Le strade del Giro’23. Oggi si corre per la leggenda: “Le tre cime di Lavaredo”

di Roberta Sucato

È il giorno della verità. Le tre cime di Lavaredo incoroneranno il probabile vincitore del Giro’23? Forse no ma ci daranno un’idea chiara su chi potrebbe portare la “Rosa” a Roma. Le cinque vette di questo tappone alpino mettono paura e contemporaneamente entusiasmo ai tanti tifosi, oggi le 5 scalate in successione potrebbero regalare momenti di ciclismo epico; una cosa è certa: chi vince da queste parti resta nella storia, nell’Olimpo della “corsa rosa”. A rendere più attesa la battaglia sono oltre ai nomi delle vette, la difficoltà del tracciato, i distacchi dei tre principali contendenti (chiusi in 39″) e la prossimità della chiusura del Giro. Chi sbaglia, praticamente, perde il Giro. Si parte da Longarone, località il cui nome ricorda una pagina triste della nostra storia italiana. Dopo 20 km si comincia a salire lungo la valle del Cordevole attraversando Belluno, Agordo e Alleghe, direzione Campolongo. Si scollina e si scende per 10 km. Poi si sale verso Valparola. La strada tornerà a diventare “un inferno obliquo” verso Giau, poi le Tre Croci e Rifugio Auronzo. La salita finale è un misto di calvario ed esaltazione dell’anima. Primi 1.5 km con pendenze fino al 18%, poi si respira sul Lago di Antorno e relativa discesa. Ma le gambe dei ciclisti capiranno che si tratta di una breve pausa illusoria. Ai 4 km dall’arrivo arriva la rasoiata: 12% con punte del 18%. Gli ultimi 50 metri avranno una pendenza infernale del 12.5%. Un motivo in più per festeggiare la vittoria e toccare il vicino cielo con un dito.