Palermo – Venezia…”Divieto di sosta”. Il punto di Giuseppe Misiano

di Giuseppe Misiano

Il titolo per questa non breve digressione sulla serie B 2022 2023 è volutamente ironico. Fin qui (al primo stop di questa lunga maratona che terminerà a maggio) le aspettative non sono state infatti tradite e possiamo dire che ci siamo divertiti. E quasi quasi dunque non vorremmo che ci si fermasse. Tre mesi fa, alla vigilia, scrivevamo infatti che il campionato si presentava ai nastri di partenza con talune peculiarità che ne esaltavano il carattere fortemente territoriale. Lo slogan (voluto dalla lega B) della cadetteria recita infatti “Il campionato degli italiani”. E mai come in questa edizione, se paragonato almeno agli ultimi 5 anni, il campionato è stato così rappresentativo: 6 capoluoghi di regione, 14 regioni presenti. Il risultato è stato soddisfacente. E Il pubblico ha risposto: medie altissime di spettatori a Bari, Genova e Palermo che detengono anche il maggior numero di abbonati. A ruota Cagliari, Reggina, Parma; e per le altre squadre al di sotto della soglia dei 10.000 di media, va considerato il numero in rapporto al bacino di utenza. E allora lì vediamo ancora medie altissime, specie a Benevento, Pisa e Ascoli. E anche commercialmente parlando, considerate le ovvie e dovute differenze con la serie A che può essere considerato un altro pianeta, il “prodotto” Serie B può essere visto come un successo della Lega in termini di cessione dei diritti televisivi. E di esposizione mediatica generale che registrerà tra l’altro un notevole vantaggio: la B sarà uno dei pochi tornei europei a non fermarsi in concomitanza coi mondiali più discussi di tutta la storia del calcio. Non pensiamo di esagerare dicendo, complice la mancanza dell’Italia in Qatar, che la serie B terrà testa al massimo torneo FIFA in termini di visibilità televisiva. Tornando ai contenuti tecnici va sottolineata anche un’altra variabile virtuosa per la serie B: il regolamento delle liste over e under obbliga le squadre a privilegiare l’impiego di giovani. Ed in effetti a considerare l’età media dei giocatori che hanno figurato in questa prima parte della stagione vediamo che essa è piuttosto bassa. E lo spettacolo non ne ha risentito, anzi. Il campionato è divertente poiché equilibrato. E i tecnici con i loro rispettivi staff sono preparati sia dal punto di vista tattico che atletico. Mancano valori assoluti, è vero, in termini di individualità: in passato la serie B ha visto passare fior di campioni; adesso non ci sono nomi da A che da soli fanno vincere i campionati, ma i valori di tutte le rose sono mediamente elevati. Ciò che si traduce nella proposta di un calcio offensivo dove la voglia di vincere è preponderante. Ci sono le qualità per proporlo. E questo alla gente piace. Dovessimo fare dei nomi per quanto fin qui visto, citerei 20 elementi di valore, tutti rigorosamente under 23: Caso Moro e Ciervo (Frosinone) Fabbian e Pierozzi (Reggina), Bernabé e Oosterwolde (Parma), Diakité e Coulibaly (Ternana) (Tourè, Morutan e Tramoni (Pisa), Nicolussi Caviglia (Sud Tirol), Antonucci (Cittadella), il già nazionale Esposito (Spal), Florenzi (Cosenza), Makombou e Luvumbo (Cagliari) e i “nostri” Gomes e Buttaro (Palermo).
