Verso Euro ’24, il pallone racconta la vittoria tedesca nel 1980 e il primo urlo di Tardelli nelle tristi notti del calcio-scommesse
Calcio04 Giugno 2024 - 15:08
Si avvicina prepotentemente l’estate e con essa il “naturale ma ingannevole” bisogno di stare lontano dal calcio dopo che la palla ha rotolato nella nostra testa per dieci lunghi mesi. Ma sarà così?Soprattutto negli anni pari sappiamo come questa sosta tra una stagione e l’altra sia pari allo zero a causa di Campionati Europei o Campionati Mondiali e se vogliamo ci mettiamo anche le Olimpiadi dove però il calcio ha recitato da sempre una parte meno importante.
Questa estate sarà dunque dedicata oltre che ai Cinque Cerchi parigini anche ai Campionati europei nei quali l’ Italia arriva da detentrice del torneo ma non da favorita inserita in girone di acciaio con Croazia, Albania e Spagna.
Nella storia di questa competizione molto più giovane dei campionati del mondo in quanto partita “solamente” nel 1960, la Nazionale azzurra ha vinto solo in due edizioni quelle del 1968 la cui fase finale fu giocata in Italia e del 2020 (che però a causa della pandemia Covid fu disputata un anno dopo).
Pochi però ricordano che nel 1980 gli Europei si disputano in Italia e che ancora prevedevano la presenza di due gironi di quattro squadre ciascuno, le cui prime si dovevano affrontare in finale, per le due seconde restava la finalina di consolazione che aveva come meta, il terzo posto.
Erano anni in cui le squadre nazionali iscritte all’ Uefa erano molto meno rispetto ad oggi. Infatti al posto della Jugoslavia di allora oggi abbiamo 7 Nazionali; dalla Cecoslovacchia sono venute fuori due nazionali e dall’ex Unione Sovietica sono venute fuori altre 15 squadre nazionali, di cui 12 “europee”.
In quella edizione del 1980 i due gironi erano molto equilibrati. Nel girone A l’urna ha voluto che vi fossero sfide affascinanti con gli olandesi reduci da due finali persi nei Campionati del Mondo di fronte alla Germania Ovest che l’aveva battuta proprio in quella del Mundial ’74.
Vi era anche la Cecoslovacchia detentrice del torneo che quattro anni prima (edizione 1976) aveva battuto i panzer che a loro volta in quella data erano campioni del mondo in carica e campioni d’Europa uscenti. Quarta incomoda e poi rivelatasi cenerentola del girone era la Grecia.
Nel girone B l’Italia reduce dall’ ottimo Mundial argentino (due anni dopo avrebbe vinto quello in terra ispanica) era dentro l’ uragano di calcio scommesse, nel girone si trovava di fronte l’Inghilterra dell’ allora stella Keegan, il sempre ostico e temibile Belgio e quella Spagna che ancora non era diventata grande.
La Germania Ovest dominò il Girone A con due vittorie e un pareggio nell’ ultima gara contro la Grecia. Come da pronostico la Germania vincendo con Olanda e Cecoslovacchia approdò alla finale.
Nel girone B ci fu più equilibrio. La Nazionale azzurra pagò cara la vicenda calcio scommesse con Paolo Rossi squalificato.
Gli uomini di Bearzot nella prima gara pareggiarono contro una modesta Spagna nelle cui fila fatichiamo a trovare nomi importanti.
E anzi l’attaccante Jesús Satrústegui si vide annullare un gol apparso regolare. Belgio e Inghilterra pareggiarono 1-1 fatto di non poco conto visto che a parità di punti e era la differenza reti a definire le posizioni della classifica e se ancora alla pari si ricorreva ai maggior gol realizzati.
Nella seconda giornata arrivano due vittorie: il Belgio batte 2-1 la Spagna e la nazionale azzurra l’Inghilterra per 1-0 con un gol maestoso di Tardelli impegnato per gran parte della gara a marcare il pericoloso Keegan ma bravo a sganciarsi in area ospite al 79′ e su cross di Graziani per realizzare il gol vittoria.
Quell’ esultanza è praticamente (e anzi verrà iconizzata) la prima versione di quella quasi uguale del Santiago Bernabeu nella finale mondiale alla presenza di Sandro Pertini.
Ma torniamo alla sfida dell’ 80. La vittoria però a parte mettere fuori dai giochi l’Inghilterra non servi molto a Zoff e compagni in quanto si ritrovarono a tre punti alla pari del Belgio ma con la nazionale di Guy Thys che avendo realizzato tre reti contro una sola degli uomini di Bearzot, aveva due risultati su tre favorevoli.
Come prevedibile il Belgio attuò una tattica rinunciataria, snervante ricorrendo al fuorigioco tipica soluzione delle nazionali nordiche di quel periodo e per Antognoni e compagni fu notte fonda.
Anzi furono proprio i belgi a sfiorare in contropiede il gol in almeno due occasioni. All’ Italia seconda nel girone spettò il diritto di disputare la finale per il 3° posto persa però ai calci di rigore contro la Cecoslovacchia di Nehoda e Panenka. Quella squadra con Gentile, Cabrini, Collocati, Graziani, Antognoni, Tardelli da quella delusione riusci a costruire l’impresa più importante quella del 1982.
La finale tra Germania Ovest e Belgio fu vinta dai bianchi del Ct Jupp Derwall per 2-1. La rete di Hrubesch arriva al 10′. I belgi vanno al pari con il rigore di René Vandereycken al 75′ ma Hrubesch all’ 89′ regala la Coppa Europa alla Germania Ovest.
Germania Ovest : Schumacher; Briegel (Cullmann 55′), Karl-Heinz Förster, Stieleke, Dietz (c), Kaltz; Müller, Rummenigge, Schuster; Hrubesch, Allofs
Ct : Jupp Derwall.
Belgio : Pfaff; Renquin, Millecamps, Meeuws, Gerets; Mommens, Vandereycken, Van Moer, Cools (c); Ceulemans; Van der Elst
Ct : Guy Thys
Arbitro : Nicolae Rainea (Romania)