Media retrocessione, il Palermo senza anima non sa più tirare in porta
di Edoardo UlloCalcio13 Novembre 2023 - 12:05
Applausi al Cittadella, fischi sonori al Palermo. E contestazione dopo la partita ed oltre. Basterebbe già questo a far capire il momento negativo della squadra di Eugenio Corini che ieri sera, al termine della sfida con i veneti valida per la tredicesima giornata del campionato di serie B, ha offerto l’ennesima prova a dir poco opaca.
Anzi, decisamente allarmante perché è stata lo specchio di un periodo assolutamente da archiviare il più in fretta possibile. Lo 0-1 timbrato da Pandolfi nel finale di recupero ha messo ancor di più sotto i riflettori un gioco inesistente, una manovra lenta e – inevitabilmente – prevedibile e nessuna giocata degna di nota per scardinare la difesa. Una luce, in sostanza, spenta. Un encefalogramma piatto. Una squadra in confusione ed in balia di se stessa e degli avversari.
La partita col Cittadella specchio di un momento no
Il momento è assolutamente negativo per i rosanero. Una vera e propria crisi di risultati e di gioco. Proprio su quest’ultimo aspetto c’è un dato oggettivo ed estremamente preoccupante: col Cittadella due tiri verso lo specchio della porta. Attenzione, verso lo specchio della porta, non in porta. Kastrati, l’estremo difensore della formazione ospite – che pur non è sembrato sicurissimo in alcune sue uscite di ordinaria amministrazione – non è stato mai impegnato dai rosanero. E questo aspetto si è verificato anche col Brescia mercoledì scorso. La rete di Coulibaly alle Rondinelle è stata l’unica emozione di quella sfida. A livello prestazionale queste ultime partite sono state simili. A queste va aggiunta anche quella con la Sampdoria: a Genova il pericolo grosso verso la porta blucerchiata è arrivato nel recupero di una partita che ha visto i rosa in estrema difficoltà dal punto di vista fisico: solo la bravura di Pigliacelli ed un pizzico di imprecisione doriana hanno evitato un passivo più ampio. In poche parole, il Palermo ha tirato in porta nelle ultime tre partite non più di 5 o 6 volte.
Il calcio è complicato ma ha una certezza piuttosto elementare: se non si tira in porta non si segna (a meno di autoreti clamorose al limite del fantascientifico) e di conseguenza non si vince. E col Cittadella si è vista l’apoteosi di una involuzione del gioco che – attenzione – non è mai stato incantevole salvo a sprazzi in questa ampia fetta iniziale di stagione.
Non c’è luce a centrocampo, non c’è gioco, e se Pigliacelli che è il portiere deve impostare il gioco siamo già all’ammazzacaffè ancor prima che alla frutta. Questo ultimo aspetto è stato più volte sottolineato dai fischi del pubblico perché diversi lanci dell’estremo difensore rosanero si sono persi a fondocampo o sono stati regalati ai difensori avversari. L’attacco non è riuscito a produrre praticamente nulla con un Brunori in ombra che ha giocato 100 minuti anonimi come spesso gli è successo in queste 13 partite. Per lui 4 gol (tre al Venezia, uno al Lecco) ma al di là del dato, è un bomber che appare spaesato. In ombra come quasi tutti, del resto. Colpa, probabilmente, di una condizione fisica che non sembra essere ottimale alla quale va aggiunto un dicorso di convinzione che con i risultati che mancano viene sempre meno.
La contestazione
Inevitabile a fine partita la bordata di fischi da tutto il settore del Renzo Barbera. Squadra contestata dal coro della curva Nord “Noi vogliamo gente che lotta” ma anche, e per la prima volta in un anno e 4 mesi, contro il tecnico “Corini vattene via”.
Contestazione anche nel dopo partita quando circa 100 tifosi si sono dati appuntamento di fronte all’ingresso principale dello stadio ed hanno cantato cori per ribadire il loro dissenso.
Quattro punti in quattro partite in casa
I numeri possono essere bugiardi. Nei giorni scorsi si sono anche aperti dibattiti a tal proposito perché se si parla di intensità o fraseggi, palloni recuperati, beh… si, certamente… ma 4 punti in 4 partite casalinghe non sono esattamente interpretabili e non possono essere considerati un segnale di salute.
Le quattro partite in casa dovevano essere il trampolino di lancio verso la vetta, sono state il trampolino di lancio verso la crisi. Un pareggio stentato (ma ottenuto col cuore e con i nervi in rimedio alle disattenzioni difensive) con lo Spezia, una sconfitta meritata con il Lecco – che al Barbera ha continuato il suo momento positivo confermato con la vittoria di prestigio e di sostanza col Parma – una vittoria col Brescia in caduta libera con un vero e proprio tiro in porta. E la prova di ieri con il Cittadella.
Numeri da retrocessione, altro che promozione diretta. Da salvare solo la classifica che vede i rosanero al terzo posto ma più distanti dalla seconda – che vale la promozione diretta in serie A – visto che il Venezia ha regolato il Catanzaro per 2-1 ed è volata a +4 da Brunori e compagni.
Intanto la Cremonese si avvicina dopo aver demolito il Brescia in trasferta per 3-0. I lombardi sono solo ad una lunghezza.
Il Barbera è “nemico” del Palermo
C’è un dato che fa riflettere: il rendimento interno. Il Palermo davanti al proprio pubblico ha già perso tre volte con Cosenza, Lecco e Cittadella vincendo soltanto in tre occasioni: Feralpisalò, Sudtirol e Brescia pareggiando una volta con lo Spezia. Dieci punti in 7 partite con un bilancio di 3 vittorie, 1 pareggio, 3 sconfitte, 9 gol fatti, 7 subiti. Solo in due occasioni i rosanero non sono andati in svantaggio: Feralpisalò (3-0) e Brescia (1-0). Poi siciliani sempre in affanno e ad inseguire perché in svantaggio con sole due rimonte: il successo per 2-1 sul Sudtirol ed il pari 2-2 con lo Spezia.
Insomma, se per molte squadre giocare in casa è sinonimo di vantaggio, per la squadra di Corini giocare davanti ai propri tifosi sembra essere diventato un calvario. E questo nonostante i dati sul pubblico siano sicuramente importanti per la cadetteria con una media spettatori di quasi 17mila spettatori.
Pausa
Da una pausa all’altra e se quella precedente arrivava ad inizio ottobre dopo il blitz di Modena che proiettava il Palermo al secondo posto appena dietro al Modena, questa si presenta dopo una serie di prestazioni opache. Da allora 4 punti (tutti in casa) in 5 partite, 4 gol fatti e 6 subiti. Ma questa sosta dovrà servire al club, ai tecnici ed alla squadra per ritrovarsi – come ha detto anche capitan Brunori nel post-partita – sia mentalmente che fisicamente.