Gardini guarda alla prossima stagione, “Palermo dovrà essere competitivo per la serie A”

di Pietro Minardi

Il prossimo anno dobbiamo essere competitivi per lottare per la Serie A“: questo è l’obiettivo che Giovanni Gardini, amministratore delegato del Palermo calcio, fissa per la prossima stagione. Uno sguardo al futuro, figlio di un’annata chiusa con qualche rimpianto visto il nono posto conquistato in classifica. Se l’obiettivo base della stagione, ovvero la salvezza, è stato raggiunto senza grossi sforzi, a lasciare l’amaro in bocca è stato il mancato accesso ai play-off, sfumato definitivamente in seguito allo sciagurato secondo tempo della sfida contro il Brescia. Ma dagli errori del passato si impara per migliorare nel futuro.

LE PAROLE DI GIOVANNI GARDINI

Il dirigente ha parlato in un’intervista rilasciata sui canali ufficiali del Palermo FC. Dieci le domande che gli sono state poste. Fra i temi trattati quello relativo al suo personale bilancio di questo primo anno di Serie B.  “La stagione che si è appena conclusa possiamo considerarla positiva in un campionato così equilibrato e competitivo. Il risultato finale lascia un po’ di rammarico perché eravamo dentro i play off a pochi minuti dalla fine. C’è molto amaro in bocca ma dobbiamo considerare come abbiamo iniziato la stagione e come siamo partiti. Abbiamo cercato gli obiettivi che ci eravamo posti ad inizio stagione, quindi è una valutazione positiva”.

Un giudizio che si scontra parzialmente con la delusione dei tifosi, resa evidente dai fischi che hanno fatto da corollario all’uscita dal campo del tecnico Eugenio Corini e della squadra. Troppe le occasioni perse, tante le partite in cui i rosanero si sono fatti rimontare. Errori dai quali il club dovrà imparare per il futuro. “I tifosi che siano scontenti è un loro diritto. E’ corretto. Ci hanno sostenuto per tutta la stagione ed aver portato 32mila persone allo stadio in occasione dell’ultima partita col Brescia è un motivo di orgoglio, di soddisfazione e di responsabilità. Significa che questa piazza e questi tifosi meritano quello che cercano di chiedere. Noi abbiamo il dovere di portarli dove loro vogliono e quindi è ancor maggiore la responsabilità che ci sentiamo addosso”.

“Al 45′ del primo tempo con il Brescia eravamo settimi – ha sottolineato Gardini -. Se la Reggina non avesse segnato saremmo arrivati ottavi – ha sottolineato Gardini. Avremmo centrato l’ulteriore step che potevamo raggiungere ma con i se e con i ma non si arriva da nessuna parte. Dobbiamo considerare come si arriva a certi risultati e questi si ottengono attraverso metodo e programmazione e cercare di migliorare giorno per giorno il lavoro che si va a costruire. Quindi da questo punto di vista non possiamo che essere soddisfatti in considerazione del fatto che vincere è un obiettivo che abbiamo”.

OBIETTIVI PER LA PROSSIMA STAGIONE

Lo sguardo va quindi al futuro. Gardini punta a crescere, anche se attraverso la programmazione e le best practice manageriali. “Attraverso investimenti strategici nella parte sportiva e nelle strutture non possiamo pensare di far relegare il ruolo del Palermo a non protagonista. Il Palermo deve essere protagonista nel calcio italiano. E questo passa attraverso la programmazione o quello che ne consegue. La storia del City ce lo insegna. E’ già accaduto con realtà come New York, Melbourne o Montevideo”.

Il dirigente però ci tiene a fissare un obiettivo preciso. “Il prossimo anno dobbiamo alzare il livello per forza di cose. Dobbiamo essere competitivi per la promozione in serie A. Non ci vogliamo nascondere ma non vogliamo essere presuntuosi o promettere una cosa che non siamo in grado di garantire”.

Annata dalla quale si ripartirà dal tecnico Eugenio Corini. “E’ una persona seria ed è un grandissimo lavoratore, lui ed il suo staff. Lo abbiamo scelto dopo un’attenta analisi anche in considerazione del fatto che è stato il capitano di questa squadra nel periodo più fulgido della storia del Palermo e quindi ben consapevole di quelle che erano le responsabilità e le pressioni in cui sarebbe incorso allenando il Palermo. Ma la sua personalità, che in campo dimostrava e che ha portato ad essere uno dei centrocampisti più apprezzati, ha dimostrato anche quest’anno di averla come allenatore mantenendo la barra dritta nei momenti di difficoltà, non scoraggiandosi dopo il periodo di difficoltà all’inizio, accettando una sfida così gravosa di responsabilità allenando una squadra come il Palermo”.