Batte l’epatite e diventa mamma, Anna “vince” pure la sua Maratona di Palermo

di Edoardo Ullo

Caduta improvvisa e risalita. Anzi una vera e propria rinascita. E la maratona come metafora della vita. Tante volte abbiamo sentito questa frase ma rare volte come in questa occasione il concetto è concreto, tangibile e reale.

Anna Studiale mamma di 42 anni e maratoneta di Castelbuono per passione (corre per l’Asd Trinacria), è tornata a gareggiare alla maratona di Palermo che si è disputata oggi. È tornata col sorriso e, dopo un periodo a dir poco complicato, ha avuto la forza di battere una malattia fulminante, di dare alla luce la sua bimba e di polverizzare il proprio record nella maratona, corsa in 3h39’59” rispettando, peraltro, l’obiettivo che si era prefissa prima della gara.

Tutto a soli 11 mesi da una epatite fulminante che ha messo a rischio non solo la sua vita ma anche quella della bimba che aspettava. Dall’incubo al sogno, dopo tanta fatica e forza di volontà grazie alla diagnosi tempestiva dell’Ismett che ha permesso di curarsi senza compromettere la gravidanza.

La caduta

Anna Studiale è arrivata all’Ismett a dicembre dello scorso anno al quarto mese di gravidanza con febbre alta, mal di testa ed un’epatite acuta.

Fin da subito le sue condizioni sono apparse gravi per via di una insufficienza epatica acuta la cui origine era sconosciuta. Il rischio era quello di dover essere sottoposta al trapianto di fegato e perdere la sua bambina.

Ricerca, diagnosi e cura

Si è attivato a quel punto il servizio di Infettivologia dell’Istituto mediterraneo per i trapianti e terapie ad alta specializzazione diretto dalla dottoressa Alessandra Mularoni.

Grazie ad un lavoro di team e multidisciplinare con epatologi, microbiologi, anatomopatologi e radiologi interventisti è stato possibile arrivare rapidamente ad una diagnosi precisa ovvero: epatite herpetica.

Mamma di Vittoria

Anna è stata così immediatamente sottoposta ad un trattamento con farmaci antivirali e immunomodulatori che le hanno permesso di guarire dalla epatite, evitare il trapianto e di portare a termine la gravidanza dando alla luce una bambina sana. Di nome Vittoria. Non poteva essere altrimenti.

Il racconto di Anna

Al traguardo, col pettorale numero 368, non sono mancate le lacrime. Dai tanti sapori. Amaro per la malattia, gli sforzi e la paura. Dolce per i risultati dovuti alla forza di volontà, per l’essere diventata mamma di Vittoria e per esser tornati alla normalità.

Queste le sue parole al termine della gara: “L’anno scorso al quarto mese di gestazione sono stata colpita da un’epatite fulminante causata da un virus che praticamente si è impadronita del mio fegato e lo stava divorando letteralmente lasciandomi in fin di vita nel giro di poche settimane. Mi sono ritrovata all’Ismett perché l’unica mia salvezza sarebbe stata un trapianto di fegato. In più a complicare la situazione anche il fatto di essere incinta. E quindi dovevamo salvare la bambina. Insomma, mi hanno dato poche ore di vita. In tutto questo sono il primo caso in tutta Italia con situazione analoghe alla mia dove ci siamo salvate mamma e figlia”.

“La mia forza di volontà contro la malattia”

Anna Studiale prosegue: “Sicuramente ho messo nella lotta in questa malattia improvvisa che può colpire chiunque la mia voglia di vivere e la forza e tenacia di maratoneta. Volevo fare l’anno scorso la maratona ma l’ha fatta il mio compagno perché ero incinta. Ci tenevo ad essere qui”.

“Essere maratoneta mi ha aiutato tantissimo”

Ma quanto ha aiutato essere maratoneta in quella che si può comunque chiamare una impresa di vita ancor prima che sportiva?

Essere maratoneta mi ha aiutato tantissimo. La maratona insegna la sofferenza ed a convivere con il dolore, a convivere con gli imprevisti in un viaggio lunghissimo e a non fermarsi. A non lasciarsi prendere dai momenti negativi. Anche oggi ho avuto momenti negativi ma mi sono focalizzata sull’obiettivo”.

L’aver polverizzato il proprio record non è però un miracolo. Non per lei. Anna Studiale parla ancora di “Forza di volontà“. Ed ha aggiunto “Dopo le mie dimissioni dall’ospedale avevo perso il mio tono muscolare. Ho ripreso a camminare da zero e nonostante fossi incinta ho fatto lunghe camminate ogni giorno“.

Infine, un cenno alla maratona: “Ho detto ce l’ho fatta quando ho raggiunto la Cattedrale al secondo giro. La salita vi giuro, è impegnativa e non finisce mai. Ricordavo questa sensazione ma ogni volta è come se fosse la prima volta. Non ho avuto alcun problema muscolare. I miei allenamenti in ‘altura’, sulle Madonie, mi hanno aiutato moltissimo“.