Pippo Arcidiacono, sempre vincente dai campi di pallavolo al mondo della pizza gourmet

di Alessandra Puglisi

Giuseppe Arcidiacono, per tutti Pippo, un passato vincente da pallavolista professionista ha trasferito la sua passione dai campi al forno, diventando sorprendentemente uno dei principali pionieri della pizza con antichi grani siciliani. Una volta appese le ginocchiere al chiodo, dopo quattro stagioni in serie A1 e otto in A2, è stato, infatti, uno dei primi in Sicilia a sperimentare sulle farine e il loro utilizzo, ispirato dalla grande recente riscoperta dei grani antichi. Come in campo, ha raggiunto i massimi livelli anche nella qualità della sua nuova impresa. Insomma, un tuffo dal parquet dei palazzetti al mondo della pizza gourmet, che lo ha portato ad abbandonare le trasferte in giro per tutta Italia e a rifugiarsi “In un angolo di mondo”.

Gli inizi

 

Classe 1967, opposto di 1 metro e 97 centimetri, con qualche breve parentesi da posto 4 e da centrale, ha iniziato la sua carriera pallavolistica all’Aquilia Acireale, non prestissimo, all’età di quasi 15 anni alle scuole superiori, prima di allora solo qualche partitella in parrocchia: “è stata la classica situazione in cui un tuo compagno di classe che fa pallavolo ti invita a provare, all’inizio ti senti impacciato e nel mio caso anche imbarazzato perché la tuta mi arrivava a stento alle caviglie essendo già molto alto, ma appena mi hanno messo in mano il pallone e ho cominciato a sbatterlo contro quel muro, ho capito che mi piaceva e che avevo voglia di raggiungere il livello di tutti gli altri”. Da lì è stato un continuo bruciare le tappe, mentre cresceva rapidamente in altezza: già nel giro di un anno Pippo era stato capace di superare tutte le selezioni ed entrare nel giro delle convocazioni per la rappresentativa regionale, facendosi notare per talento e qualità fisiche.

Alla San Cristoforo

Libertas San Cristoforo Stagione 1985/86 – Pippo, il quarto da sinistra

Così viene acquisito dalla Libertas San Cristoforo di Catania, al tempo un importante fucina di giovani talentuosi per tutto il sud Italia; qui insieme a un gruppo storico di atleti, guidato da coach Italo Rapisarda, passando per le categorie giovanili alla prima squadra, approda in 5 anni dalla serie C alla A2: “è stato un periodo stupendo, tanti successi raggiunti con grandi compagni di squadra, che non voglio nominare uno per uno per paura di dimenticarne qualcuno; sono stati tutti importanti, siamo cresciuti insieme e non solo pallavolisticamente, così da nascerne un’amicizia che dura ancora oggi. Ci tengo a nominare, invece, Piero Seminara, dirigente della San Cristoforo, che per me è stato un mentore, una guida dentro e fuori dal campo, e il cui ricordo, visto che non è più tra noi, conservo con affetto e gratitudine”. L’esperienza in A2 con la famosa Messaggerie Catania dura due anni ed è preludio dell’esordio nella massima serie con il prestigioso gruppo squadra del duo argentino ConteKantor e del gioiello di casa Massimo Castagna, che sotto la guida tecnica dell’acclamato Nicky Lo Bianco, innovarono il modo di giocare pallavolo in Italia con schemi e soluzioni tattiche mai viste prima.

Il fenomeno Pallavolo Catania

La “Terme Acireale Pallavolo Catania“ così si chiamava e di cui faceva parte anche Pippo, è stata la squadra che ha fatto la storia della pallavolo siciliana e che ha fatto innamorare una città intera, contagiata da una passione irrefrenabile per questo sport. Nei primi anni novanta, c’era un’adorazione e un’attenzione palpabili: tra i bambini il pallone di pallavolo contendeva il primato a quello del calcio e si sognava di diventare calciatori o pallavolisti di serie A, e in tutte le palestre i giovani dei club in allenamento avevano in testa le gesta dei giocatori catanesi che avrebbero voluto imitare. Le partite della Pallavolo Catania erano seguitissime e il palazzetto, che fosse ad Acireale o a Catania, sempre pieno di tifosi, anche estranei alla pallavolo.

Una lunga carriera

Dopo i famosi tre anni nella prima serie nazionale etnea e uno in A2 con la Scaini Catania, Pippo lascia la Sicilia e comincia a spostarsi tra Roma, Gioia del Colle, Matera e Salerno, per poi fare ritorno nella sua terra e giocare alla Playa Catania di A2. In seguito cominciano gli anni della serie B, di nuovo fuori dall’isola: “anche questi sono stati degli anni importanti nella mia carriera e in cui ho avuto tante soddisfazioni, credo di aver raggiunto il record di 4 promozioni dalla B in A2 con quattro società diverse e sfiorato la quinta, perdendo l’ultima giornata dei playoff. Ho avuto la fortuna di giocare fino a 40 anni ed è stato ulteriormente stimolante aver vestito spesso nelle mie ultime stagioni il doppio ruolo di giocatore e allenatore in campo, e spero di essere riuscito a trasmettere qualcosa del mio bagaglio umano e tecnico”.

