L’Acr Messina richiede la concessione dello stadio, è polemica
Calcio27 Giugno 2025 - 18:25
Il futuro del calcio a Messina si tinge sempre di più giallo. Come si ripartirà? E da quale categoria? Dopo aver visto svanire ai playout il professionismo e ormai da mesi in mano a una proprietà fantasma, a dispetto del prolungato silenzio, l’Acr ha richiesto al Comune la concessione dello stadio “Franco Scoglio”. Obiettivo l’iscrizione al campionato di Serie D 2025/2026. Una situazione a dir poco surreale. Il tutto, peraltro, nonostante la penalizzazione di 14 punti che rappresentebbero un fardello non da poco nel massimo torneo dilettantistico e gli ingenti debiti che dovranno eventualmente essere sanati entro il prossimo 10 luglio.
La Fauci, appello al sindaco
Insorge, intanto, la politica. In una nota il vice presidente supplente del Consiglio comunale, Giandomenico La Fauci (Ora Sicilia), ha chiesto apertamente al sindaco Federico Basile di respingere la richiesta, definendola “inaccettabile”: “Una società che deve al Comune svariate migliaia di euro per le passate stagioni non può pretendere di continuare a utilizzare il nostro impianto sportivo più importante come se nulla fosse. Parliamo di una società che non ha mai saldato integralmente i propri debiti e chiede nuovamente l’utilizzo di un bene pubblico senza aver mai dimostrato affidabilità nei pagamenti. La richiesta arriva da Pietro Sciotto, lo stesso protagonista di polemiche e tensioni con l’amministrazione comunale negli anni passati. Come si può pensare di concedere nuovamente l’uso dello stadio a chi ha già dimostrato di non saper rispettare gli impegni presi con la città?”. “I messinesi – sottolinea La Fauci – meritano una società calcistica seria, che rispetti gli impegni e rappresenti degnamente la città, non questo continuo spettacolo indecoroso”.
L’invito di Carbone
Gli fa eco il consigliere di Fratelli d’Italia Dario Carbone che ha richiesto una convocazione urgente al primo cittadino e all’assessore allo sport, Massimo Finocchiaro: “I personaggi che hanno affossato il calcio messinese e ci hanno portato ad uno dei punti più bassi della storia sportiva della città dovrebbero avere la decenza di stare lontani da Messina” dichiara Carbone. “Vorrei comprendere come il Comune di Messina possa anche solo ipotizzare di concedere lo stadio ad una società che ha una posizione debitoria importantissima e pregressa nei confronti dell’Ente: si potrebbe discutere della situazione solo se l’Acr Messina venisse ceduto a persone che possono offrire alla città delle garanzie certe e venissero pagati i debiti” continua Carbone.
Il titolo del Sant’Agata
Lo scenario che sta prendendo piede – nonostante il disappunto da parte della tifoseria – è quello del trasferimento del titolo sportivo dal Città di Sant’Agata (retrocesso in Eccellenza) a Messina. Nei giorni scorsi, in uno studio commercialistico cittadino, alla presenza del presidente Maximiliano Sosa, del socio argentino Ariel Oyeda e dell’ex dirigente dell’Acr Messina Giuseppe Munaò, è stato ratificato l’atto costitutivo del nuovo club. La denominazione prescelta è “1947 Messina Asd”, che fa riferimento all’anno in cui nacque l’Acr. Entro il 30 giugno la nuova società dovrà completare i pagamenti degli ultimi stipendi agli ex tesserati, versando la tassa d’iscrizione e la fideiussione richiesta, per poi procedere col trasferimento del ramo sportivo del vecchio Sant’Agata a Messina. In seguito avverranno la nomina di ds e allenatore, mentre la sede del ritiro per la preparazione estiva dovrebbe essere Zafferana Etnea, tra il 16 e il 31 luglio.
La battaglia del marchio
Sullo sfondo c’è inoltre la cosiddetta battaglia per il marchio. La Società Cooperativa Calcio Messina, dopo la diffida ricevuta da parte dell’Acr Messina (rappresentato dagli avvocati Giuseppe Cicciari e Giampiero Picciolo) sulla questione, ha respinto al mittente le contestazioni di illegittimità (“La registrazione è avvenuta nel pieno rispetto della legge”), precisando che “Il marchio in oggetto (Associazioni Calcio Riunite Messina ovvero A.C.R. Messina ovvero ACR Messina, ndr) è stato faticosamente rintracciato – grazie all’impegno del consulente dott. Vittorio Fiumanò – e quindi intestato alla Lo Monaco Real Estate S.r.l. Nel 2022, lo stesso marchio è stato poi acquistato dalla Sciomari S.r.l., salvo poi essere nuovamente abbandonato al proprio destino, dimenticandosi persino di procedere al rinnovo della registrazione nei termini previsti dalla normativa (scadenza al 07/10/2023, termine di tolleranza massimo al 07/04/2024). Acr Messina, nei fatti, non è mai stata titolare né formalmente, né sostanzialmente del marchio in questione, né risulta che abbia mai avviato alcuna procedura di registrazione, voltura o rinnovo a proprio nome”. I legali del club giallorosso, lamentando l’illegittimità, hanno invece evidenziato che “la Società Cooperativa Calcio Messina ha presentato la domanda di registrazione del marchio, a distanza di appena due giorni rispetto a quando il Tribunale ha concesso all’A.C.R. Messina srl il suddetto termine di 60 giorni”. Un’altra diatriba della quale i tifosi, stanchi e delusi, avrebbero fatto volentieri a meno.