La sfida speciale dei Muscolino, padre e figlio assieme sulla cima dell’Etna

di Redazione

È andata in scena nello scorso fine settimana la diciassettesima edizione della Supermaratona dell’Etna, per un’avventura sportiva che combina la bellezza paesaggistica con la sfida fisica e mentale, con start da Marina di Cottone (Fiumefreddo di Sicilia) e arrivo sulla cima dell’Etna, dopo aver percorso 43 chilometri di pura salita. Sono stati quasi cinquecento i runners al via, con alcuni dei più forti ultramaratoneti del panorama nazionale, con le vittorie di Nicolas Dalmasso e Antonella Ciaramella. Ma tra la lista dei partecipanti ci sono anche storie particolari, come quella di una coppia siciliana molto speciale composta da padre e figlio: Giuseppe ed Emanuele Muscolino, che hanno partecipato insieme alla Supermaratona dell’Etna, spronandosi a vicenda e supportandosi passo dopo passo.

Una storia speciale

Una storia molto speciale la loro: Giuseppe, il papà, 56 anni, ex poliziotto, nel 2019 mentre prestava soccorso stradale insieme al collega Angelo Spadaro che purtroppo perse la vita quel giorno, venne travolto da un camion che gli lasciò dei segni permanenti, con dodici viti, due placche e una limitazione funzionale al ginocchio sinistro. Giuseppe era un runner abituato a stringere i denti e dagli ottimi tempi, visto che nel 2018 arrivò al traguardo tredicesimo assoluto e primo di categoria alla Supermaratona dell’Etna, così anche quando i medici gli dissero che non avrebbe più corso non si perse d’animo e dopo molta riabilitazione, tanti esercizi, e una grande forza di volontà tornò a macinare chilometri. “È la seconda volta che io ed Emanuele corriamo insieme alla Supermaratona dell’Etna (lo scorso anno la chiusero in 5 ore e 43 minuti) – spiega Giuseppe -, una gara impegnativa ed emozionante. Dopo l’incidente rimasi in sedia a rotelle, poi sulle stampelle, finché finalmente nel 2023 dopo tanta riabilitazione ricominciai a correre e la sfida più grande fu la Supermaratona”.

Momenti indelebili

E anche quest’anno padre e figlio sono arrivati in cima assieme, tagliando il traguardo dopo 5 ore e 56 minuti di scalata, arricchendo di fascino una gara che non è una semplice competizione, ma un’esperienza che rimane nel cuore di chi vi partecipa, immergendosi nella natura selvaggia della Sicilia, per sfidare i propri limiti e per condividere momenti indimenticabili di un’avventura che aiuta a superare i propri limiti.