Antonino Analfino, un talento bruciato troppo presto, la storia del “Gabbiano” di Agrigento

di Gaetano Pecoraro

La fatica è la sua passione e la bici il suo mezzo preferito. Antonino Analfino, 31 anni di Agrigento, non ha mai spento il suo ardore agonistico dedicandosi oggi al ciclismo amatoriale e facendo l’istruttore dei ragazzi.

Un talento sin dagli Allievi

Un vero talento fin dalle categorie giovanili, vincitore nel 2009 di tre classiche nazionali per Allievi come la Pisa Volterra, la 65^ Coppa 5 Laghi, e la cronometro 1°Trofeo città di Limbadi. Nella categoria Juniores, con il Gb Junior Team di Gianluca Bortolami, ottiene un risultato prestigioso all’internazionale Vuelta Albesaia piazzandosi all’8 posto nella gara vinta dall’olandese Dylan Van Baarle.  Corridore con caratteristiche complete, oggi campione di vita e padre dedito alla famiglia, prossimo alla laurea in scienze motorie, Analfino saggio conoscitore del ciclismo, continua a mietere successi tra i Master, non ultimo 7 giorni or sono al Memorial Giuseppa Patellaro. Vincitore nel 2023 di ben tre tappe al Giro d’Italia Amatori con il secondo posto assoluto nella classifica generale.

Nino è uno dei tanti ragazzi del sud che arrivano al ciclismo venendo da lontano per cercare umilmente di vincere, per cambiare qualcosa per loro e la propria famiglia.

Bruciato troppo presto da chi avrebbe dovuto gestirlo

Rabbia per un sogno calpestato e per un talento naufragato nella tempesta di allenamenti sconsiderati da chi invece avrebbe dovuto gestirlo al meglio “ma invece avevano vanificato quanto di buono fatto negli anni precedenti con l’Asd Racing Team Agrigento di Totò D’Andrea e la Ciclotour di Diego Guardì” – ha affermato Antonino Analfino. Nel ciclismo il miglioramento passa sempre attraverso la sofferenza, il dolore, la sconfitta. Come se l’unico modo che abbiamo per volare, sia innanzitutto precipitare. “ Da questo sport – continua Analfino – impariamo che bisogna lottare contro i propri fallimenti e trasformarli in fonte di motivazioni e coraggio.  Alla fine bisogna partire dalle proprie sconfitte proprio per evitare il ripetere degli errori del passato e migliorare per  puntare alla vittoria”

Analfino, Guardì e Mansueto

Il ciclismo di oggi non aspetta i giovani

Una finestra sul ciclismo giovanile  aperta da uno, come Antonino, che lo ha vissuto pure lui in maniera intesa ma che oggi, a suo dire, è totalmente  cambiato. “Il ciclismo oggi è più intenso, più veloce, non c’è quasi più modo per costruire una carriera a piccoli passi e in modo graduale,  i giovani che vi si affacciano oggi, sono costretti a bruciare le tappe perché qualcun altro lo ha fatto prima di loro e questo impone ritmi troppo frenetici “.Infine, una parentesi anche sul ciclismo amatoriale dove lui è sicuramente tra i protagonisti in Sicilia :”Il movimento amatoriale può sicuramente fungere da traino, anche solo per attirare l’attenzione sul tutto il ciclismo siciliano e magari sperare che qualche azienda importante possa sposare l’idea di far crescere i nostri giovani”.