Andrea Di Paola e il sogno americano, “Università e pallavolo esperienza straordinaria”

di Nunzio Currenti

Studiare in America. Coniugare lo studio con lo sport ad alti livelli. Obiettivi chiari e tanti sogni da realizzare. Andrea Di Paola è cresciuto a pane e pallavolo tutta la vita. Lo abbiamo contattato per farci raccontare la sua esperienza e il mondo dell’Università americana, lontano anni luce dalla realtà italiana.

“Scelgo di studiare in America per sfruttare al 100% la possibilità di studiare in un’università e praticare uno sport al livello agonistico, inoltre per migliorare l’inglese e per vivere una esperienza unica nel suo genere. Sono iscritto a Roosevelt University, Chicago, studio marketing e faccio parte della squadra di pallavolo maschile”.

Quali obiettivi si è prospettato di raggiungere nella vita?

“Uno dei più grandi obiettivi è sicuramente quello di terminare questa esperienza con il massimo dei risultati, per ripagare sia i miei sacrifici ma soprattutto quelli dei miei genitori”.

Pensa di tornare in Italia?

“Non ho ancora in mente niente perché tutto dipende dalle opportunità che avrò in futuro, so solo che ancora devo fare altri due anni e li vivrò al massimo”.

Studiare e giocare nella stessa struttura.

Faccio parte della squadra di pallavolo maschile di Roosevelt, che milita nella Division 2 del campionato nazionale americano NCAA”.

L’esperienza più bella sinora maturata sul piano sportivo in Usa?

“L’esperienza più bella vissuta fino ad ora dal punto di vista sportiva è stata sicuramente l’anno scorso quando con il mio vecchio college in Florida, abbiamo vinto la Conference che comprende Florida, Alabama, Georgia, North Carolina e South Carolina , accedendo alle finali nazionali in Iowa e essendo classificati tra le 14 squadre migliori d’America . Inoltre, Giocare e vincere con persone che provengono da tutto il mondo è qualcosa che ti fa maturare”.

Consiglierebbe a un giovane siciliano di vivere questa esperienza e perché?

“Si tratta di un’esperienza unica nel suo genere e la consiglio vivamente a chiunque, sia per crescere e maturare ma soprattutto per aprirsi al mondo e non rimanere chiusi nel proprio ambiente. Bisogna essere in grado di saper sacrificare mancanze di amici, famiglia, abitudini ma sarà tutto ripagato”.

Cosa le manca dell’Italia?

“Mi manca un sacco, mi mancano i luoghi, il cibo la famiglia e la fidanzata. Purtroppo, fin dall’inizio ero consapevole di queste mancanze, ma come già detto tutto è ripagato”.

Conosce altri siciliani?

“Conosco tantissimi italiani che praticano sport in America (Daniele Desiderio, dopo aver girato il mondo da giocatore, si è trasferito in pianta stabile in Usa, lavorando come tecnico ndr), ad esempio i miei due compagni di squadra italiani. Mi farebbe piacere che ci fossero altri isolani, ma ad oggi non ne ho conosciuti”

Oltre la pallavolo?

“Ormai sono tifoso dei Milwuakee Bucks Nba, ma ovviamente da vero italiano il calcio è sempre presente nella mia vita”

Lei ha ereditato la passione da suo padre, che ha giocato per tanti anni ad alti livelli

“E’ stato fondamentale fin da subito, non avrei mai praticato questo sport (ultime esperienze in Italia con Gupe, Roomy e Volley Valley, società di cui il padre Alvaro è vice presidente ndr) se non fosse stato per luie soprattutto non sarei mai migliorato, arrivando a quello che sono oggi. Anche se è lontano, rimane comunque la mia motivazione più grande per fare meglio e per essere il migliore in campo”.