Palermo, respinto il ricorso: confermato il sequestro della Virgin Active

di Pietro Minardi

E’ stato rigettato il ricorso promosso dagli avvocati dei proprietari della palestra Virgin Active. L’edificio, sito in via Gioacchino Ventura a Palermo, ha subito un sequestro nel 2020, a causa di presunti abusi edilizi nella ristrutturazione per pericolo di crollo.

Su istanza del legale del proprietario della Virgin Active, il Gip aveva in un primo tempo dissequestrato l’immobile. Avverso alla decisione però, i PM hanno fatto ricorso al Tribunale del Riesame, che gli aveva dato ragione. Oggi arriva infine il verdetto finale, con la palestra che rimarrà chiusa anche se, a dire il vero, l’impianto non ha mai davvero riaperto a seguito delle conseguenze dell’emergenza covid-19.

LA TESI DEI PM E GLI INDAGATI

Secondo l’accusa, nell’ammodernare l’immobile poi diventato sede della struttura sportiva, i committenti avrebbero aumentato la superficie utile dell’edificio. Lavori per cui sarebbe stata necessaria la concessione edilizia, mai richiesta. In questo modo si sarebbero anche risparmiati 60.000 euro di oneri di urbanizzazione. Nella vicenda sono implicati anche funzionari di pubblica amministrazione che avrebbero ritenuto legittima la dichiarazione di inizio lavori presentata e non avrebbero preteso la concessione.

Nel procedimento sono indagati Filippo Basile, amministratore della società Euroleasing Company Spa, proprietaria dell’immobile; Antonino Lo Duca, progettista e direttore dei lavori fatti per ampliare la struttura; Tommaso Castagna, titolare della società esecutrice dei lavori. Nonchè i funzionari del Comune Giuseppe Monteleone, dirigente responsabile dello Sportello Unico delle attività produttive; Antonino Zanca e Sergio Marinaro che hanno istruito la pratica. I primi tre sono accusati degli abusi edilizi. I funzionari comunali sono accusati di abuso d’ufficio