La parola ai tecnici, Angelo Savoca (Sicilia Nuoto) “Va bene essere buoni atleti e non campioni”

di Simone Milioti

Angelo Savoca è il tecnico della Sicilia Nuoto e padre di Andrea Savoca, che ha visto partire quest’estate alla volta dell’America. Per Angelo, che allena dai categoria Ragazzi in su nell’impianto Nesima di Catania, il nuoto è vissuto seriamente ma non ossessivamente. In passato ha portato suo figlio alla medaglia d’oro ai Criteria e alla finale A dei campionati italiani, altre soddisfazioni in campo nazionale e regionale sono arrivate con Lorenzo Cucchiara e Salvatore Lanzafame. In questa stagione tra gli atleti Sicilia Nuoto sono già qualificati ai Criteria Nazionali Giovanili Giada Ferro, Daria Gulino e Lorenzo Cucchiara, con altri ci si sta lavorando per raggiungere l’obiettivo.
Da padre e da siciliano che conosce le (poche a volte) possibilità che la nostra terra offre Angelo consiglia a tutti di usare il nuoto come mezzo per un futuro migliore. Dopo infatti aver visto il figlio Andrea partire e un’altra atleta da lui allenata, Aurelia Barbagallo, ha lasciato la Sicilia anche un’altra suo atleta, Sofia Bellocchio e “altri già mi chiedono come fare” e probabilmente li seguiranno. Quella di Angelo segue alla chiacchierata fatta qualche settimana fa con Valerio Gippetto del Tc3 Palermo.

Il nuoto come mezzo nella visione di Angelo

Angelo inizierei questa chiacchierata proprio dal fatto che vede tanti tuoi atleti partire.
“Da padre capisco che in questo momento esistono difficoltà per continuare a studiare e se vuoi farlo bene ti sposti in centro e nord Italia. Considerando la spesa per mantenere i figli fuori credo che il pensiero dell’America vada fatto. Andrea avrebbe speso di meno a Natale tornando da lì piuttosto che da Milano. Poi va considerato che al college è tutto compreso e soprattutto hai la possibilità di lavorare. In Italia i genitori si devono sobbarcare affitto e quant’altro. Il consiglio che dò ai ragazzi è di approfondire l’inglese, avere una buona media scolastica e andare discretamente bene in piscina. Essere buoni atleti e non necessariamente campioni li può aiutare a costruirsi un futuro anche se in America, l’unico posto in cui il nuoto viene preso in considerazione. Da atleta prima e genitore poi conosco i sacrifici e le spese che si fanno e dopo aver speso tanto ed essere arrivato a certi livelli magari è giusto averne un ritorno. Un ritorno che comunque per altri versi c’è sempre in termini di aver imparato il concetto dello sport buono, di essere cresciuti in un ambiente sano e aver creato amicizie durature”.
Non sembra uno ossessionato dai risultati e dal cronometro.
“Nella mia esperienza personale iniziata da poco devo dire che con Andrea, prendo lui ad esempio, non abbiamo mai cercato i risultati. Tutto quello che è arrivato è venuto da solo. Abbiamo scoperto le cose piano piano, abbiamo esplorato un mondo non conosciuto e nonostante l’esperienza che puoi fare con ogni atleta avrai un modo diverso di rapportarti e dovrai sempre e comunque affrontare situazioni nuove non essendo tutti i ragazzi uguali. Non ci fissiamo con i tempi ma ci diamo obiettivi, è importante capire che dobbiamo rimanere in vasca pensando che ci dobbiamo divertire, quando non hai più il piacere ad entrare in vasca fare un allenamento pesante, che potrebbe portarti alla medaglia italiana, non riesci a svolgerlo. Penso a Mario Bossone che ha smesso quando forse si dovrebbe cominciare a nuotare”.

