Sinner portabandiera alle Olimpiadi di Parigi? Ecco le ragioni del no

di Alessandro Teri

Mai come ora il toto-portabandiera italiano alle Olimpiadi è stato affollato. Sono davvero molte le carte che il Coni può giocarsi nella scelta dell’atleta che guiderà la delegazione alzando il tricolore, nel corso della cerimonia di apertura dei Giochi di Parigi, in programma il 26 luglio con vista Tour Eiffel. A scegliere da qui a non molto sarà la giunta del Comitato olimpico, e la comunicazione di quanto deciso dovrebbe arrivare in una data ben precisa, il prossimo 22 aprile. Da qui ad allora se ne faranno tante di ipotesi, verranno proposti tanti scenari, e magari alla fine la scelta sarà una sorpresa, però intanto il nome che viene fatto insistentemente è uno, ovvero quello di Jannik Sinner.

C’è un però, anzi due

Il beniamino dei tifosi italiani, colui che sta strabiliando il mondo del tennis puntando dritto verso il numero uno, avrebbe tutte le carte in regola per essere il portabandiera olimpico dell’Italia? Innegabilmente il ventiduenne, che ha trascinato i colori azzurri alla conquista della Coppa Davis, è la faccia dello sport tricolore a livello internazionale, ed in quanto a meriti sportivi sfidiamo chiunque a mettere in dubbio il suo assoluto valore. Però…c’è un però, o anche due: il motivo della prima obiezione lo si evince da quanto dichiarato dal presidente del Coni, Giovanni Malagò, che interrogato al riguardo non chiude la porta all’ipotesi Sinner, ma fa notare che di solito si opta per atleti che hanno già vinto una medaglia olimpica.

Il grande rifiuto

E proprio a ciò sarebbe legata una seconda obiezione, che risale a quanto successo in occasione delle scorse Olimpiadi di Tokio, che avrebbero dovuto svolgersi nel 2020, salvo poi essere rinviate all’anno seguente causa pandemia. Ad allora risale il “grande rifiuto”, la scelta di un Sinner ai tempi ancora nemmeno ventenne che fece storcere il naso a molti, vista la rinuncia dell’altoatesino a partecipare al torneo olimpico di tennis, preferendo concentrarsi sulla sua crescita.

I nomi in gioco

Quello fu un rospo non facile da digerire per il Coni, ma pure per l’opinione pubblica nostrana, visto il valore che già dimostrava Sinner, pur se agli albori della sua carriera. Ora le cose sono diverse, e l’asso della racchetta che tutti ci invidiano veste convintamente i panni dell’alfiere tricolore, al quale poter affidare la bandiera italiana. Ciò comunque difficilmente avverrà, a favore di forti personalità del calibro di Gianmarco Tamberi, Marcel Jacobs, Gregorio Paltrinieri, Arianna Errigo, Vanessa Ferrari, Irma Testa…e la lista potrtebbe pure allungarsi. C’è l’imbarazzo della scelta, e d’altronde lo stesso Malagò ha fatto notare che ci sarebbe pure da pensare alla cerimonia di chiusura, sperando che non diventi un contentino per appagare eventuali delusioni.