Bossone, il campione di nuoto si laurea e si ritira “Lascio arrabbiato”

di Simone Milioti

Mario Bossone, trapanese classe 2001, ha nuotato per 15 anni consecutivi. Prime gare da Esordiente B primo anno nel 2011, ma il suo rapporto col nuoto svela era iniziato già tre anni prima dal settore propaganda. Muove i primi passi nella società Aquagym di Trapani e proseguirà, dalla stagione 2015/2016 in poi sempre con la sua storica allenatrice Stella Di Gesù, alla Mimmo Ferrito.
In questi anni tanti ori, tanti record regionali, tante soddisfazioni anche a livello nazionale dove è quasi sempre uno dei protagonisti siciliani qualificati e soprattutto la convocazione con la Nazionale agli Europei Juniores di Kazan nel 2019.
La rana è lo stile in cui eccelle, i 200 misti la sua gara preferita. Negli ultimi anni le difficoltà di allenarsi nella sua città, il percorso di studi che si chiude con la laurea triennale a Trapani in Scienze Motorie fino alla scelta di pensare concretamente al suo futuro lasciando uno sport in cui anche i professionisti non diventano ricchi e in condizioni, che ci conferma, in Sicilia non sono ottimali.

Un giovane Mario Bossone nei primi anni dell’attività agonistica

Questa stagione è cominciata con il campionato regionale assoluto e i campionati italiani open, lei non c’era e ci è mancato. Ma a lei è mancato il nuoto?
“Onestamente non mi è mancato. Ho fatto questa scelta e ne sono pienamente convinto. Dopo quindici anni ho voluto staccare da questo mondo. Al momento sono al 100% convinto della mia scelta e sto bene così”.
Allenarsi dopo il Covid e con i problemi a Trapani credo abbia influito sulla sua scelta. Quando matura l’idea di ritirarsi?
“In realtà l’idea di lasciare è nata dopo, però certo non sono stati anni facili. Non eravamo felici di andare da Trapani ad Alcamo per allenarci, spostamenti di un’ora all’andata e un’ora al ritorno, era dura da gestire mentalmente e fisicamente. A Trapani non ci hanno completamente aiutato, la piscina è stata riaperta dopo tanti mesi. Comunque la mia scelta è arrivata ancora dopo, alle regionali di Messina (luglio 2023, ndr) ero ancora indeciso”.
Qual è stato il momento più alto della sua carriera e i ricordi più belli che ha connessi al nuoto? E quale invece il periodo più difficile da superare?
“Il più alto è stato la semifinale agli Europei Juniores nei 100 rana, ma ci sono state anche le finali A agli Assoluti italiani nei 200 misti, poi mi divertivo tanto a fare le staffette con la squadra. Questi sono sicuramente i migliori momenti che ho vissuto. Di contro questi ultimi anni sono stati abbastanza difficili, quelli delle chiusure causa Covid”.
È diventato un punto di riferimento e ancora di più è riuscito a coniugare sport e studio. Che consiglio sente di dare a chi è più giovane?
“Se dovessi dare un consiglio alle generazioni future dico: fate nuoto finché vi diverte e c’è passione e volontà di farlo, quando arriva l’età in cui bisogna fare scelte sappiate scegliere. Può essere lo studio quando capisci che non riesci a sfondare nel nuoto e so che non è semplice. Qui non abbiamo strutture per fare sport a livello avanzato, quindi prima o poi bisogna fare questa scelta”.
Alcuni scelgono di andare fuori, lei non ci ha mai fatto un pensiero?
“Si ma per motivi personali e le possibilità che non avevo alla fine non sono andato. Significava cambiare completamente stile di vita, andare a vivere solo, dovermi sobbarcare un affitto. Si, ci ho pensato, e se ci fosse stata una squadra, quella secondo me giusta e buona per me, disposta a venirmi incontro penso l’avrei fatto”.

Mario Bossone nella stagione passata

Domanda scomoda, lei hai viaggiato spesso (Europei, campionati italiani, trofei nazionali): a livello di organizzazione e anche di federazione, nel venire incontro agli atleti, la Sicilia è indietro rispetto ad altre realtà?
“Siamo indietrissimo secondo me, ho viaggiato molto per trofei e posso dire che facciamo troppe poche gare. Una ogni uno o due mesi sono poche, al nord si gareggia quasi ogni settimana. Il livello da noi non è eccezionale, sia come concorrenza che proprio a livello organizzativo, penso ad un atleta che vuole provare più gare e non ne ha la possibilità. Anche andare fuori a fare le gare in trofei extra regione prevede un grosso impegno economico. Le strutture non sono adeguate secondo me e sono pochissime, a Palermo per esempio quasi non c’è la vasca da 50 metri, a Torino ho partecipato allo SwimTo in una strada ad appena duecento metri di distanza ci sono due piscine da 50 metri col pontone, a livello di strutture e organizzazione siamo anni luce indietro. A favore della Sicilia però c’è da dire che abbiamo una buona presenza di tecnici e i nostri hanno un’ottima preparazione”.
A questo proposito, dopo la laurea in Scienze Motorie, pensa di allenare? Che farà adesso?
“Al momento ho in mente di fare il professore di educazione fisica a scuola, non ho pensato di continuare in qualche modo il percorso sportivo. Sto continuando a studiare per la magistrale ma con un’università telematica”.
Nessuna possibilità che torni a nuotare dunque? Questo è anche l’anno olimpico, credo che almeno una volta avrà sognato l’Olimpiade.
“Ci ho pensato ma poi ci si scontra con la realtà siciliana. Voglio chiarire che me ne sono voluto andare io, per la situazione carente nella nostra regione e poi il nuoto non è seguito e non ci sono molti sponsor, i ricavi sono veramente zero e io arrivo a 22 anni che voglio avere la mia indipendenza. Non mi ha fatto piacere dover lasciare e direi che sono un po’ arrabbiato per le possibilità che non ho avuto. Se ci fosse stata l’opportunità di poter crescere ancora e magari guadagnare qualcosina avrei continuato volentieri”.