per il loro futuro. Le loro scelte sono maturate in modi e tempi diversi ma adesso il primo si trova a La Salle di Philadelphia, studia Biologia e competerà nella Division 1, mentre la seconda ha realizzato il suo sogno newyorchese, studia Economia al College di Staten Island e nuoterà in Division 2. Se per Savoca, uno dei migliori talenti siciliani più volte a medaglia nelle competizioni nazionali, la scelta è stata presa da più tempo anche per migliorarsi a livello sportivo, per Aurelia in realtà il nuoto è stato un mezzo, lei stessa conferma che i suoi crono non fossero eccezionali, ma nel momento in cui aveva questo desiderio di fare un’esperienza fuori, in questa primavera mentre terminava la maturità, sono stati ottimi per proporsi e ottenere una borsa di studio sportiva. “Il messaggio che deve passare è che si deve andare oltre il nuoto e dal nuoto stesso si può ottenere un futuro migliore per i ragazzi” ha detto Angelo Savoca, tecnico di Aurelia e Andrea, di quest’ultimo è anche il padre. Entrambi a loro volta hanno avuto un pensiero per il loro tecnico: “Papà – dice chiaramente Andrea – credo sia triste avendo suo figlio lontano ma anche contento. Se mi hanno corretto qualcosa? No papà ha lavorato benissimo, gli allenamenti di velocità in America sono simili ai nostri”; “molti allenatori spesso fanno di tutto per non far andare via i propri atleti, Angelo invece ha voluto fortemente aiutarmi a rincorrere questo sogno e – spiega un po’ divertita Aurelia – ha promesso di distruggermi di allenamenti, per il mio bene, quando tornerò”.
I due si stanno ambientando bene in America e stanno soprattutto scoprendo un nuovo mondo fatto di allenamenti e gare a ritmo serrato, in questa fase disputano i Meet con altre università, più avanti ci saranno le gare di Conference a dicembre e poi le finali a febbraio, ci spiegano, tra fine febbraio e inizio marzo le finali NCAA, ma lo stesso Andrea ci spiega che sarà dura qualificarsi anche per lui. Dopo non avranno più gare lì, ma con tutta probabilità continueranno ad allenarsi, parallelamente allo studio, per arrivare pronti alla stagione estiva italiana. Le squadre contemplano sia nuotatori che tuffatori, ci si può allenare per un massimo di 20 ore settimanali da regolamento NCAA e ovviamente bisogna mantenere una media del B-, un po’ il nostro 7,5 ci spiegano.
Andrea Savoca lo conosciamo meglio, detiene diversi record regionali nella rana, ed è specializzato nelle distanze più corte dei 50 e 100 metri, il suo allenatore americano lo ha subito soprannominato “the Italian Stallion” in onore alla sua italianità che condivide con Rocky e ha promesso di portarlo presto alla famosa scalinata lì a Philadelphia. Aurelia Bargaballo è portata per tutti gli stili infatti fa i misti e gare individuali a farfalla, rana e stile libero, in queste prime settimane alternando le gare la stanno provando un po’ in tutte, recentemente nell’ultimo Meet ha gareggiato nella rana e nei misti sulle distanze di 100 e 200 yard.

L’intervista doppia a Savoca e Barbagallo

Come siete arrivati in America? Quali sono le scelte che avete fatto?
Aurelia Barbagallo: “Per me inizia tutto a febbraio, sto finendo il quinto e penso che vorrei fare un’esperienza fuori. Angelo (Savoca tecnico della Sicilia Nuoto, ndr) parlando coi miei genitori di università gli dice che ci sarebbe la possibilità di una borsa di studio fuori, sfruttando il nuoto e quindi continuando a praticarlo. Ci affidiamo ad un’agenzia e mi arrivano diverse proposte, più di quelle che pensavamo in realtà. Alla fine ho scelto New York perché ci ero già stata e mi ero follemente innamorata di questa città, ogni cosa che vedo rimango a bocca aperta”.
