La parola ai tecnici, Diego Santoro “In Unime senza fretta e per restare in Sicilia”

di Simone Milioti

Diego Santoro è l’ideatore di un progetto sulle due sponde dello Stretto di Messina che ha trovato terreno fertile per portare avanti le sue idee. “Dal direttore sportivo Naccari, alla presidente Bosurgi, dal professor Vinci e ora anche la rettrice Spatari siamo tutti concordi” conferma, ma al tempo stesso ci tiene a precisare che lui è sì il responsabile tecnico del settore nuoto ma con lui collabora uno staff nutrito, strutturato e che lavora in sinergia, “non voglio scordare nessuno” così dopo averli citati ci manda anche un elenco a conferma: Mattia Faliero e Giacomo Tripodi Tecnici Categoria ed Assoluti; Federico Di Pietro Tecnico Categoria ed Assoluti e Preparatore Atletico; Nunzio Gullì, Daniele Marino, Matilde Gullì, Matteo Orbitello Tecnici Esordienti; Ulla Manganaro tecnico Propaganda e Preagonistica. Nello staff anche Lea Foti, dirigente accompagnatore della squadra.
Attualmente l’Unime conta più di 100 di atleti tra messinesi e reggini che si allenano tra la Cittadella Sportiva Universitaria di Messina e la Pianeta Sport di Reggio Calabria. “Un ponte virtuale che sognavo – continua Santoro – e che si è materializzato durante il Covid quando abbiamo avuto modo di programmare”. Recentemente l’Unime è stata la società siciliana con più tesserati ai Criteria Nazionali Giovanili e oltre alle medaglie di Arcudi (2 ori, 2 argenti, 1 bronzo) si è classificata 15ª tra le Juniores al femminile e qualche settimana prima ai campionati italiani di Fondo aveva raggiunto il quarto posto. Realtà inutile dirlo ormai consolidata del panorama siciliano e spesso sul podio di società nelle varie categorie.

Diego partiamo proprio dai recenti Criteria, Emma Arcudi si è presa i riflettori ma avevate più atleti di tutte le altre società e ci sono stati personali un po’ per tutti.
“I risultati dell’ultimo periodo sono frutto di un progetto che nasce negli anni del Covid, per alcuni è stata una distruzione, noi abbiamo riflettuto e programmato per capire come mettere una marcia in più. Abbiamo trovato terreno fertile sia a Messina con l’Università che con la società di Reggio Calabria, i ragazzi crescono e adesso raccogliamo i frutti, merito anche di uno staff tecnico, un team, che lavora in sinergia”.
Alternate lavoro in vasca da 25 metri, il più delle volte a Reggio, e vasca da 50 metri a Messina. Avete anche la possibilità di lavorare in condizioni ottimali.
“Su questo mi ritengo un fortunato, il problema delle strutture in Sicilia è oggettivo ma io penso che la Fin Sicilia faccia un grande lavoro dove può (lascia intendere che bisogna fare anche i conti con i Comuni caso per caso, ndr). Il mio sogno era creare qualcosa dove sono nato, a Reggio Calabria, e cresciuto professionalmente a Messina, vivo tutt’ora a metà a Villa San Giovanni e facciamo comunque sforzi a cavallo delle due sponde dello Stretto”.
Come lavorate? Divisione in gruppi, preferenze sull’utilizzo delle vasche?
“Noi le utilizziamo entrambe perché sono fondamentali per diversi motivi. Poi è ovvio che ci sono momenti in cui va privilegiata una piuttosto che l’altra, ma di base lavoriamo parallelamente. Sicuramente per i fondisti è più utile quella lunga, mentre i velocisti hanno più bisogno della corta. Lavoriamo su due gruppi fondamentali fondisti-mististi e velocisti, i doppi solo per i fondisti o esigenze particolari ma da Juniores in su. Io credo che i risultati possano arrivare anche senza doppi, se l’allenamento è svolto bene basta anche una sola seduta. I nostri sono anche seguiti in palestra sia a Messina che a Reggio”.
Assistendo ad un vostro allenamento l’ho vista usare una go pro in acqua e spesso esercizi tecnici. Inoltre riuscite ad allenarvi tutti insieme, categoria ed esordienti, in questo modo da direttore tecnico supervisiona tutto?
“Io seguo spesso la biomeccanica, quando l’allenamento me lo permette faccio riprese, e al tempo stesso, anche se il nuoto è uno sport precoce, so che una volta creata una buona base la fase tecnica va affinata nel corso degli anni. Nella mia visione questa non va limitata ed è fondamentale. Nel nostro staff molti sono cresciuti con me e quindi è più facile lavorare in un certo modo, in sinergia. Io cerco di essere sempre presente, questo staff numeroso e valido ci permette di conseguire buoni risultati. Il lavoro ormai potremmo dire va avanti da solo ma c’è voluto un po’ di tempo per trovare il giusto equilibrio”.
Risultati che arrivano anche tra i più piccoli, ma in passato confrontandoci mi diceva sempre di aspettare dai Juniores in su, come se non voleste le luci della ribalta.
“Il lavoro da noi impostato ci vede crescere i ragazzi con umiltà e sacrificio. Banalmente non abbiamo fretta e cerchiamo di non bruciarli, fare il risultato già tra gli esordienti non ci interessa, se arriva è gratificante, ma lavoriamo con atleti e genitori in modo da farli crescere e soprattutto non scoraggiarli alle prime delusioni che vanno assorbite. L’esempio di Emma su tutti è arrivare ad assaporare pian piano il successo attraverso un percorso programmato che adesso per lei non cambia e continua su ciò che era previsto. Il nostro passaggio all’agonismo, dalla scuola nuoto e propaganda agli esordienti, avviene con una selezione, vogliamo prima formare una cultura nei nostri atleti condivisa con i genitori”.
Questo percorso cosa prevede per gli atleti in futuro?
“Il nostro obiettivo, e non è un segreto perché già lo stiamo realizzando nel presente, è di fare in modo che una volta finita la scuola i ragazzi possano continuare ad allenarsi come professionisti e proseguire gli studi all’università. È già attivo per alcuni atleti doppia carriera, universitaria e agonistica, che permetterà ai nostri giovani di non abbandonare il territorio. Ci sono ovviamente vantaggi in termini di strutture e anche economici e crescendo i nostri atleti tutto ciò si andrà sempre più a concretizzare, già oggi molti reggini di fatto si vengono ad allenare a Messina. Noi lavoriamo su questa linea perché crediamo che gli atleti debbano crescere nelle nostre strutture e intraprendere un percorso universitario all’interno di un’ottima università che abbiamo. Questo gli permetterebbe di continuare a nuotare da professionisti e studiare anche superati i vent’anni potendo così scegliere dopo”.