La sfida lanciata da Corrado Barazzutti per la presidenza della federtennis

di Alessandro Teri

Il tennis italiano, che sta vivendo un momento di enorme successo e popolarità dopo la vittoria della Coppa Davis ed il successo di Jannik Sinner agli Austraalian Open, potrebbe essere alla vigilia di una rivoluzione, almeno per quanto riguarda la guida di un movimento in grande espansione. In vista, infatti, ci sono le elezioni per la presidenza della Fitp, e potrebbe essere non scontata la riconferma di Angelo Binaghi, numero uno di lungo corso della federtennis, che dovrebbe avere come contendente un rivale d’eccezione, ovvero Corrado Barazzutti. L’ex numero 7 al mondo, componente della storica squadra che vinse la prestigiosa insalatiera nel 1976, ex capitano di Davis e di Fed Cup, ed attuale allenatore di Lorenzo Musetti, ha avanzato la sua candidatura in modo ufficiale per la presidenza della Federazione Italiana Tennis e Padel,  attraverso una lettera inviata ai 2500 circoli presenti sul territorio.

Fronte non così unitario

Il nome di Barazzutti è di quelli che possono contare su un maggiore peso nell’ambito del tennis italiano, e perciò la sua candidatura è senz’altro credibile e spendibile contro quello che è stato il pluriennale monopolio di Binaghi. Ad uno sguardo esterno ci si potrebbe chiedere perchè mai mettere in dubbio una guida federale che comunque può vantare risultati sotto gli occhi di tutti, con il ritorno della racchetta tricolore ai vertici mondiali dopo anni passati in seconda fascia. Però sembrerebbe che il fronte non sia così unitario, sulla scia di una volontà chissà quanto diffusa di decentrare il sistema di governo della Fitp.

L’ipotesi Pennetta

È ancora presto per dire come andranno davvero le cose, anche perchè nel frattempo il ministero dello Sport dovrà definire le modalità con cui si svolgeranno le elezioni. Senza contare che potrebbe esserci pure una terza candidatura, quella di Flavia Pennetta, altra personalità di spicco in rappresentanza del tennis femminile, che tanto ha dato alla causa azzurra vincendo Fed Cup a ripetizione quando i maschi navigavano in cattive acque. In gioco entreranno pure le sfere d’influenza e i grandi sponsor istituzionali, con la variabile Coni da non sottovalutare, visto il poco feeling che sembra proprio esserci tra il presidente dello sport italiano, Giovanni Malagò, e lo stesso Binaghi, che comunque vada dovrà sudarsi la rielezione.