Marocco- Spagna, da Dante alla Reconquista e poi Ceuta e Melilla. Quanta storia in una partita di calcio!

di Valentino Sucato

Chissà che temperatura avesse il mare nello stretto di Gibilterra ieri pomeriggio. Un fazzoletto azzurro che divide Africa ed Europa che Dante menzionò nella Divina Commedia. Le Colonne d’Ercole, quelle temute dai marinai che lasciavano il Mediterraneo per avventurarsi verso l’ignoto. Una paura che Ulisse avvertì negli occhi dei suoi marinai: “fatti non foste a viver come bruti ma seguir virtute e canoscenza”. Il Marocco calcistico ieri pomeriggio ha scritto una pagina di storia. E che storia! Raggiunge la prima volta i quarti del Mondiale di calcio e per giunta battendo i vicini spagnoli, per 3-0 ai calci di rigore. La grande sorpresa! La Reconquista, potremmo chiamarla, quella di un popolo che guarda l’ Europa come modello e che ha, almeno nel calcio, saputo modellare, importare e riproporre. Vincendo la sfida più difficile. Una cartolina di gioia e dal Qatar inviata a Rabat e tutta l’Africa firmata da una squadra che non finisce di soprendere. Dopo aver eliminato Belgio e Canada e aver fatto un figurone con i croati Hakimi e compagni vanno ai quarti eliminando e con merito la Spagna seppur alla lotteria dei calci di rigore. In Marocco è festa grande, Rabat, Casablanca, Fes, ma anche in tante altre parti del mondo dove ci sono comunità marocchine. Eppure in territorio marocchino non vi sono le due enclave spagnole Ceuta e Melilla che piangono. Per il resto è gioia anche nei paesi vicini, amici del Marocco. La bolgia allo stadio è stata l’antipasto di una festa che ha coinvolto in tanti, etnia berbera compresa. Per un giorno il vero Re del Marocco è stato Bounou, portiere che gioca nel Siviglia che ha parato tutto ciò che si avvicina dalle sue parti. Rigori compresi. Per la Spagna la maledizione continua, quella dei rigori a cui nulla può fare lo spettacolo e il tiki-taka. Nel 1986 era stato il Belgio a battere ai rigori le furie rosse, poi furono i coreani nel 2002 e la Russia nel 2018. Quattro debacle clamorose.Protagonista ed eroe della qualificazione che fa la gioia non di un solo Paese, ma di tutto il Continente africano, è il portiere Yassine Bounou. Lui gioca in Spagna, nel Siviglia e ha parato i tiri di Soler e Busquets, mentre Sarabia al primo penalty aveva colto il palo. Ma è l’ex interista Hakimi a realizzare la rete decisiva e a portare il Marocco ai quarti. Per la Spagna una sconfitta che brucierà tanto. Loro come l’Italia ai mondiali del ’66 hanno trovato nel Marocco la loro Corea. Quella del ct Regragui è una squadra umile, fisica, tatticamente composta e con grande autostima. Portogallo avvisato.

Marocco-Spagna 0-0 (3-0 dopo il calci di rigore)

Marocco: Bounou; Hakimi, Aguerd (85′ El Yamiq), Saïss, Mazraoui (82′ Attiat-Allal); Ounahi (120′ Benoun), Amrabat, Amallah (82′ Cheddira); Ziyech, En-Nesyri (82′ Sabiri), Boufal (66′ Ezzalzouli). CT Regragui.

Spagna: Unai Simón; Llorente, Rodri, Laporte, Jordi Alba (98′ Balde); Busquets, Gavi (63′ Soler), Pedri; Torres (76′ Williams (117′ Sarabia), Asensio (63′ Morata), Olmo (98′ Ansu Fati). CT Luis Enrique.

Sequenza rigori: Sabiri (M) gol, Sarabia (S) palo, Ziyech (M) gol, Soler (S) parato, Benoun (M) parato, Busquets (S) parato, Hakimi (M) gol.