Pallacanestro Trapani, incontra Biella. I numeri della Edilnol

di Redazione

Biella propone il suo storico stile, quel basket aggressivo e veloce che è ormai un riconosciuto marchio di fabbrica. Il roster è ancora più giovane degli anni passati, con tante responsabilità nelle mani dei talentuosi under, a dimostrazione del fatto che ormai l’Edilnol è un chiaro punto di riferimento/approdo per i ragazzi che vogliono crescere e sfondare, e la storia di Bortolani e Miaschi insegna. L’aspetto che spicca di più è il debordante e diffuso atletismo del roster, anche nei ruoli perimetrali, che permette all’esperto coach Andrea Zanchi (profondo conoscitore di settore giovanile ed, in generale, di giovani) di “cambiare” in difesa senza pagare dazio, partire così da un’asfissiante pressione sulla palla per poi spingere la transizione. Dopo le iniziali difficoltà, l’intraprendenza e la sfacciataggine dei giovani ha condotto Biella a far male ad avversari più strutturati (su tutti il successo contro Udine) e, soprattutto, a lottare a pieno titolo per la salvezza. Le ultime tre sconfitte consecutive le hanno un po’ tarpato le ali ma, va detto, si trattava di tre trasferte complicate, ed a maggior ragione “at home” l’Edilnol non può più permettersi passi falsi. I singoli. Le redini della squadra sono affidate al play-guardia del 2001 Gianmarco Bertetti che, quest’anno, è al salto di qualità, avendo sempre più responsabilità. Rimane tanto in campo ed il suo biglietto da visita è pressare fino allo sfinimento il portatore di palla avversario. Porta in dote più punti del passato ed, in tal senso, lo aiuta il miglioramento nel tiro dalla distanza che usa con prevalenza (39% da tre, su più di 5 tentativi per volta), poiché fatica nel traffico, data l’esile struttura fisica (38% da due). Predilige far giocare la squadra (2.5 assist di media) ma, al contempo, sa quando mettersi in proprio, sfiorando la doppia cifra di media (9.3 p.ti). La guardia U.S.A. del 1986 Kenny Hasbrouck è un esperto della categoria, un vincente con delle promozioni alle spalle. La sua arma migliore è il tiro dalla distanza, in uscita dai blocchi o sul pick and roll dopo il cambio difensivo. Lo usa tantissimo, con ben 9 conclusioni ad uscita ed il 33% dai 6.75. Sfiora il 50% da due (47%), soluzione che utilizza meno, ed accusa qualche problema in lunetta (61%), dove però va poco per via di un gioco ormai quasi esclusivamente perimetrale. Per il resto 14.1 p.ti, 3.4 rimbalzi e 4.3 assist di media, segno che “vede” bene il gioco ed i compagni. Indispensabile la sua esperienza e leadership. Altro giovane in rampa di lancio, e quest’anno responsabilità da americano, per la guardia del 1999 Matteo Pollone che guadagna tantissimi minuti rispetto al passato, assicurando energia (e diversi recuperi per volta, quasi 2 per gara), fisicità e tanti rimbalzi per il ruolo (ben 6 di media). Pericoloso quando attacca il ferro, da li i tanti falli subiti (4 per gara, che converte a fatica dalla lunetta, con appena il 59%). Per il resto, migliorabili le percentuali dal campo (38% da due, 32% da tre), ma va detto che tira più che in passato, rimanendo in ogni caso un giocatore di sistema, il cui apporto a tutto campo non sempre va nelle cifre (che comunque dicono 8.3 p.ti a match)! L’ala forte è l’U.S.A. Steven Davis, 28enne uscito da Wright State (Ohio), con diverse esperienze fuori dagli States, in virtù di ottimi campionati in Ungheria, Slovacchia e, soprattutto, Svezia. Esplosivo, atletico, veloce. Può far male con la sua atipicità, attaccando il ferro ed “aprendo” il campo, all’occorrenza colpendo anche dalla distanza con un buon tiro dai 6.75 (36% da tre), contro avversari meno dinamici. Non è certamente un giocatore da post basso (non disponendo di tanti chili) ma in quintetti small può giocare anche da “cinque” tattico. In difesa può “cambiare” anche sui piccoli. Le sue cifre: 16.9 p.ti (52% da due), 3.4 falli subiti, 6.1 rimbalzi. Rispetto all’andata è cresciuto esponenzialmente. Nel pitturato anche l’esperto Luca Infante (1982), ex Eurobasket Roma e Mantova, che non fa mancare grinta e determinazione nei pressi del canestro. Negli anni ha allungato il suo raggio d’azione e, non di rado, ci prova anche da tre, pur con alterne fortune (24% in stagione), mentre da sotto tira sempre meno (36% da due). Nonostante la verve da lottatore (2.8 p.ti + 3.5 rimbalzi), prezioso è poi il suo ruolo di regista “aggiunto” della squadra, in particolar modo dal post alto. Per gli equilibri del gruppo è un elemento insostituibile. Tanto spazio (22’ di parquet) per il centro del 1999, ex Tortona, Alessandro Morgillo. Coach Zanchi gli da fiducia, lui fa valere in area colorata le sue lunghe leve ad intimidire le incursioni avversarie (1 stoppata di media). I movimenti da lungo vecchio stile spesso sono accompagnati da buone percentuali da sotto (48% da due), e sta crescendo anche a rimbalzo (4.6 a match) e nel contributo offensivo (8.1 p.ti a referto). Male dalla lunetta, con il 52% stagionale. In prestito poi da Reggio Emilia due giovani prospetti del panorama cestistico nazionale: il play-guardia del 2001 Carlo Porfilio, talentuoso esterno che da impatto (2.1 p.ti di media in quasi 11’ di campo, con il 47% da due ed un disastroso 8% da tre); ed il playmaker del 2001 Antonio Jacopo Soviero che, dopo aver fatto cose interessanti in B con Bologna Basket 2016 (trovando continuità d’impiego e di responsabilità, con 7.9 p.ti a match), si è guadagnato spazio nella season, dimostrando notevoli doti di uno contro uno che lo portano a subire tanti falli, ed in generale una grande energia che si traduce in rimbalzi, recuperi ed assist per i compagni. Qualche palla persa di troppo, di contro. I suoi numeri: 17’ di utilizzo medio, con 4.1 p.ti (48% da due), 2.5 falli subiti, 2 rimbalzi e 2.1 assist. Inoltre il 33% dai 6.75 ma dalla distanza tira davvero poco. 10’ anche per l’ala del 2003 Luca Vincini, che può giocare da 4 atipico (2.8 p.ti di media) che corre (ed apre) il campo e cambia in difesa, ma è chiamato a percentuali migliori (42% da due, 24% da tre, 67% ai liberi). Decisivo infine il ruolo del playmaker, di ottima struttura fisica, del 1996 Tommaso Bianchi, che rimane in campo tanto (quasi 19’ di media) e produce altrettanto (5.9 p.ti, 2.3 rimbalzi, 1.8 assist ed un eccellente 46% da tre). Arma che usa con netta prevalenza, non amando più di tanto buttarsi dentro nel traffico.