Andrea Savoca: “La mia scelta la faccio già da ottobre scorso, attraverso l’agenzia College Life prendo contatto con diverse università e sento molti coach e soprattutto atleti per capire come si vive, questo è stato importante”.
Una delle differenze tra le nostre piscine e quelle che avete trovato lì sono le vasche in yard e non più in metri, come avete vissuto il cambiamento?
Aurelia Barbagallo: “Noi in realtà abbiamo la piscina da 25 metri ma col pontone diventa 25 yard. Io cerco, come facevo sempre, di confrontarmi con i miei tempi e quindi in questo momento tramite un sito cerco di convertire i tempi. Non è facile e comunque il primo allenamento mi veniva da ridere sbagliavo sempre la virata, non avevo le misure. Anche le bandierine per la virata a dorso sono a 5 yard, in Italia facevo quattro bracciate in America la prima volta ho preso il muro”.
Andrea Savoca: “All’inizio ero un po’ stranito, la senti che è più corta la vasca, ti ci abitui col tempo ma ci fai sempre caso. Per il resto hanno vasche in metri ma direttamente da cinquanta”.
Avete trovato differenze nei metodi di allenamento o comunque nell’aspetto sportivo?
Aurelia Barbagallo: “Le gare sono diverse, in Sicilia siamo abituati a farne una al mese, qui io praticamente ho gareggiato ogni settimana. Facciamo questi Meet contro un’altra università, sempre diversa. In Sicilia erano magari 6 gare su più giorni, qui facciamo tutte le gare in quattro ore e ci sono anche meno atleti, si sfidano solo due squadre e non completiamo neanche le otto corsie, ne finisco una e quasi devo rituffarmi subito, non ci sono le serie che un minimo di riposo lo davano”.
Andrea Savoca: “Come tipologia di allenamento qui non c’è riposo, praticamente nullo tra gli esercizi e pochissimo nelle gare, lo fanno perché ti abituano a quella tipologia di fatica. Sento che il mio corpo è stanco ma già sento che avrei ancora energie. L’obiettivo a cui puntano è riuscire a gareggiare e dare il massimo ogni 5 minuti. Io avverto anche la differenza con l’acqua, poi facciamo riunioni in cui utilizziamo molto i video degli allenamenti e delle gare e facciamo sedute specifiche per correggerci. Il Meet in realtà è come un grande allenamento: riscaldamento di un’ora, poi le gare tutte attaccate, e nuovamente in acqua. Tutto questo senza scaricare, si scarica molto meno rispetto a noi in Italia, sicuramente lo faremo per le gare più importanti di dicembre e poi febbraio”.
Riguardo le strutture e i servizi a disposizione invece?
Aurelia Barbagallo: “A me piace la piscina in cui ci alleniamo, è alta due piani e quindi non ti senti accupare e c’è molta visibilità perché hanno i vetri nella parte più alta e quindi è ben illuminata, mentre in altre che avevo visto erano più basse e anche interrate. Molto più buie e sembravano più piccole con un rumore assordante. Noi ci alleniamo al mattino e al pomeriggio quando è chiusa al pubblico e quindi abbiamo tutte e otto le corsie per noi”.
Andrea Savoca: “In America lo sportivo universitario è un piccolo gioiello. Il coach ti chiede costantemente come stai, abbiamo fisioterapista e mental coach sempre a disposizione. Facciamo tutti i controlli possibili ad ogni minimo dolorino, anche se rispetto alla Sicilia lavorano meno con i macchinari. Poi c’è il bagno ghiacciato e dopo un allenamento fare una doccia calda e poi un bagno ghiacciato ti fa sentire rinato”.
L’ambientamento con il nuovo Paese e lo studio come procedono?
Aurelia Barbagallo: “Il mio Major è Economia, si studia in modo diverso e poi abbiamo la giornata dedicata agli sportivi in cui abbiamo la priorità di scegliere i corsi in modo da non farli sovrapporre con allenamenti a cui non possiamo mancare. Con la lingua mi aiuto con i ragazzi internazionali come me, ma sono tutti disponibili a darmi una mano e spiegarmi magari dei termini che sono più corretti da usare. Molte frasi di uso comune siciliane come i proverbi anche se tradotte lì non hanno senso, loro in compenso hanno problemi a pronunciare il mio nome, pronuncia della R, della A e della E diverse, così nel dubbio io mi giro sempre”.
