Canzonieri sul futuro del ciclismo isolano, “Un Progetto Sicilia per stare al passo con il Nord”

di Fabio Bologna

Si è parlato tanto negli ultimi mesi del futuro del ciclismo italiano e dei problemi che attanagliano il ciclismo giovanile, con prospettive sempre meno rosee a causa della mancanza di sponsor e di una riforma dello sport che penalizza ulteriormente una disciplina dove emergere è di per se un’impresa.

Sentire il parere degli addetti ai lavori ci aiuta a capire le prospettive di un sistema che stenta a rinascere e che pone sempre più ai margini un meridione costantemente alla ricerca dei nuovi Nibali, Caruso e Visconti. Chi da anni dedica il proprio tempo ed impegno nella crescita dei giovani e nella scoperta di talenti è sicuramente Angelo Canzonieri 

Angelo Canzonieri

Angelo Canzonieri ai tempi della Saeco

Una vita per il ciclismo

Ragusano di 59 anni, Angelo Canzonieri è stato un gregario di lusso che ha macinato chilometri su strada come professionista dal 1986 al 1998. Con una propensione per le gare in linea, ha corso insieme ai più grandi del ciclismo degli ultimi 40 anni, da Marco Pantani a Mario Cipollini, togliendosi anche la soddisfazione di tre vittorie e diversi podi, nonchè una storica fuga, a 33 km dall’arrivo, che aprì la strada a Gianni Bugno per la vittoria della Milano Sanremo del 1990.

Angelo si parla tanto di futuro e dei giovani, ma come sono cambiati i ragazzi rispetto ai tuoi tempi ?

“Rispetto ai miei inizi i ragazzi sono cambiati molto. Ai miei tempi si andava a sensazioni perché non esistevano tutti gli strumenti che hanno oggi a disposizione. Sicuramente è importante potersi testare scientificamente ma spesso si esagera. Il livello si è alzato tantissimo, perché ci si allena quasi copiando i professionisti ed anche la cura nell’alimentazione è cambiata. Oggi vedo ragazzini a 13 anni che si allenano da soli con tabelle e misuratori di potenza, facendo cose che in gruppo non potrebbero fare. Io credo però che fino a quando non si passa juniores i ragazzi dovrebbero prima di tutto divertirsi, andando a sensazioni e provando le volate con gli amici”. 

La Sicilia soffre il cambio generazionale

Quest’anno il numero dei tesserati in Sicilia nella categoria juniores sono stati di poco superiore ai 20. Una situazione che non lascia ben sperare per il futuro imminente a causa di un cambio generazionale che non c’è stato.

Angelo quale è la situazione del ciclismo giovanile su strada oggi in Sicilia ?

“La situazione non è delle migliori. In Sicilia gli juniores sono pochissimi a causa di un cambio generazionale che non c’è stato. Già nelle gare riservate ad esordienti e allievi partono in pochissimi, a testimonianza del fatto che il settore giovanile sta soffrendo parecchio. Per essere competitivi ed al passo con i ragazzi che corrono nel nord Italia bisogna confrontarsi in gare di un certo tipo, che qui da noi mancano perché i numeri sono bassi”.

Il gap con il nord c’è sempre, bisogna tornare al “Progetto Sicilia”

Le distanze, la mancanza di aziende forti che supportino le società e la carenza di impianti (in Sicilia attualmente l’unico velodromo efficiente si trova a Noto), rappresentano un problema atavico della nostra regione che c’è sempre stato e che probabilmente ci sarà sempre, che aumenta ancora di più il dislivello tra squadre del nord rispetto a quelle meridionali.

Quale può essere un rimedio alternativo per rimanere al passo delle società del nord?

“Le differenze ci sono sempre state, anche ai miei tempi era così. La distanza sicuramente è la prima cosa che ci penalizza sotto diversi aspetti. Per una squadra siciliana affrontare una trasferta diventa molto impegnativo dal punto di vista economico, di conseguenza si tende a correre solo in Sicilia e quando si va su si prendono sberle. Bisogna tornare sul Progetto Sicilia. Fare in modo che i ragazzi più talentuosi possano essere inseriti in un gruppo che faccia più trasferte possibili. Un altro aiuto potrebbe arrivare dalle scuole di ciclismo di MTB. Si parla sempre più di multidisciplina, concetto che io condivido in pieno. Ci sono tanti Giovanissimi che praticano MTB, perché non avviarli anche al ciclismo su strada? Ne gioveremmo in termini di risultati sia nelle gare su strada che in fuoristrada”.

Daniel Bartolotta l’ultimo suo pupillo

Dagli esordienti agli allievi, Angelo Canzonieri ha puntato molto, negli ultimi tre  anni, su Daniel Bartolotta.

Come sta crescendo Daniel Bartolotta?

Daniel sta crescendo bene, pian piano e a piccoli passi. Sto cercando di preservarlo senza pressarlo troppo. Lui si allena a  sensazioni e voglio che continui così almeno nella categoria Allievi, poi quando passerà juniores allora inizieremo con i test e con le tabelle di allenamento. Ma è un giovane molto forte e promettente che già ha collezionato tante vittorie nella sua categoria”.

Angelo Canzonieri

Portare a tre gli anni tra gli Juniores

Si parla tanto di cambiamento nel ciclismo. Si cerca di stare al passo con le altre nazioni che apportando modifiche di ogni tipo con la speranza di azzeccare la mossa giusta. Tante parole, tante ipotesi allo studio di FCI che nel tempo hanno prodotto però poco, se non tanta confusione. Tra le ultime novità, che potrebbero trovare spazio e anche consenso tra gli addetti ai lavori, c’è la possibilità di portare a tre gli anni di militanza nella categoria juniores, che ormai rappresenta di fatto il trampolino di lancio per il professionismo, a discapito della categoria U23 ormai attaccata alla bombola dell’ossigeno.

Angelo che ne pensi di un terzo anno tra gli Juniores?

“Sono assolutamente d’accordo! La categoria Under 23 ormai sta morendo perché le squadre Professional e Continental attingono sempre più dagli juniores. Questo negli ultimi anni ha causato non pochi problemi. Spesso i ragazzi non sono ancora maturi e quando arrivano tra i professionisti, in particolare nelle Continental, non sono ancora pronti e rischiano di bruciarsi. In più le Continental partecipano anche alle gare regionali, naturalmente vincendo tutto e danneggiando ulteriormente la società che partecipano alle gare riservate agli Under 23 senza portare vittorie a casa. Un anno in più nella categoria permetterebbe di farsi trovare pronti”.

Fammi qualche nome di ragazzi siciliani secondo te promettenti

Mi piace molto Andrea Bruno, che sta facendo la sua esperienza in Toscana negli U23. È un ragazzo serio che può fare molto bene. Tra i più giovani, negli Allievi, anche Giuseppe Bruno. Lui corre forte sia in MTB, dove ha vinto molto, che nelle gare su strada. Tra gli Juniores sicuramente Luca Brancato che quest’anno è andato veramente forte e ha fatto un Giro della Lunigiana ad altissimi livelli”.