Ritorno a casa e nuovo lavoro

Pippo torna ad Acireale, dove nel frattempo la moglie Simona Ligato, aveva aperto “In un angolo di mondo”, nato a Capo Mulini (frazione di Acireale) dapprima, nel 2003, come bottega eco-sostenibile di prodotti biologici, con la mission culturale di promuovere uno stile di vita sano ed eventi correlati. Questa piccola realtà si trasforma poi, verso il 2008, grazie all’apporto di Pippo e del suo maturato interesse per l’agricoltura biologica e i grani antichi, in un laboratorio di sperimentazione e ricerca su farine e impasti per pizza e pane.

Le preparazioni erano destinate inizialmente a una cerchia ristretta di amici, con cui veniva condivisa la cultura del buon cibo e il rispetto per le tradizioni e la natura, una cerchia sempre più ampia che diventa fedele clientela nella nuova pizzeria aperta da Pippo e Simona, con l’aiuto anche dei genitori di Pippo andati intanto in pensione e pronti a rimboccarsi le maniche per lavorare all’attività familiare. Il locale diventa così espressione di una filosofia di vita e di contemporanea sinergia tra lavoro e famiglia. Nella gestione ci si affida alla metodologia di “far squadra per un obiettivo comune”, che Pippo conosce bene e che dal campo riesce ad applicare perfettamente anche al nuovo locale “In un angolo di mondo”. Abbandonato definitivamente l’agonismo si dedica ai figli Chiara e Nicolò, all’orto di casa da cui provengono molti degli ingredienti per le sue pizze e al lievito madre che, come si sa, ha bisogno di cure e di essere rinnovato costantemente. Grazie alle sue sperimentazioni e alla sua crescente passione, diventa punto di riferimento nel settore e la sua pizzeria tappa obbligata per gli estimatori più esigenti.

 

 

Nuova vita e nuove passioni

La sua vita cambia completamente, la grinta e la foga della competizione, l’impulsività e l’istinto nei gesti tecnici  lasciano spazio alla calma e alla pazienza, un controllo dei sensi e della mente raggiunto attraverso lo Yoga, grazie a cui si concentra sull’aspetto più profondo e spirituale: “una bellissima esperienza formativa che mi ha aiutato a ritrovare armonia ed energia nel cambio di stile di vita che ho dovuto affrontare quando ho smesso di giocare e che mi ha avvicinato molto all’ambiente circostante e arricchito dentro” Pippo si accorge, però, di sentire la mancanza del movimento e della adrenalina tipica della competizione: “sentivo che mi mancava qualcosa e mi infastidiva avere il fiatone nelle piccoli fatiche quotidiane, non ero abituato, quindi, ho cominciato a fare corsa, spinto dal mio maestro di yoga, e mi sono appassionato a tal punto da prenderla come sfida con me stesso a ritornare e a mantenermi in forma, anche senza pallavolo. Dalla corsa sono passato alla maratona e sono dunque tornato a competere: nei sei anni in cui mi sono dedicato a questa disciplina ho fatto circa dieci maratone, anche all’estero, con discreti risultati. La vittoria più grande è stata rimettermi in gioco, se pur in un altro sport, e sentire di potercela fare ritornando a sfidare me stesso e i miei limiti, rinnovando quella voglia innata di andare oltre”. Una sensazione e un desiderio che, per chi ha fatto sport e a livello agonistico, in un continuo dialogo con sé stessi e il proprio fisico, non passa e si adatta a circostanze ed età diverse. Così quando il Covid ha fermato tutto, comprese gare e manifestazioni sportive, Pippo ha cominciato a dedicare il suo tempo libero alle attività all’aperto alla ricerca di nuovi stimoli, oltre al nuoto e alla bicicletta, ha avuto modo di tornare a giocare a beach volley. Sulla sabbia aveva trascorso le estati tra una stagione pallavolistica e un’altra per puro divertimento e relax ma ne riscopre adesso anche l’aspetto agonistico. Infatti, ancora una volta spinto dalla costante tentazione di mettersi alla prova, si unisce al mondo dei Master 50 partecipando a vari campionati internazionali e anche al Campionato Italiano per società, concluso a Bibione con il quinto posto, in coppia con Maurizio Giarrusso, con la canotta della Masterball Academy di Catania.

Pippo, alla soglia di 57 anni, continua a lanciare costanti e audaci sfide a sé stesso, sia nel lavoro, dove prosegue la sperimentazione e la ricerca dell’eccellenza, sia nello sport: “prima che il mio fisico mi abbandoni vorrei realizzare un mio piccolo sogno, che in realtà è una follia, vorrei partecipare a un Ironman, conciliando un po’ alcune delle mie ultime passioni, corsa, bicicletta e nuoto: questa sarebbe una sfida estrema che mi piacerebbe, l’ennesima gara con me stesso”.