Ganna ed Evenepoel fuori dal Giro scelte dettate dal buon senso

di Alessandro Mansueto

La notizia del ritiro dal Giro d’Italia di Remco Evenepoel, causa positività alla covid, ha colto di sorpresa tutto il pubblico e il mondo del ciclismo. L’uscita di scena del campione del mondo e maglia rosa al giro, vincitore di due tappe su sette, compresa la seconda crono vinta nonostante i postumi della caduta di due giorni prima, crea grande scalpore.

Andiamo ai fatti: Il 1° aprile 2022 l’Italia dice addio allo stato di emergenza Covid con il conseguente e graduale allentamento di misure e regole restrittive. Via il green pass e il conseguente obbligo di copertura vaccinale, niente tampone per accedere a luoghi pubblici tranne in alcuni presidi ospedalieri (norma decaduta definitivamente il 30 aprile scorso).

L’edizione giro d’Italia 2023, rispetto al 2022 apre senza obblighi di mascherine, divieto di assembramenti e senza obbligo di tamponi, insomma il giro di quest’anno è all’insegna della “normalità”. Rimanendo sui fatti, alcuni team decidono di mantenere monitorati i propri atleti al fine di limitare i contagi Covid, scelta preventiva basata probabilmente sul concetto di tutela alla salute, comportando l’uscita di scena di due nomi eccellenti come Ganna e Evenepoel.

Il pubblico si divide su questa decisione non risparmiando critiche al team di Lefevere che mette, per propria scelta, fuori dai giochi il fenomeno belga. Pane per i denti dei più audaci complottisti: chi punta il dito sulla condizione fisica non all’altezza, chi pensa che il ritiro fosse programmato in preparazione Tour de France e chi ancora parla di poco rispetto per il giro e per il pubblico. I social in questo momento impazzano contro la credibilità dell’atleta, del club e del giro, insomma si parla di tutto ma poco di salute.

Come sta Remco? Sicuramente bene visto le ultime prestazioni, ed allora perché escluderlo, perché auto eliminarsi in un momento in cui ha dimostrato superiorità atletica, una struttura squadra non eccelsa ma accettabile?

Facciamo un passo indietro e torniamo ai fatti: nel 2020, la Federazione Medico Sportiva Italiana (FMSI) ha instituito nuovi protocolli d’idoneità sportiva per gli atleti che hanno contratto il virus. ATTENZIONE questo protocollo non è stato creato per limitare il contagio ma bensì per monitorare gli eventuali problemi che il virus potesse lasciare sulla salute degli atleti che praticano attività ad alto livello. Questa questione fu anche oggetto di parte della mia tesi di laurea:  “In questo delicato contesto, la visita medico-sportiva ha mantenuto, ed anzi potenziato, il fondamentale ruolo di strumento di screening e di prevenzione, vedendosi implementata di “aggiustamenti” atti a garantire la tutela degli atleti. A tale riguardo, la Federazione Medico Sportiva Italiana (FMSI), in qualità di Federazione Medica del CONI e unica Società Scientifica accreditata dal Ministero della Salute per la Medicina dello Sport, ha provveduto con tempestività a divulgare raccomandazioni per la ripresa di gare ed allenamenti. In aprile 2020 sono state fornite indicazioni sul protocollo da seguire per la valutazione medico-sportiva degli atleti professionisti e dilettanti con pregressa infezione da SARS-CoV-, al fine di studiare le possibili conseguenze dell’infezione sull’organismo ma anche gli effetti del decondizionamento secondario al periodo di convalescenza”.

I fatti dicono che un atleta che ha riscontrato il Covid ha l’obbligo di comunicarlo e mettere in atto le direttive della FMSI per la tutela della propria salute e mettere in atto i protocolli di screening.

Ma come starà Remco dopo?

La squadra lo tutela e il medico che è responsabile sulla salute, ancor prima del rendimento sportivo, mette in atto le regole ed il buon senso attivando una serie di scelte votate alla salute di un atleta impegnato ai massimi livelli.

Chiudo questo articolo rimanendo sui fatti: negli ultimi mesi i casi di malori negli atleti sono stati numerosi, le miocarditi e pleuriti diagnosticate sono numerose, a Colbrelli è andata bene ma altri non sono più qui, il Virus ha colpito quasi tutti e le evidenze scientifiche continuano ad aggiornarsi.

In conclusione personalmente condivido le scelte adottate dai Team in questione, che hanno scelto di agire a tutela della salute dei propri atleti, a discapito di bagarre e spettacolo o vittoria a tutti costi.