Quando la pesistica è di famiglia…Fabio Pizzolato pensa in grande

di Redazione

La famiglia Pizzolato ai vertici della pesistica italiana non solo grazie a Nino, medaglia di bronzo a Tokio 2020 e già qualificatosi alle Olimpiadi di Parigi, ma anche per merito di Fabio, campione italiano assoluto 2023 negli 89 Kg, dopo una serie di bei risultati tra juniores e Under 23. Entrambi nati a Castelvetrano, ma originari di Salaparuta, piccolo paesino nel versante trapanese della Valle del Belice, dal quale sono partiti con il sogno, poi realizzato alla grande, di diventare campioni nel sollevamento pesi, disciplina in cui hanno primeggiato fin da piccoli qui in Sicilia. E se Nino, il maggiore dei due, anno di nascita 1996, ha avuto ampiamente modo di salire alla ribalta per i suoi successi finanche olimpici, Fabio, di 5 anni più piccolo, sta venendo fuori a tempo debito, nonostante qualche guaio fisico di troppo.

Un momento di cambiamento

Ad ogni modo Fabio Pizzolato, al momento fermo a causa di un infortunio al ginocchio, dopo la conquista del titolo tricolore, ha avuto modo di raccontarsi in un’intervista pubblicata dalla Federazione pugilistica italiana, tratteggiando il profilo di un campione che attende il momento giusto per esplodere, ma che intanto si guarda attorno: “Sto vivendo un momento di cambiamento della mia vita, mi sto mettendo in gioco e lo sto facendo con determinazione – dice Fabio – A dicembre il primo titolo assoluto, a inizio anno ho preso la qualifica da allenatore e proprio in questi giorni ho svolto dei corsi di formazione in Accademia. Sto costruendo il mio futuro e lo voglio fare adesso, a 22 anni: non voglio chiudermi in una bolla ma voglio guardare, pensare in grande”.

Un legame indissolubile

Poi, inevitabilmente, si affaccia la figura di Nino, che ha trasmesso al fratello minore la passione per la pesistica: “È partito tutto da mio fratello Nino che un giorno mi ha invitato in palestra, per fargli compagnia – conferma Fabio Pizzolato, nella sua intervista alla Fipe – Mi ha invitato a provare gli esercizi che faceva lui e io l’ho fatto; era presente un tecnico che ha visto in me del talento, delle possibilità e così ho preso il via. All’inizio non ero convinto, ma poi sono arrivati i primi successi, i primi campionati, i primi record e ha iniziato a piacermi. E ora mi ritrovo qui, a fare questo sport che amo veramente”. “Noi ci sfidiamo nella stessa categoria, rimanere indifferente in realtà è impossibile, anche se ci proviamo, però ogni successo dell’uno o dell’altro è sempre una soddisfazione – aggiunge – Ci supportiamo in gara, in allenamento, siamo fratelli nel senso più bello del termine, non esiste ‘maggiore’ o ‘minore’; abbiamo costruito un bel legame. Conosciamo i nostri punti deboli e i punti di forza e siamo una spalla l’uno per l’altro”.

Famiglia allargata

“Fatto il primo campionato italiano, stabiliti i nuovi record, sono stato subito chiamato in Nazionale: sono venuto a Roma quando avevo 13 anni”, ricorda poi Fabio Pizzolato, atleta delle Fiamme Oro, che sta lavorando per tornare in pedana nella seconda parte dell’anno, una volta smaltito l’infortunio. “Non è facile andare via di casa a quell’età, stare lontano dai genitori, non mi sono potuto godere a pieno la mia adolescenza; ma quando nasci in certe realtà, dove il futuro è incerto, andare via a crearselo con le proprie mani è un obiettivo grande, venire a Roma è stato un salto importante – conclude – Ed eccomi qui, a vivere da ormai diversi anni fuori casa, con mio fratello e con questa famiglia allargata che è quella degli atleti della Nazionale”.

(foto Fipe)