Il Palermo cade anche al Penzo, il Venezia spegne ancora i rosanero e vola in finale dei play off

di Edoardo Ullo

Niente miracolo. Niente impresa. E, cosa che fa riflettere, la squadra non ci è neppure andata vicino. Addio sogni di gloria. Il Palermo cade anche al Penzo e dopo aver perso 1-o in casa lunedì scorso issa bandiera bianca a Venezia col punteggio di 2-1. I lagunari volano così alla finale dei play off per accedere alla serie A ed aspettano una tra Cremonese e Catanzaro che si affronteranno sabato 25 maggio.

I veneti raggiungono l’ultimo atto della stagione con pieno merito dimostrando superiorità nell’arco dei 180 minuti.

Ai rosanero, come nel match di andata del resto, non è bastata la buona volontà e nulla hanno potuto quando la squadra di Vanoli ha accelerato. Partita e qualificazione già in salita dopo appena 4 minuti.  Tessmann in diagonale buca Pigliacelli in una maniera simile a quanto ha fatto Pierini lunedì scorsa con Desplanches, oggi assente per infortunio.

La reazione dei rosanero è tutta in un colpo di testa di Segre fermato miracolosamente da Joronen a metà primo tempo. Probabilmente quella parata ha messo la parola fine alle velleità di rimonta dei siciliani che nel corso del primo tempo non sono più riusciti ad essere realmente pericolosi. Ed anzi, con un nuovo lampo il Venezia raddoppia sul finire della prima frazione con una bellissima azione corale finalizzata a porta vuota da Candela.

Nel secondo tempo rivoluzioni in entrambi gli schieramenti (nel Palermo però i primi due cambi sono stati due difensori per difensori…) con i rosa che hanno spinto senza però creare effettivi pericoli. Solo nel finale un guizzo dell’oggetto misterioso Traorè trova la deviazione di Svoboda che inganna Joronen. Troppo poco però per sperare in un esito diverso.

Ma nei 90 minuti il Venezia è stato più vicino al terzo gol piuttosto che i siciliani al primo. Insomma, finisce 2-1 al termine di 90 minuti che sono stati la summa della seconda parte della stagione regolare: un incubo a tinte rosanero. Mignani ha portato la squadra alle semifinali contro una squadra che ha sfiorato la serie A diretta e nell’arco dei 180 minuti ha limitato i danni. La differenza soprattutto in fatto di condizione, gioco e convinzione era piuttosto netta. Assolutamente deficitario invece l’attacco. Mai veramente pericolose le punte, un dato da non sottovalutare nell’immediato futuro, in sede di programmazione del calciomercato in vista della prossima stagione che dovrà essere, lo spera una città intera, quella del riscatto.

Per il Palermo arriva il tempo delle riflessioni. E probabilmente della rivoluzione. Questa squadra non si è più ritrovata realmente da fine febbraio. Qualcosa deve essere successo. Il cambio di panchina è stato anche tardivo. Ora sia la società, il City Group a fare le proprie valutazioni ed a fare le proprie mosse. Indicative, decisive. Palermo vuole tornare a sognare in grande e questa squadra ha soltanto illuso e deluso.

Il tabellino

Venezia-Palermo 2-1

Venezia: Joronen; Idzes, Svoboda, Sverko (dal 68′ Altare); Candela, Busio dall’81 Jajalo), Tessmann, Lella (dal 61′ Ellertsson), Zampano; Pohjanpalo (dal 68′ Olivieri), Pierini (dal 61′ Gytkjaer). Allenatore Paolo Vanoli. A disposizione: Bruno, Grandi; Dembelè, Modolo; Cheryshev, Andersen, Bjarkason.

Palermo: Pigliacelli; Marconi (dal 46′ Nedelcearu), Lucioni, Graves (dal 46′ Aurelio); Di Mariano, Ranocchia, Segre, Diakitè; Brunori (dal 62′ Mancuso), Insigne (dal 56′ Di Francesco), Soleri (dal 76′ Traorè). Allenatore Michele Mignani. A disposizione: Karunic; Buttaro, Lund; Stulac, Vasic, Henderson, Gomes.

Arbitro: Pairetto di Nichelino; guardialinee Costanzo di Orvieto, Passeri di Gubbio. Quarto uomo Marchetti di Ostia Lido. Var Valeri (Roma 2), Avar Marini (Roma 1).

Reti: al 4′ Tessmann, al 42′ Candela, all’85’ Svoboda (autogol)

Note. Ammoniti Graves (Palermo), Joronen (Venezia), Tessmann (Venezia), Zampano (Venezia), Di Francesco (Palermo). Recuperi 2′ e 4′.

Foto di Pasquale Ponente