Distorsione tibio-tarsica: classificazione e trattamenti

di Silvia Console

In compagnia del Dott. Giorgio Sanguedolce, medico fisiatra, parleremo della distorsione tibio-tarsica, l’evento traumatico acuto più frequente che si verifica in ambito sportivo e in particolare nel Trail Running; una disciplina che prevede la corsa su terreni accidentati e che spesso mettono a dura prova le caviglie dei podisti.

Infatti, l’articolazione della caviglia, snodo dinamico tra l’arto inferiore, con le sue potenti masse muscolari, e il piede, è un punto che durante lo sport sollecitiamo tantissimo.

Il trauma distorsivo della caviglia si può avere in inversione ed eversione. La distorsione in inversione o “laterale” è la più comune e si verifica nella maggior parte dei casi in quanto il malleolo laterale è costituito dal perone osso che, anche se per micromovimenti, è mobile. Meno frequente è, invece, la distorsione in eversione o cosiddetta “mediale” che si verifica in meno del 10% dei casi.

È possibile classificare le distorsioni da un punto di vista sia temporale che della gravità del trauma.

La classificazione temporale prevede:

  1. Lesioni acute: primo evento distorsivo
  2. Lesioni acute su precedenti: episodi distorsivi 6-10 mesi successivi al primo trauma
  3. Lesioni inveterate: frequenti episodi distorsivi cd. lassità croniche

Invece, secondo una classificazione in relazione alla gravità del trauma si possono verificare lesioni di 0 grado, di I grado, di II grado e di III grado.

Per lesione di 0 grado si intende la non rottura legamentosa.

La rottura totale o parziale del legamento peroneo astragalico anteriore caratterizza le lesioni di I grado (PAA).

Con le lesioni di II grado cd. PAA + PC, invece, si verifica la rottura del legamento peroneo astragalico anteriore e del peroneo calcaneare.

Infine, si possono verificare lesioni di III grado, ossia PAA +PC + PAP, in cui si ha una rottura del legamento peroneo astragalico anteriore, del peroneo calcaneare e del legamento peroneo astragalico posteriore.

Per il trattamento riabilitativo è fondamentale una precisa valutazione dell’infortunio e una diagnosi esaustiva. A tal fine per la valutazione del danno tendineo o legamentoso è necessario procedere con ecografica, si dovranno poi escludere le micro fratture tramite Rx e successivamente si potrà procedere mediante uno dei seguenti trattamenti.

Sarà possibile ricorrere alla Tecar terapia, che consiste in un trattamento indolore e non invasivo basato sul trasferimento di energia biocompatibile ai tessuti lesi stimolandone le capacità riparative.

Molto comune tra i trattamenti riabilitativi è anche il Kinesio Taping, ossia un particolare tipo di bendaggio muscolare ottenuto mediante l’applicazione di nastro per taping. Si tratta di una tecnica non farmacologica per il trattamento di piccole lesioni di natura neurologia e ortopedica che si basa sul processo naturale di guarigione del corpo.

Anche le Onde d’urto possono essere una valida soluzione per ridurre il dolore. Si tratta di impulsi acustici molto brevi ad alta energia efficaci nel trattamento localizzato e non invasivo di patologie del sistema muscolo-scheletrico.

Inoltre, molto efficace è la terapia FREMS che produce un effetto terapeutico e antalgico rapido e duraturo. Si tratta di un dispositivo medico che genera segnali elettrici biocompatibili con l’organismo ovvero che sono in grado di interagire con i tessuti in cui vogliamo indurre delle reazioni.

Ulteriori trattamenti riabilitativi efficaci in caso di distorsione tibio-tarsica sono la Laser terapia, il Bendaggio funzionale con ossido di zinco nonché le Tecniche manuali di mobilizzazione, per migliorare il range di movimento.