Il ciclismo Amatoriale in Sicilia è bello e non toglie nulla ai giovani

di Fabio Bologna

Date a Cesare quel che è di Cesare! Il giusto riconoscimento al ciclismo Amatoriale siciliano, racchiuso nella più celebre frase dei vangeli sinottici.

È bello da vedere, ha una storia a sé e sta cercando di costruirsi una reputazione in campo nazionale, attraverso una cura più attenta dei dettagli con l’obbiettivo di alzare gli standard qualitativi delle manifestazioni. Il ciclismo amatoriale  non toglie nulla ai giovani, anzi per molti è la continuazione di un percorso iniziato proprio nelle categorie giovanili e che, grazie ad una passione mai affievolita, si è protratta anche a discapito dell’età anagrafica. I ciclisti della categoria Master siciliani sanno dare spettacolo, sanno organizzare belle manifestazioni e sono in grado di tenere attaccate 600 persone davanti allo schermo di un cellulare per guardare la diretta streaming di una gara. Tutto il resto sono chiacchiere. Lo dicono i numeri!

Un movimento che si è raffinato

È giunto il momento di fermarsi a riflettere e, se è il caso, anche fare un passo indietro. Noi di Sportwebsicilia.it l’abbiamo fatto maturando la consapevolezza che esiste un importante movimento in Sicilia che, tra Federciclismo ed Enti di Promozione Sportiva, è riuscito negli ultimi anni a ritagliarsi uno spazio importante nel panorama sportivo regionale e che di anno in anno è migliorato molto anche dal punto di vista organizzativo e comunicativo. Applausi e basta! E’ chiaro che nella marea dei circuiti domenicali potrà capitare ancora di assistere a spettacoli poco entusiasmanti e poco curati, ma i pianeti cominciano ad allinearsi e le menti pure. Poche gare ma buone, e se non sono organizzate bene meglio stare a casa! Una selezione naturale degli eventi che scoraggia i corridori a prendere parte a gare di poco spessore competitivo e qualitativo, impegnando risorse economiche e tempo verso gli appuntamenti più meritevoli.

Questo ha portato gli organizzatori , o per meglio dire costretto, ad allestire manifestazioni sportive all’altezza delle aspettative onde evitare di ritrovarsi con le liste degli iscritti vuote. In poche parole o si organizzano belle gare, con ovvio aumento dei costi per le società, oppure meglio evitare correndo il rischio di rimetterci pesantemente  trasformando l’appuntamento agonistico in un vero e proprio vuoto a perdere.

Un piccolo esercito itinerante

Nel 2023 sono stati circa 2500 i tesserati nella categoria Master in Sicilia. Un piccolo esercito su due ruote che tutte le domeniche si dipana tra i calendari di federazione e quelli degli enti di promozione sportiva, in cerca della gara o del campionato che più si sposa con le esigenze dei cicloamatori. Ce n’è per tutti i gusti, dalle crono ai criterium alle medio fondo e granfondo su strada, per non parlare poi del fuoristrada, vero cavallo di battaglia di Federciclismo Sicilia in ambito nazionale già da diversi anni. La Sicilia Orientale si conferma vero zoccolo duro della tradizione siciliana delle corse di ciclismo su strada, ed il Trofeo Sant’Agata di domenica 28 gennaio ne è la prova schiacciante. Le donne scarseggiano, ma quello è un discorso diverso ed è difficile trovare colpevoli e soluzioni. Sono poco più di 160 le Master Women tesserate nella nostra regione nel 2023.

Il ciclismo amatoriale merita rispetto, parola di Cipollini

Un ragionamento, il nostro, che trova forza e spunto anche dalle affermazioni di un Campione del mondo come Mario Cipollini. Super Mario (o Re Leone fate voi) ha preso parte ad una gara amatoriale in Toscana rimanendo positivamente impressionato dall’organizzazione della corsa ed ha avuto parole al miele per il movimento amatoriale nella sua essenza e natura. “Una gara organizzata bene – ha dichiarato Cipollini sul suo profilo Facebook – sia in termini di sicurezza che di qualità del percorso. Il ciclismo amatoriale – continua il Cipo – non deve essere utilizzato per compensare le spese delle gare organizzate per il settore giovanile e non deve essere sfruttato. E’ un movimento a se che merita rispetto.”

Se i giovani non fanno sport non è colpa degli amatori

Un dato su tutti: il 50% dei praticanti sport in Italia ha più di 40 anni. Non sono soltanto numeri, ma lo specchio di una società che è cambiata in cui, tra le esigenze primarie della generazione “Z”, lo sport non sembra essere contemplato. La soluzione non sta nel criticare la troppa cura o attenzioni date alle discipline amatoriali, poichè sono due mondi paralleli che non per forza devono incontrarsi visto che hanno scopi e obbiettivi diversi. Le società che svolgono attività a favore dei più piccoli devono farlo senza guardare in casa altrui, nulla gli è dovuto da chi ancora nutre la passione per uno sport che sempre meno, aimè, attrae una generazione che si dimostra meno propensa al sacrificio e alla rinuncia, che una disciplina come il ciclismo richiede. 

(In copertina la foto di Pietro Pecoraro durante il trofeo Sant’Agata di Catania)