Svizzera, senza Gino non è ciclismo. Vince Evenepoel

di Valentino Sucato

 

Come descrivere una corsa che non è stata corsa? Come parlare di ciclismo quando ancora il tempo non ha pulito l’ultima goccia di sangue presente in quel maledetto burrone dove la vita di un 26enne si è vaporizzata dopo un volo terminato con uno schianto a 100 km/h? Con l’ultima immagine di Gino Mäder stampata negli occhi, tutti i ciclisti del Tour de Suisse (tranne la sua squadra, la Bahrein Victorious, e la Tudor che si sono ritirate dalla corsa) sono partiti per la penultima tappa, la Tübach-Weinfelden di 183.5km letteralmente stravolta per rispetto a Mäder. Gli organizzatori hanno cambiato tutto: i distacchi per la generale sono stati calcolati prima dell’ultima salita di giornata, a circa 25 km dal traguardo e poi con un vincitore di tappa sul traguardo finale ma solo per la statistica. Non c’è stata di fatto alcuna gara sino all’inizio dei 25 km finali che comunque non davano benefici per la classifica generale. Remco Evenepoel ai -17km dal traguardo va via in contropiede nessuno prova a rispondere e così si presenta in perfetta solitudine al traguardo e con la speciale dedica della vittoria a Gino Mäder. Secondo Wout Van Aert che ha battuto Coquard. Di conseguenza, immutata la Generale.

Skjelmose Jensen guida con 8″ di vantaggio su Gall, 18″ su Ayuso e 46″ su Evenepoel.

La cronometro di domani deciderà questo Giro di Svizzera: triste, amaro, dove ogni sorriso cela un velo di profonda tristezza. E di conseguenza il ciclismo senza gioia ed agonismo e con la morte nel cuore non è ciclismo. In tanto vorrebbero andare via ma c’è da mettere la firma sull’ultima formalità. Le lancette di domani per tanti o forse tutti non saranno che un terribile ultimo passo obbligatorio prima di lasciare queste strade.