Vediamo più in dettaglio quali sono le squadre che possono dire di avere fin qui rispettato i propri obiettivi e chi no. La classifica dice Frosinone davanti a Reggina, Genoa, Parma, Ternana, Bari e via via le altre. Va da sé che questa configurazione attuale spiegherebbe già tante cose, ma non sempre la fotografia offerta dai numeri è veritiera fino in fondo. Con 25 partite da giocare e 75 punti a disposizione, ci può essere una prova d’appello per chi non è in quelle prime 6 posizioni e, inversamente, qualcuna delle prime 6 può non confermare quanto di buono fatto fin qui. In questa ottica, mentre valutiamo per realistica la situazione dl Frosinone, (voto 8) che da anni lavora per la stabilità finanziaria e per campionati via via in crescendo, considerando “fuori concorso” il Genoa (voto 7,5) per gli ingenti investimenti in sede di mercato, il Parma (voto 7) che è un pò una via di mezzo tra le due sopra citate, sicuramente la Reggina (voto 7, pronti, via, cambiato tutto, dalla proprietà all’allenatore fino ad alcuni giovani prepotentemente saliti alla ribalta, tra tutti i citati Fabbian e Pierozzi) sta raccogliendo quanto alla vigilia non preventivato. Così come la Ternana, (voto 6,5) cha ha avuto un approccio differente rispetto ai calabresi, ma che il vivace Presidente Bandecchi ha quasi stimolato in prima persona scuotendo tutto l’ambiente rossoverde. Ma in termini assoluti, aldilà degli investimenti, dei proclami, e della qualità della rosa, la sorpresa più eclatante di tutti è rappresentata dal Sud Tirol (voto 7) che dopo l’avvento di Bisoli non ha più conosciuto sconfitte ed ha sciorinato risultati e prove convincenti con quasi lo stesso organico con il quale ha meritatamente vinto la serie C. In questo solco si è mosso anche il Bari, (voto 7) in termini di continuità con quanto fatto l’anno scorso essendo anch’essa una neopromossa. Qui però il contesto di pubblico e di disponibilità della proprietà di De Laurentis è ben diverso e questo può essere considerato un anno di transizione rispetto ai programmi sicuramente più ambiziosi del prossimo futuro. Una nota positiva (voto 6) merita il Pisa, col redivivo D’Angelo, finalista perdente dei playoff l’anno scorso col Monza: partenza in sordina ma grande potenziale, quasi a voler riprendere il filo smarrito l’anno scorso. Le noti dolenti in assoluto si registrano a Venezia (voto 4) che ha sbagliato innanzitutto la scelta dell’allenatore, Javorcic, troppo precipitoso nel lasciare Bolzano che non ha saputo dare consistenza ad una rosa assolutamente qualitativa; insufficienza anche a Benevento (voto 4), anche lì, rosa più che buona ma abito mentale e tattico insufficiente, dove prima Caserta e adesso Cannavaro stanno stentando. Insufficiente il Cagliari (voto 5); una piazza che considerava di passaggio questo intermezzo in B, ma che sta riscontrando difficoltà non preventivate alla vigilia. Colpa di Liverani? Voto insufficiente a Como (3) per l’ingente cifra spesa in sede di mercato dagli ambiziosi imprenditori fratelli indonesiani Hartono. Via via gli altri tra il 5 ed il 6 (Brescia, Spal – col nuovo tecnico De Rossi – Modena, Cittadella Perugia e Cosenza) che, ad eccezione dei lombardi in difficoltà per motivi extra calcio che coinvolgono il quasi dimissionario Presidente Cellino, stanno onorando il campionato al meglio delle loro possibilità che non sono infinite, specie il Perugia che non ha ancora, nonostante l’esperto Castori e dopo l’inconcludente intermezzo di Baldini, dato una svolta al suo campionato. Onore comunque al lavoro svolto. In ultimo abbiamo lasciato il nostro Palermo. Il voto è…sospeso. Diremmo un 5,5 risicato. Discorso parzialmente sovrapponibile a quello fatto per il Bari: grande pubblico e grande disponibilità finanziaria. Ma al contrario dei galletti pugliesi il discorso tecnico si è arenato dopo le dimissioni di Baldini: confusione, campagna acquisti incongrua rispetto al DNA che comunque la squadra aveva con il tecnico toscano ed equivoci tattici ancora irrisolti hanno fin qui frustrato la stagione di Corini e compagni ancora alla ricerca di una quadratura che tarda ad arrivare. C’è tempo, fortunatamente e anche programmi e disponibilità. I tifosi devono solo pazientare. Intanto, questa B…godiamocela in ogni caso.