La gestione della sicurezza negli stadi italiani, e la tenacia dei tifosi sugli spalti

di Redazione

Qual è il livello di considerazione e rispetto che, oggi, le istituzioni italiane che governano il calcio nostrano riservano al pubblico degli stadi? Ci poniamo questa domanda all’indomani della trasferta al seguito del Palermo in quel di Catanzaro: una partita a suo modo emblematica – per ciò che concerne la gestione della sicurezza fuori e dentro gli stadi – del modello indiscriminatamente repressivo che, ormai da qualche anno, si sta imponendo in Italia.

Una partita a rischio

Seppur la gara di andata disputata appena due mesi fa in Sicilia si fosse svolta senza alcun episodio segnalato di violenza, Catanzaro-Palermo era considerata una partita a rischio, per via dei rapporti non amichevoli tra le due tifoserie, pertanto occorreva scoraggiare il più possibile l’afflusso degli ospiti, a garanzia dell’ordine pubblico. Un primo aiuto per il raggiungimento di tale scopo è arrivato dalla Lega di serie B, che ha individuato proprio questa partita come anticipo del venerdì sera, slot particolarmente scomodo per chi frequenta gli stadi, in quanto obbliga a viaggiare in giorni feriali. Il secondo step ha riguardato le modalità di distribuzione dei biglietti: per gli ospiti ci si sarebbe attesi la predisposizione del programma di fidelizzazione, ovvero la vendita dei tagliandi unicamente ai possessori della “Siamo aquile” card, ma non è stato così.

Une beffa incredibile

l sistema messo in atto dal Catanzaro, verosimilmente di concerto con le autorità competenti, ma su questo aspetto non abbiamo trovato evidenze incontrovertibili, è stato diverso e, per quanto ne sappiamo, inedito. La cessione dei biglietti destinati ai sostenitori rosanero non è stata vincolata al programma di fidelizzazione, tuttavia è stata predisposta unicamente la vendita in presenza, in un unico punto vendita della città, con il botteghino online del provider ufficiale del Catanzaro (TicketOne) che è rimasto chiuso. Una beffa incredibile per chi, da Palermo come da altre località, aveva preventivamente sostenuto le spese per il trasporto (treno, pullman, aereo) e per il pernottamento pre o post partita, contando di poter acquistare il tagliando d’ingresso online.

Gestione discutibile

I circa 750 biglietti messi in vendita a Palermo (tanti sono i posti del settore ospiti attualmente omologati dello stadio di Catanzaro, a fronte di una capienza reale di circa 2.100 unità) sono andati polverizzati nel giro di pochissimo tempo. I residenti in altre regioni d’Italia, con non pochi disagi, hanno dovuto acquistare un biglietto di altro settore, poi regolarmente accettato come tagliando d’ingresso per il settore ospiti, con utilizzo del buon senso, dal personale in servizio allo stadio. Dicevamo prima, Catanzaro-Palermo come partita simbolo di un modello italiano di gestione della sicurezza associata agli eventi sportivi a dir poco discutibile, fatto di restrizioni spesso cervellotiche e, in fondo, inconcludenti rispetto ai problemi che intendono arginare. Un modello che si basa su modalità repressive applicate in modo indiscriminato e orizzontale a tutti: ai tantissimi che rispettano le norme e ai pochissimi che le violano, incapace di declinarsi in modo da isolare i violenti, senza rendere impossibile la vita a chi violento non è.

Divieti anacronistici

Tornando alla domanda in apertura di articolo, viene da concludere che la situazione, per i tifosi da stadio italiani, non sia buona; la loro incondizionata tenacia nel mantenere intatto l’amore per gli spalti, tuttavia, offre una speranza al pallone di casa nostra; speranza di non scadere unicamente in un prodotto televisivo, peraltro sempre meno attraente. Chiudiamo con una riflessione in qualche modo futuristica: l’Italia, oggi, è un Paese in cui sembra diventato impossibile garantire lo svolgimento in sicurezza di una partita di serie B senza dover martoriare con divieti anacronistici i tifosi che vorrebbero assistervi; lo stesso Paese che, tra otto anni, dovrebbe ospitare, in partnership con la Turchia, un campionato europeo che potrebbe proporre partite come Germania-Turchia, Inghilterra-Scozia o Eire-Irlanda del Nord; cosa si farà in quei casi? Si chiederà aiuto ai caschi blu dell’Onu?

– Roberto Rizzuto