Oggi compie 90 anni lo Stadio di calcio del Palermo

di Ivan Bellanca

Non sarà “La Scala del Calcio”, come si usa ribattezzare il Meazza a Milano, ma lo Stadio di Palermo è un’istituzione che corre lungo quasi tutto il secolo scorso e che ha visto passare generazioni di campioni e di tifosi.

La mia personale esperienza allo stadio de “La Favorita” inizia il 21 maggio del 1978, 7 anni appena compiuti, in curva Sud per un infuocato Palermo-Ternana 2-1. Da allora, l’amore per il calcio e l’attrazione per questa arena cittadina. Il secondo anello era fantascienza e avrebbe visto la luce in occasione dei mondiali del ’90, anche in quel caso visti per un non certo memorabile Olanda-Egitto del girone di qualificazione. Ma per i palermitani furono abbaglianti luci della ribalta, la consacrazione internazionale. Poi l’epopea Zamparini, che fece sognare ma anche toccare con mano l’élite del calcio nazionale. Sull’erba spesso malconcia del Barbera, fior fiori di campioni che ancora oggi danno lustro alle più importanti realtà calcistiche europee.

Renzo Barbera. Dal 2002 lo stadio di calcio palermitano prende il suo nome

Una concezione oggi certamente non “moderna” dell’impianto, che in altre realtà più consolidate costituisce una non indifferente fonte di guadagno collaterale (merchandising, eventi secondari, ecc.) nella logica del massimo profitto ottenibile. Ma pur sempre un luogo di aggregazione popolare, occasione di condivisione familiare e simbolo di una voglia di riscatto perenne. E’ praticamente impossibile dividere il binomio Palermo Calcio / La Favorita. Dovremmo impegnarci nell’immaginare una sede diversa, almeno fino a quando la squadra non tornerà ad abitare i piani alti del calcio che conta.

Oggi pare quasi più grande delle sue reali ambizioni, il Renzo Barbera, che fu anche Littorio (il suo primo nome), poi Marrone, Favorita e per l’appunto dal 2002 l’intitolazione al sempre compianto imprenditore  che legò al Palermo e alla città la sua vita ed il suo amore per lo sport.