Il pallone racconta…Palermo-Cittadella,solo tre partite al Barbera contro i veneti

di Valentino Sucato

Solo tre gare tra Palermo e Cittadella al Barbera con due vittorie per i rosa e una per i veneti. Il primo incontro nella stagione 2001/02: i rosa di mister Mutti si sbarazzarono dei veneti con il risultato di 3-1. Quarto reti in totale di cui tre su calcio di rigore. Andarono in rete Mascara con una doppietta e la seconda rete su rigore. Ghirardello sempre su rigore nei minuti finali accorcia le distanze. Ci pensa La Grotteria sempre dagli 11 metri a chiudere la contesa. Nella gara di ritorno grandi emozioni in Veneto. Finirà 2-2: a Mazzoleni risponde il rosa Bombardini. All’ 85′ un rigore di Ghirardello porta in vantaggio i padroni di casa. Ma al 94′ ci pensa Marco Aurelio a pareggiare la gara. A fine stagione i granata retrocederanno in C. La seconda gara all’ombra di Montepellegrino sorrise ancora al Palermo. Finirà 3-1 e fecero tutto i rosa: doppietta del difensore Munoz, poi l’autorete di Andjelkovic, gol della tranquillità di Abel Hernandez. Nella gara di ritorno il Palermo vinse 2-0 con rete di Pisano e ancora Hernandez. A fine campionato i rosa andranno in A con numeri da record con 86 punti, secondo posto per l’Empoli a distanza siderale (72 punti). La terza gara in viale del Fante è amarissima. Il Palermo di Tedino è letteralmente travolto dai granata di Venturato per 0-3 con le reti Kuoame, Strizzolo, Salvi. Al ritorno finirà 0-0.

Palermo – Cittadella vista da Giuseppe Misiano

Sabato alle 14:00, allo stadio Renzo Barbera il Palermo ospiterà il Cittadella. Per la prima volta in questo campionato la squadra rosanero affronterà una partita con la conclamata etichetta di scontro salvezza. E’ finito infatti il tempo delle illusioni. La pur buona campagna acquisti del Palermo, non ha avuto come auspicata conseguenza l’applicazione delle idee di Corini con gli interpreti da lui scelti. Il troppo poco il tempo a disposizione del tecnico bresciano per lavorare con il campionato in corso e, non ce ne voglia il buon Eugenio, qualche equivoco tattico hanno fatto si che il Palermo risultasse oggi parecchio attardato in classifica e con numeri preoccupanti sia in termini di gol segnati che subìti oltre a un corollario di varie situazioni che hanno visto alcuni degli effettivi non rendere per quanto ci si aspettava. Con il Pisa, nell’ultimo turno di campionato, giocato sempre tra le mura amiche, il Palermo ha sostanzialmente rinunciato a molti concetti di gioco che Corini aveva pensato per dare un ‘identità al Palermo in termini di personalità e comando del gioco, per ripiegare su più concreti obiettivi di sostanza, fisicità in mezzo al campo e più verticalizzazioni. Il nuovo corso è riuscito….a metà: da un lato Elia e Di Mariano hanno potuto attaccare gli spazi in campo aperto e sono stati entrambi più efficaci sia in termini di giocate che sotto l’aspetto realizzativo (addirittura doppietta per Elia). Mentre – a parti invertite – Brunori si è riciclato per l’occasione in assist-man avendo favorito una marcatura di entrambe le ali. In mezzo al campo la contamporanea presenza di Gomes e Broh ha fatto riporre il fioretto per brandire una più efficace sciabola. Le note dolenti son però arrivate dalla difesa che anche in questa occasione ha subito 3 gol (ed è la terza volta). In buona sostanza dunque ormai il dado è tratto. Da ora in avanti si giocherà con queste prospettive, quelle cioè di dover inseguire sempre l’avversario, aggredirlo per proporsi in avanti con veloci incursioni e al contempo guardarsi le spalle. Si giocherà con il piglio di chi lotta per salvarsi. Cambio di mentalità e sogni di gloria archiviati (almeno per ora). Con i veneti non sono previste ulteriori rivoluzioni sebbene uno tra Saric e Stulac potrebbe insidiare Gomes e Broh, fermo restando che uno dei due sarà sicuramente in campo per quanto prima spiegato. Bettella e proprio Broh saranno pienamente recuperati dopo gli acciacchi patìti in settimana e il solo Sala rimarrà pertanto in infermeria. Dall’altro lato il Cittadella non sta molto meglio del Palermo. I veneti, dopo l’era Venturato (che purtroppo non si è conclusa con la meritata promozione in A dopo anni di crescita continua) hanno un pò ridimensionato i loro obiettivi: non che da quelle parti abbiano storto il muso. Cittadella è una di quelle isole felici del calcio dove si può lavorare in tranquillità, pianificando con competenza e valorizzando molti giocatori che poi sono approdati in squadre più ambiziose (anche di A). Tra tanti possiamo citare i più recenti: Okwonko, Kouamé, Diaw, Moncini, Proia, ecc. Anche quest’anno il trend è uguale ma il neo allenatore Gorini (che è stato il secondo sia di Foscarini che di Venturato (i tecnici “storici” del “Citta” dall’ultima promozione in B) ha conosciuto qualche battuta d’arresto e oggi i granata hanno perso un pò di quel calcio spumeggiante che li ha caratterizzati nell’ultimo quinquennio. A Palermo verranno sicuramente per non perdere. Gorini ha qualche problema anche lui in difesa che non sembra proprio impermeabile sin dalla prima uscita con Pisa ad agosto e in Sicilia dovrà anche fare a meno degli squalificati Danzi e Branca, quest’ultimo il capitano dei granata fermato dal Giudice sportivo per l’ispiegabile eccesso (comportamento violento e altamente riprovevole) ai danni di un avversario a terra. Mediana da reinventare. Ci si aspetta l’usuale 4-3-1-2 molto compatto e con l’impostazione “a rombo” del suo centrocampo. Per quanto concerne le individualità, da segnalare Mirko Antonucci (quasi omonimo del più noto bomber del Bari) approdato in veneto a titolo definitivo dalla Roma e che a 22 anni attende la definitiva consacrazione essendosi fin qui disimpegnato egregiamente. E citiamo anche il portiere albanese Kastrati e la punta spagnola Asencio. Corini cercherà di vincere dopo il mezzo passo falso col Pisa, ma non sarà facile.