Le gambe non girano, troppi infortuni in casa Palermo

di Pietro Minardi

Le gambe non girano, anzi sono decisamente fragili. E’ un periodo nero in casa Palermo, non solo per i risultati alquanto deficitari ma anche per la condizione atletica degli uomini di Eugenio Corini. Se nella partita contro il Cittadella non mancano gli spunti negativi, tanto da scatenare una sonora contestazione dell’intera piazza, quello del fiato è certamente un elemento da non sottovalutare. Anzi, è forse uno di quelli che ha maggiormente scontentato i tifosi. Squadra sulle gambe che, dopo il 75′, ha praticamente mollato. Il Cittadella, va detto, ha praticamente giocato a porta romana, trovando il meritato gol del vantaggio al minuto 97′ con Pandolfi, salutato dagli applausi sarcastici dell’intero stadio Renzo Barbera, i cui tifosi hanno poi rivolto sonori fischi all’intera squadra siciliana.

Stato di forma deficitario

Una condizione precaria che ha già evidenziato i suoi problemi nelle precedenti partite. Quattro punti nelle ultime cinque partite, con finali di gara o interi spezzoni di partita giocati sotto ritmo e soffrendo gli avversari di turno. Se con il Cittadella gli zero tiri in porta sono già un dato rilevante dell’apice negativo di condizione, anche con il Brescia i rosanero non hanno di certo brillato, nonostante sul loro cammino ci fosse una squadra in crisi d’identità e di risultati. Andando più indietro, a Genova contro la Samp lo spartito non è stato poi così diverso. La prima occasione pericolosa dei rosanero arriva in pieno recupero con Mancuso. Prima, praticamente, quasi il nulla, con i blucerchiati capaci di schiacciare i rosanero sotto il profilo atletico. Anche con il Lecco c’è stato un netto calo fisico dalla metà del secondo tempo in poi. Solo con lo Spezia, nelle ultime cinque gare, i rosanero hanno dimostrato di poter riuscire a fare qualcosa, più con l’aspetto mentale che con le gambe. Fatto sancito anche dalla lunga serie di infortuni che ha colpito i siciliani dall’inizio del ritiro fino ai giorni nostri.

I primi infortuni nel ritiro, Buttaro la serie del campionato

La lunga sfilza di infortuni inizia già nel ritiro. L’elenco inizia con Mateju, poi qualche piccolo inconveniente per Valente e Vasic. Il primo stop vero e proprio è però quello di Giuseppe Aurelio. Il terzino sinistro, lo scorso 26 luglio fu costretto a fermarsi per un sovraccarico muscolare al retto femorale destro. Rientrò solo a Reggio Emilia, saltando la prima di campionato contro il Bari e il match di Coppa Italia contro il Cagliari. Ad aprire la sequela dell’infermeria rosanero in questo campionato di Serie B è invece Alessio Buttaro. Il 28 agosto scorso il terzino ha riportato un trauma distorsivo alla caviglia con lesione del legamento del muscolo popliteo. Uno dei principali fasci coinvolti nella stabilità del ginocchio. Uno stop lungo due mesi e terminato soltanto prima della sfida contro la Sampdoria.

Lungo stop per Valente e Di Mariano

A continuare la lunga lista di infortuni è Roberto Insigne, costretto a fermarsi dopo il suo primo e ultimo gol in campionato nella sfida contro la FeralpiSalò. Per lui si parlò di una lesione di primo grado all’addutore lungo della coscia destra. Rientrò in gruppo il 19 settembre, dopo oltre due settimane di stop. A seguire ci fu il sovraccarico muscola per Nicola Valente. Qualche giorno dopo, in seguito ad approfondimenti medici, lo staff rosanero evidenziò una lesione miotendinea di primo grado dell’addutore destro. L’esterno offensivo starà fuori oltre un mese, per poi rientrare in campo nell’ultima vittoria rosanero contro il Brescia. Cinque giorni dopo, ovvero il 25 settembre, a fermarsi è Francesco Di Mariano. Per lui lesione del muscolo semimembranoso, ovvero uno dei fasci che si occupa della flessione della gamba. Anche per lui oltre un mese di assenza. Dopo la seconda pausa nazionali, è ancora il turno di Aurelio. Il terzino, pur essendo rimasto fra i convocati, ha dovuto far fronte ad un’infiammazione del ginocchio che ha costretto Corini ad impiegarlo con il contagocce nell’ultimo periodo.

Tanti gli stop nell’ultimo mese

Il 19 ottobre la lista degli infortuni si allunga ancora. Questa volta ad essere vittima di uno stop è Mamadou Coulibaly. Per lui lesione di primo grado al soleo. Il centrocampista è rientrato soltanto nella sfida contro il Brescia. Una decina di giorni dopo è il turno, di nuovo, di Aljosa Vasic. Esami evidenziarono un edema alla coscia che lo ha tenuto, fino ad oggi, ai box, facendo rinunciare lo staff della Serbia U21 alla sua convocazione. Un’ecatombe di giocatori che è proseguito anche a novembre. A farsi male, questa volta, è Federico Di Francesco. L’ex Lecce è dovuto uscire anzitempo durante il match conto la Sampdoria, procurandosi una lesione al soleo che lo terrà ai box almeno fino a Terni. Infine, a chiudere il lungo cerchio di infortunati, è Pietro Ceccaroni. Il centrale difensivo è stato costretto ad alzare bandiera bianca durante la gara contro il Brescia. Per lui si parla di una lesione al quadricipite femorale. Più di dieci infortuni in tre mesi di campionato. Un dato su cui il tecnico Eugenio Corini ha detto, in conferenza stampa, su cui rifletterà insieme al suo staff.