Andrea Savoca: “All’inizio devi abituarti con la lingua poi diventa più semplice, rispetto ai corsi di studi in Italia facciamo un sacco di pratica. Nel mio Major di Biologia ad esempio facciamo tanto laboratorio e mi piace un sacco, perché il professore spiega giusto due cose alla Lim e poi passiamo ore a fare esperimenti, stiamo poco tempo sulla teoria e poi ci fa vedere nella pratica. Per il resto è esattamente come nei film, hai il tuo armadietto col nome, abbiamo una specie di card per entrare negli edifici de campus, codici per accedere agli spogliatoi”.
La vostra routine?
Aurelia Barbagallo: “Normalmente ho lezioni la mattina dopo l’allenamento e devo dire che sono fortunata alcuni hanno orari improponibili. Solitamente allenamento dalle 7 alle ore 9, poi dalle 10 iniziano lezioni, abbiamo due volte a settimana l’allenamento doppio al pomeriggio. Io tra l’altro qui lavoro anche come bagnino proprio dentro la piscina dove mi alleno. Solitamente preferisco fare tutto la mattina quando non ho lezione, in questo modo incastro le cose e preferisco concentrarle in modo da riposarmi la sera”.
Andrea Savoca: “Sveglia alla sei del mattino, dalle 6:30 un’ora di palestra e poi un’ora in acqua con un allenamento di tecnica: tuffi, virate e potenza con macchinari e pesi. Dalle ore 9:30 inizio i corsi mentre l’allenamento del pomeriggio è o dall’una alle tre o dalle tre e mezza alle cinque e mezza. Avrei la possibilità mettendomi d’accordo col coach di farlo anche la sera dalle sette alle nove ma sarebbe dopo la cena che è alle 18 e poi preferisco allenarmi col gruppo”.
C’è qualcosa che vi manca in particolare?
Aurelia Barbagallo: “Carne di cavallo! Sicuramente il cibo, io vado a mensa a colazione e a pranzo quando ho i doppi, per il resto la maggior parte delle volte e quindi anche a cena mi cucino in dormitorio. Sono stata in ristoranti italiani ma credo che davvero potrei fare meglio io che non so cucinare. A parte questo ovviamente i miei cari, penso a mia nonna, e penso anche che a Catania ho lasciato un allenatore che mi è rimasto nel cuore e un gruppo che tutt’ora sento e a volte mi fanno commuovere per quello che mi scrivono. Per lo studio sono contentissima di essere qui, in Italia è più stressante, ovviamente c’è la lacrimuccia che scende per le persone che mi mancano ma arrivare qui era il mio sogno”.
Andrea Savoca: “A parte la mia famiglia? Il cibo! Nel mio college non è così tanto male, ma passare da quello che mi cucinava la nonna alla mensa è dura. Io non mi faccio problemi a mangiare, sono un pozzo senza fondo però ogni tanto mi viene voglia di un bel piatto di pasta, una caponatina o del pesce spada”.
Quando è previsto il vostro ritorno?
Aurelia Barbagallo: “Tornerò a Natale per tre settimane e dovrò continuare ad allenarmi perché al mio rientro dopo l’Epifania avrò già gare il 10 gennaio. Dopo le gare di febbraio, che chiudono la stagione americana, Angelo mi ha detto di continuare ad allenarmi così potrò fare le gare estive in Sicilia”.
Andrea Savoca: “Io non tornerò a Natale perché non voglio perdere troppo allenamento, quando vivevo in Sicilia era il periodo in cui facevo più carichi. Sicuramente tornerò al termine dell’anno accademico a fine maggio, non è neanche semplice praticamente tra viaggio e fuso orario ci vuole un giorno intero”.