Spopola la Sinner mania, ma il beniamino degli italiani declina le facili lusinghe

di Alessandro Teri

La Sinner mania spopola, e non potrebbe essere altrimenti dopo l’impresa compiuta da Jannik trionfando gli Australian Open, primo italiano nella storia a conquistare un trofeo così prestigioso. E proprio imbracciando il trofeo vinto a Melbourne l’azzurro è sbarcato in Italia, di ritorno dalla fortunata trasferta nella terra dei canguri, gustando i primi assaggi di quell’entusiasmo che i tifosi tricolore gli stanno riservando, ed assolvendo agli immancabili impegni istituzionali, onore ed onere in occasione di un successo talmente importante. Ieri l’incontro con la premier Giorgia Meloni, domani la visita al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, mentre oggi a Roma si è tenuto l’incontro con i giornalisti, in una conferenza stampa dai tanti spunti.

Un pezzo raro

Dal momento d’oro del tennis italiano, in seguito anche alla vittoria della Coppa Davis, che sta portando tanta gente ad avvicinarsi ad uno sport sempre più popolare, al calore riservato dagli appassionati a chi come lui è arrivato al top, sono stati diversi i temi toccati da Sinner, del quale comunque a spiccare è sempre una riservatezza, ed una ritrosia all’esibizionismo, che ne fanno un pezzo raro. Se poi nel frattempo trova pure il tempo per dire “no” all’invito rivoltogli da Amadeus, impaziente di vederlo sul palco di Sanremo, allora il quadro è chiaro: Jannik è qui per restare.

Alzare l’asticella

Sembra ormai perfino strano trovarsi di fronte ad uno sportivo che declina le lusinghe del mondo dello spettacolo, per non distrarsi dall’obiettivo principale, ovvero allenarsi per migliorarsi. Eppure sta lì il vero nodo della questione, nell’essere cosciente che una volta raggiunto un traguardo, bisogna fare di tutto per riconfermarsi. Dopo aver alzato l’asticella, ogni centimetro in più conquistato deve servire a battere una concorrenza quanto mai accanita, che di certo preferirebbe sapere Sinner ospite del festival della canzone italiana, anziché con la racchetta in mano a migliorare un’attitudine che gli è  innata, quella del campione.

(foto Facebook)