Balla Brasile! Balla. Per regalare un’altra gioia al tuo Pelé

di Valentino Sucato

C’è Brasile, c’è la festa. Nonostante tutto, nonostante Pelé. In Italia farebbe storcere il muso in tanti ma in Brasile tutto ciò è normale, perché i brasiliani c’è l’hanno nel DNA. La festa, la gioia, la samba, lo spettacolo, tutto incluso nel prezzo del biglietto per entrare negli stadi e nel prezzo da pagare per uscire o entrare nella storia. Anche le grandi sconfitte fanno parte del grande spettacolo carioca. Lo sanno tutti quelli che amano il calcio: senza Brasile non c’è mondiale. Balla Tite, balla Neymar. E con Vinicius e Paquetà balla anche la foca di balla Richarlison. E se questa sera anche se qualche ora prima han ballato i giocatori croati, a distanze di poche ore Perisic e compagni ma anche a Zagabria e dintorni la felicità è mitigata dalla gara di Casemiro e compagni. Temuto da tutti il Brasile è l’avversario che tutti vogliono incontrare perche battendolo puoi entrare nell’Olimpo degli dei. Se perdi hai perso con il Brasile. Se lo saranno detti anche i giocatori sudcoreani all’uscita del campo e negli spogliatoi. Il sogno si è realizzato, uscire dai mondiale per mano (perdon, per il piede) brasiliano. Nulla può essere più giustificabile di tutto ciò nel mondo del calcio. Spesso in questo mondiale si è parlato di poco spettacolo e quel poco che vi è stato era frutto delle sorprese in campo, vedasi Arabia Saudita, Giappone, Marocco.E perché no?!, anche il Camerun proprio contro un dormiente Brasile che si è preso un giorno di letargo in attesa di uscire fuori dalla tana al primo tepore dei quarti di finale. La S. Corea è stata spazzata via in pochissimi minuti, annichilita dalla dolce furia della samba calcistica, doverosa in questo momento più di ogni altro. Questi ragazzi non avranno mai visto giocare il grande Pelé ma ieri sera lo hanno onorato proprio mentre O Rey sta combattendo dentro un’area di rigore dove i suoi dribbling non sono inebrianti come lo furono nei rettangoli verdi di mezzo mondo a partire dalla Svezia del ’58. Stordita e annichilita la Corea cede il passo e già dopo trentasei minuti era sotto di quattro gol. Ma la gente in quelle latitudine non gerra mai la spugna. Lo dice la storia: lottare sino alla fine per l’onore. E così è stato. I coreani escono dal campo tra gli applausi, come i carioca, perché quando c’è il Brasile c’è festa per tutti. Nessuno escluso. Nemmeno per la Corea.

BRASILE-COREA DEL SUD 4-1

BRASILE: Alisson (81′ Weverton); Militao (63′ Dani Alves), Marquinhos, Thiago Silva, Danilo (72′ Bremer); Paquetà, Casemiro, Raphinha; Neymar (81′ Rodrygo), Vinicius (72′ Martinelli), Richarlison. All.: Tite.

COREA DEL SUD: Kim-Guy Seung; Kim Jinsu (46′ Hong Chul), Kim-Minjae, Kim-Moonhwan, Kim-Younggwon; Jung (46′ Son Jun-ho), Hwang (65′ Paik), Hwang, Lee (74′ Lee Kang-in); Son H, Cho (80′ Hwang Ui-jo). All.: Paulo Bento.

Marcatori: 7′ Vinicius (B), 13′ rig. Neymar (B), 29′ Richarlison (B), 36′ Paquetà (B), 76′ Paik (C) Dopo 7′, la nazionale verdeoro passa in vantaggio. Raphinha mette dentro una palla dalla destra che finisce sul destro di Vinicius, il quale apre il piatto trafiggendo il portiere sul palo lontano per l’ 1-0. Al 13′ Neymar supera su calcio di rigore Kim Seung-Gyu. I carioca si divertono e segnano altre reti. Al 29′ ci pensa Richarlison che abbia e conclude l’azione del 3-0. E al 36′ Vinicius entra in area dalla sinistra e serve per Paquetà che al volo trova l’angolino è il 4-0. Nella ripresa Alisson, al 2′ compie su para su Son. Al 9′ Kim Seung-Gyu evita la cinquina brasiliana, deviando in tuffo il sinistro di Raphinha. Al 23′ Alisson interviene in tuffo su Hwang Hee-Chan. Il portiere del Liverpool nulla può fare al 31 ‘ sul mancino dalla lunga distanza del neo entrato Paik Seung-Ho: è il 4-1 finale