Il racconto da brividi di Markus Sheffield, scampato ad una tragica caduta

di Alessandro Teri

Essere miracolosamente sopravvissuto ad un incidente, ed assistere nello stesso momento alla morte di chi non ha avuto la tua stessa sorte. Questo è ciò che ha provato Magnus Sheffield, ventunenne corridore statunitense con un sicuro futuro davanti, scampato ad una brutta caduta nella vorticosa discesa del passo dell’Albula alla fine della quinta tappa del Giro di Svizzera 2023, pochi secondi prima che nello stesso punto cadesse pure un suo compagno di gruppo, lo sfortunato Gino Mader, che invece dopo un salto di 10 metri riportò ferite risultate poi fatali. Era il 15 giugno dell’anno scorso, e di quell’accaduto il ciclista Usa della Ineos Grenadiers finora non aveva mai voluto parlare in pubblico.

Rivivere un incubo

Adesso è arrivato però il momento per Sheffield, che ha iniziato la stagione alla Volta ao Algarve in Portogallo, finendo diciottesimo in classifica generale dopo però essere arrivato secondo nella crono vinta da Remko Evenepoel, di parlare a cuore aperto di ciò che ha vissuto quel giorno, forse per esorcizzare finalmente qualcosa che rischia di segnarti per l’intera carriera. Così l’americano ha reso pubblico un suo scritto, nel quale ripercorre i tragici momenti di quella giornata, e di ciò che ne è seguito per lui. “Ricordo quasi tutto della giornata. Dal risveglio nel mio letto la mattina, fino al risveglio dopo essere stato portato via dalla sala operatoria dell’ospedale”.

Momenti impossibili da dimenticare

Non deve essere facile per lui ritornare a quegli attimi seguenti alla caduta, nella quale riportò una commozione celebrale rimanendo anche incosciente per un breve lasso di tempo, quel tanto che comunque non gli ha impedito di vedere cosa fosse successo a Gino Mader: “In quel momento, mentre ero seduto sul fianco della montagna, gli elicotteri volavano sopra di me risuonando nelle mie orecchie, mentre vedevo i corridori e il convoglio della corsa passare lungo il passo dell’Albula. Ero confuso vedendo lo staff medico attorno ad un corridore di cui in quel momento potevo riconoscere solo la maglia della squadra, perché sapevo che ero caduto da solo. Più tardi, dopo essere stato trasportato dalla scena, mi è stato detto che Gino era stato portato in un vicino ospedale”. E da quell’ospedale Mader, ventiseienne svizzero in forza alla Bahrain Victorious, non uscì vivo.

Un nuovo inizio

“Purtroppo avevo corso con Gino solo poche volte nella nostra carriera. Mi è stato detto che era una persona incredibile e i miei pensieri vanno alla sua famiglia e ai suoi amici”, continua Sheffield, non mancando di ammettere come l’incidente gli abbia ricordato quanto può essere fragile la vita, e quanto sia stato fortunato a scampare al peggio. In seguito alla caduta per lui seguì un periodo di riposo a casa, nel quale ritrovare le giuste motivazioni, anche se guardare in tv il Tour de France non gli era facile. Quindi il ritorno graduale alle corse, ed un nuovo inizio in questa stagione, nella quale Sheffield punta a confermare quanto di buono fatto vedere nella sua giovane carriera, grazie alle sue doti da passista e cronoman. Lo attedono a breve le Strade Bianche, la Tirreno-Adriatico, le classiche del nord e poi il Giro d’Italia. “Credo che il Giro sarà un buon trampolino di lancio – conclude – per vedere come mi comporterò nell’arco delle ventuno tappe”.

(foto Instagram)