Pallacanestro Trapani, i numeri dell’avversario Staff Mantova

di Redazione

La squadra allenata da coach Gennaro Di Carlo è tra quelle che ambiscono legittimamente ai piani alti della classifica, puntando a disputare i play-off da posizione privilegiata. Il roster costruito in estate è pieno di talento, esperienza e punti nelle mani … se i giovani che chiudono le rotazioni cresceranno, all’ombra dei sette big, nel corso della stagione, beh nessun obiettivo è precluso a Laganà e soci. Le redini della squadra sono affidate proprio al talento di Marco Laganà (1993) che nella sua carriera è stato frenato esclusivamente dagli infortuni che gli sono occorsi. Devastante in campo aperto, in virtù di doti atletiche non comuni e dell’energia che getta sul parquet, in entrambi i lati del campo. L’1c1 è la specialità della casa ma garantisce alla squadra anche preziosi assist e le sue indubbie qualità di difensore. Pecca (di solito) invece nella precisione al tiro, soprattutto da fuori (anche se nelle prime due uscite è al 38% da tre). Per lui finora 20 p.ti, 5.5 falli subiti, ben 8.5 rimbalzi (un record per il ruolo) e 4.5 assist a match. Non è di certo un timido, con 15 tentativi dal campo e tanti viaggi in lunetta. Un neo, le 3 perse di media. Colpo da novanta l’ala del 1991 Hollis Thompson che, dopo aver giocato nella prestigiosa Georgetown University, vanta esperienza “vera” in Nba con i Sixers, nelle cui fila sfiora il 40% da tre nei quattro anni lì disputati, e nella stagione 2015/16 raggiunge quasi la doppia cifra di media. Tanto basta per rendersi conto della cifra tecnica dello U.S.A. di Mantova. Non a caso nelle prime uscite stagionali “ventello” assicurato col 50% dai 6.75, nonché buona mano a rimbalzo (grazie alla notevole struttura fisica) e nei rifornimenti ai compagni, segno che “vede” bene il gioco. Non proprio un giocatore che attacca il ferro, poiché preferisce affidarsi alle sue eccellenti doti balistiche. Altro atleta da piano di sopra, la guardia serba del 1997 Vojislav Stojanovic che ha disputato tanta A, prima nel triennio con l’Orlandina (nell’ultima stagione, proprio con coach Di Carlo, chiude con 11.2 p.ti, 5.1 rimbalzi, 4.3 assist), poi nel biennio con Cremona. Giocatore punto di riferimento offensivo, in virtù di una certa confidenza col canestro. Ama prevalentemente giocare in campo aperto, e buttarsi dentro attaccando il ferro, stante la sua notevole forza fisica. Non a caso subisce tanti falli, cattura per il ruolo parecchi rimbalzi ed, in aggiunta, costruisce gioco chiudendo il referto con tanti assist. Diversi recuperi nelle prime uscite, di contro qualche persa di troppo e non ancora on fire dalla distanza. Sul perimetro c’è anche la guardia, con importanti annate in doppia cifra a Verona, Ferrara e Udine, Riccardo Cortese (1986) che dal campo conclude con buone medie dalla distanza, la specialità della casa che usa con prevalenza. Può prendere fuoco da fuori in qualsiasi momento mentre non ama più di tanto attaccare il ferro. Finora limitato da guai fisici, più in generale deve gestire il passaggio da protagonista assoluto a gregario e specialista di lusso. Poi c’è il lungo Antonio Iannuzzi (1991) che ha fatto tanto piano di sopra (Torino, Brindisi e Varese), e l’anno scorso ottenuto proprio la promozione in A con Napoli. Centro con punti nelle mani che fa sentire la sua notevole tecnica individuale nel pitturato, avendo doppia dimensione, sia dal post basso che dalla media fronte a canestro. Può viaggiare in “doppia doppia”, facendosi sentire su entrambi i lati del campo. Subisce tanti falli, ed è un insospettabile assist-man, soprattutto dal post alto. Fatica dalla lunetta e tende a qualche persa. Vero punto di riferimento del sistema di gioco dello staff tecnico. Poi troviamo Matteo Ferrara (1997) che è l’atletica ala piccola che non fa certo mancare i suoi proverbiali “voli” sopra il canestro, grazie a gambe a dir poco esplosive. Rimbalzi e stoppate se li porta da casa, migliorabile invece il suo senso tattico ed il tiro dalla distanza (pur concludendo poco dai 6.75). Giocatore solido, che tira da due ben sopra il 60%. Atleta. Prezioso tatticamente, poiché può giocare da “quattro” atipico che apre il campo. Altro atleta da doppia cifra potenziale, la guardia, ex Montegranaro, Napoli ed Orzinuovi, Martino Mastellari (1996) che tira prevalentemente da tre, sfiorando il 40% su quasi 6 tentativi a match. Tanta fiducia in lui, con 24’ di parquet. Specialista, di rado attacca il ferro o gioca uno contro uno. Buon passatore. Poi i giovani, Manuel Saladini (playmaker del 2002) che è il più pronto, come dimostra l’inizio di stagione (3.5 p.ti in 14’, 40% da tre e 2 assist di media), il pivot del 2001 Beniamino Basso e il 2/3 del 2002 Armando Verazzo, finora invece ai margini delle rotazioni.