Come migliorare il nuoto siciliano

Ma c’è qualcosa che si può fare per andare in vasca divertendosi?
“In realtà credo sia importante avere gli stimoli giusti. Il nuoto è uno sport difficile, tante ore di allenamento anche in inverno col freddo e il buio fuori, se poi non arrivano i risultati la voglia di tornare in vasca non c’è. Bisogna trovare gli stimoli e io cerco di farlo con i ragazzi attraverso le trasferte fuori, cerchiamo di farne sempre almeno una invernale e un trofeo fuori in estate. Faccio scambi anche con altre squadre, una cosa per me essenziale, mi metto d’accordo con altri tecnici e ci ospitiamo a vicenda, i ragazzi e le famiglie si conoscono. Capisco che gareggiare sempre nelle stesse piscine e vedere le stesse facce non aiuti, io spesso spingo i miei atleti o invito altri a nuotare insieme in allenamento. Lo scorso anno Mario Bossone si è allenato per un po’ con Andrea da noi, Claudia Santonocito viene qui e si allena con Giada e Daria che provano a starle dietro nella rana, Daria è andata anche a Palermo”.
Ecco arriviamo ad uno dei tempi sempre di moda, si potrebbe fare di più o le risorse sono limitate in Sicilia?
“Credo che il nuoto adesso in Sicilia non subisce un arresto, l’evoluzione c’è sempre e a periodi escono dei grandi atleti vedi Mario Bossone. Siamo una delle regioni più popolose d’Italia e con un numero elevato di nuotatori e abbiamo oggettivamente poco spazio. Personalmente penso si possa sempre fare di più ma bisogna vedere cosa hai a disposizione e in Sicilia attualmente come vasche ci sono poche strutture dove fare gare. Il Covid ha distrutto il nuoto e le vasche dove fare attività sono poche penso qui a Nesima, Paternò, che è diventata un po’ stretta specie per i propaganda, Messina e Siracusa magari per le gare estive. La situazione di Palermo, al momento non pervenuta, credo sia più una questione politica che colpa della federazione. Capisco quelli che si lamentano delle poche gare ma mi chiedo dove vorrebbero gareggiare? Bisogna considerare anche le altre attività federali: pallanuoto, nuoto sincronizzato, e noi non facciamo gare di tuffi. Ma sempre restando al nuoto bisogna dividersi tra propaganda, i master e gli agonisti. Posso assicurarti che noi allenatori, già da qualche settimana e fino ai campionati italiani, non avremo una domenica libera, ci si può sicuramente organizzare meglio ma il calendario è quello e soprattutto le strutture sono limitate. Non puoi neanche dire che so alla propaganda di non gareggiare perché loro sono la fucina e il futuro del nuoto. Restando alle strutture aggiungo che Andrea mi manda le foto di dove si allena, lui nuota in un impianto che sembra un nostro centro federale ma praticamente lì è così in ogni College”.
A livello di spazi forse no, ma a livello economico e di iniziative si può fare qualcosa?
“Organizzare le trasferte per noi in Sicilia è sempre una spesa importante, confrontandomi con altri tecnici di altre regioni possono organizzare un weekend fuori con molto meno. Alla Federazione potremmo chiedere di invogliare i nostri atleti che so permettendo la creazione di un Team Sicilia che possa fare dei trofei fuori ogni anno, selezionati in base ai tempi o in base ai titoli regionali, insomma l’importante è che abbiano lo stimolo di allenarsi sempre con un obiettivo diverso da raggiungere. Altra cosa importante potrebbe essere fare un collegiale di tanto in tanto, credo che la Federazione non rifiuti se chiedi la struttura per tempo in una domenica libera e magari una richiesta di pasti in modo che puoi allenarti sia la mattina che il pomeriggio, ma è un’iniziativa che va studiata per tempo e calendarizzata, sarebbe sicuramente un ottimo momento sia di allenamento che di aggregazione”.

Come si lavora alla Sicilia Nuoto

Riguardo proprio gli allenamenti alla Nesima rispetto ad altri dovreste passarvela meglio.
“Io ho una società che mi dà la possibilità di avere la piscina non h24 ma h20 si, alla Nesima abbiamo spazio, siamo lì dalle 5 di mattina, ad orari comunque buoni anche quando dividiamo la vasca con la pallanuoto. In questa settimana c’era la festa di Sant’Agata con le piscine chiuse mentre noi eravamo aperti. Io faccio il doppio nei giorni dispari, da dopo le 5 di mattina fino alle 7 e qualcosa, credo che questo aiuti chi vuole andare in America perché lì poi l’allenamento principale lo svolgono la mattina presto. Il pomeriggio dei giorni pari due ore circa, mentre un po’ di meno nei giorni dispari quando hanno già fatto il doppio. Nei dieci giorni delle vacanze di Natale facciamo doppio tutti i giorni, chiaramente tarato sulle possibilità di ogni atleta e ad orari più umani, ma sempre rispettando le nove ore di riposo tra un allenamento e l’altro. Il pontone ci permette anche di lavorare con 16 corsie in questa fase, a maggio lo sposteremo a 50 metri e continueremo a lavorare solo in vasca lunga. La struttura è coperta e anche se c’è lo svantaggio in quanto manca l’areazione e da giugno in poi le condizioni diventano difficili, in inverno è ottima perché ci evitiamo vento e pioggia. Ce ne fossero piscine così in Sicilia. Ho la possibilità di nuotare con un numero anche basso di atleti per vasca e preparo tre allenamenti per velocisti, fondisti e mististi”.
Tre tipologie di allenamento ma anche diversi a seconda degli obiettivi? Esempio chi va ai Nazionali e chi invece termina alle regionali?
“Della mia squadra chi ha il tempo degli italiani fa allenamenti differenti con carico di programmazione più lungo per arrivare in forma a quell’evento. Per coloro che ancora non l’hanno raggiunto arriveranno sicuramente più forte alle regionali e se lo faranno lì il tempo vedremo poi come arrivare ai Criteria. Sicuramente faremo uno scarico in vista della prossima prova tempi per cercare i tempi che mancano o qualificazioni in altre gare per chi li ha già. Mentre poi ai regionali chi dovrà fare le gare nazionali non sarà al 100%, bensì all’80% come sempre fatto da noi”.