Crisi Messina, fumata nera per l’operazione salvataggio

di Alessandro Calleri

L’operazione salvataggio in extremis del Messina non è andata a buon fine e il destino del club giallorosso appare adesso sempre più segnato. Il notaio Bernardo Maiorana, all’uscita dello studio, ha comunicato che tramite la raccolta fondi, su adesione di alcuni imprenditori cittadini, non è stato raggiunto l’importo totale da coprire di 312mila euro per la scadenza di oggi, utile a versare stipendi e contributi dei tesserati relativamente all’ultimo bimestre. Mancavano oltre 100mila euro, come ammesso dallo stesso Maiorana, per raggiungere la cifra necessaria. A questo punto, da prassi, le somme raccolte verranno restituite.

Vana la corsa contro il tempo

Ma andiamo con ordine. Nella serata di ieri il sindaco Federico Basile aveva fatto il punto, sottolineando la criticità della situazione: “La procura a vendere da parte dell’amministratore del club Doudou Cissè è pervenuta al presidente Stefano Alaimo e l’iniziativa promossa dall’imprenditore Francesco Barbera è stata condivisa da altri imprenditori”. Barbera aveva già versato l’importo di 25mila euro, restando la necessità inderogabile di arrivare a quota 312 mila euro. La corsa contro il tempo nella giornata odierna non ha dato però i frutti sperati. Poco prima della “deadline”, prevista per le 15.30 (e poi slittata di un’altra ora), il notaio Maiorana ha redatto una procura, sottoscritta dal presidente Stefano Alaimo, ricevendo l’elenco di tutti i tesserati e i relativi modelli per il versamento dei contributi, pronto ad effettuare le operazioni. Nessun colpo di coda, però, sul filo di lana, con Alaimo che lasciando lo studio, prima che venisse comunicato l’esito negativo del tentativo disperato, si era espresso così: “Ho firmato questa procura al notaio Maiorana per poter eseguire i pagamenti. Staserà darò le dimissioni, il mio compito qui è finito. Se le avessi date prima non avrei potuto firmare queste procure per mandare avanti la causa del Messina. Purtroppo sono un dipendente di Aad che avrebbe dovuto darmi le condizioni per gestire il tutto e invece non me le ha date. Sono stato minacciato e insultato, ci sta tutto calcisticamente parlando, capisco i tifosi, però non capisco come possano aver minacciato di morte i miei figli”.

Game over?

Il passaggio dell’80% delle quote da Pietro Sciotto all’Aad Invest Group, avvenuto nello scorso gennaio, ha sancito la pietra tombale sul Messina. Il gruppo lussemburghese aveva già dato ampia prova di sé in Belgio con il fallimento del Deinze e la presentazione in pompa magna a Palazzo Zanca ha rappresentato soltanto una presa in giro. Solo promesse, senza immettere liquidità. Tanti, troppi, teatrini. Le prime scadenze subito disattese e il -4 in classifica a gravare su una squadra che in campo, con tutti i suoi mezzi, stava cercando di lottare per mantenere la categoria, rivelandosi più forte delle difficoltà quotidiane. L’arrivo del ds Roma, del tecnico Banchieri e di calciatori del calibro di Crimi e Buchel nel mercato di gennaio aveva dato nuova linfa a tutto l’ambiente, riavvicinando il pubblico. Adesso anche le ultime due gare del campionato di Serie C, contro Foggia e Juventus Next Gen, con i peloritani chiamati a rimanere entro gli otto punti di distacco dalla Casertana per disputare i playout, rischiano di perdere valore. Anche perché con quale stato d’animo scenderanno in campo i protagonisti? Sebbene gli addetti ai lavori indichino come rimandate al prossimo torneo le inevitabili penalizzazioni in classifica, diventerebbe inoltre ancora più utopistico trovare acquirenti per un club così indebitato sul piano finanziario ed eventualmente retrocesso nei Dilettanti. Una tifoseria che specie in questi ultimi mesi ha dimostrato un attaccamento viscerale alla squadra e soprattutto una città intera sono state maltrattate. La famiglia Sciotto chiude nel modo peggiore la sua avventura durata otto anni, avendo consegnato ad una proprietà inconsistente le sorti del Messina. Le istituzioni si sono mosse forse troppo tardi e l’imprenditoria non ha risposto presente. Si profila l’ennesimo fallimento. In sostanza la sconfitta di tutti.