Francesco Nicosia: Dalla vittoria del circuito Openwater alla conquista dell’Ironmaster

di Annamaria Mangiacasale

Facciamo due chiacchiere con Francesco Nicosia (Poseidon Sporting Club Catania), ex finalista assoluto nei 200 dorso e 400 misti e grande protagonista oggi della scena master sia in acqua salata, dove è stato vincitore assoluto di categoria al suo debutto al grand prox sicilia openwater, sia in piscina, appena reduce dalla conclusione del circuito IronMaster.

A: Ti abbiamo lasciato esultante sul podio del Grand Prix Sicilia Openwater e ti ritroviamo, pochi mesi dopo, a festeggiare il conseguimento di un altro importante traguardo, stavolta in piscina: la vittoria del Circuito IronMaster. Era un obiettivo che ti ponevi da tempo o è nato così, in maniera estemporanea?

F: Tutto è iniziato l’anno scorso, durante un 400 SL che si collocava in un momento importante della mia carriera master, quello del cambio di categoria da M45 a M50. Sentivo la necessità di cambiare registro. A seguito di tutte le difficoltà provenienti dal COVID19, il mio fisico aveva bisogno di essere in qualche modo resettato. Il nuoto non è uno sport che si può improvvisare. Noi nuotatori siamo abituati ad una programmazione che si snoda su tempi abbastanza lunghi, anche se poi le gare che contano in un anno sono davvero poche. Per questo già dall’anno scorso ho voluto pormi da subito un obiettivo davanti, cambiando le mie metodiche di allenamento e abituando la mente alle distanze più lunghe. Le gare a mare mi sono state utili in questo senso. Inizialmente pensavo di cimentarmi solo con le distanze “SPRINT” … ma poi mi sono ritrovato a competere anche nella 10km, che mi è costata una notte completamente insonne, tanta era l’ansia!

A: Spesso capita che gli sportivi abbiano difficoltà nel trovare le motivazioni giuste per il conseguimento dei risultati prefissati. Sentendoti parlare sembra che tu non abbia di questi problemi, nonostante i traguardi a lungo termine.

F: Diciamo che ho sempre avuto degli ottimi motivatori durante tutto il percorso, gli amici in primis, ma anche tanti consigli da parte di allenatori di altre squadre. Ci sono stati anche motivatori “interni”, quelli che mi hanno quasi preso di forza per costringermi a fare queste gare nei momenti in cui mi sentivo stanco. Sono quelli che ringrazio maggiormente perché hanno creduto nelle mie potenzialità più di quanto facessi io. Poi ci sono gli amici che ho conosciuto durante le varie trasferte e altri che ho ritrovato a distanza di anni, come Corrado Sorrentino (Atlantide SSD), quando sono andato in Sardegna. So che mi ha dedicato un post su Facebook e lo ringrazio.

A: Oltre ai supporters, c’è stato qualche avversario in particolare che ti è stato utile in questo senso?

F: Sì. A livello nazionale il toscano Raffaele Lo Cocciolo (Nuoto Master Brescia asd). Con lui abbiamo una sfida aperta, almeno da parte mia lo è … spero che lui la voglia accettare: ai Campionati Italiani spero di affrontarlo: 5 anni fa per poco è riuscito ad arrivarmi davanti nei 200 dorso.

A: La tua stagione quindi finisce qui, con il conseguimento dell’ironmaster …

F: No, devo iniziare da subito a pensare ai Campionati Italiani; poi un po’ di riposo sarà d’obbligo: è un anno che non mi fermo. Un’apparizione all’openwater, conto di farla, ma con uno spirito più goliardico, se non altro per ritrovare tutti gli amici che ho conosciuto; poi penso già alla programmazione dell’anno prossimo: meno gare, ma più importanti, con la partecipazione ad alcune competizioni internazionali.

A: Oltre i 200 dorso, in quali altre specialità ti cimenterai ai Campionati Italiani di Riccione?

F: Sicuramente nei 100 dorso. A dire il vero non ho ancora scelto la terza gara.

A: Lanciamo un guanto di sfida?

F: Mi piacerebbe accettare una sfida nei 200 delfino. È una gara molto pesante, ma anche in questo le gare a mare mi sono state d’aiuto: se sono sopravvissuto a una 10km posso fare tutto! Da questo punto di vista è stato un percorso molto formativo e ringrazio sempre chi mi ha fatto conoscere questa disciplina, anche perché il mare mi ha fatto fare pace con il nuoto.

A: Motivazione a parte, hai riscontrato anche delle difficoltà tecniche e logistiche per poter riuscire a competere in tutte le gare che compongono l’ironmaster?

F: Decisamente sì. Ho dovuto affrontare tante trasferte, con tutto ciò che ne consegue: non ultimo, le spese. Una nota stonata di questo circuito è proprio il fatto che noi qui in Sicilia siamo penalizzati, sia perché per poterlo completare tante gare vanno cercate al di là dello Stretto, sia per come spesso vengono organizzate le giornate di gara ai vari meeting, con l’accorpamento di più gare in un’unica giornata. Mi è finita a Bologna per poter fare un 200 rana!

A: La scelta di Siracusa per completare il circuito Openwater è stata casuale?

F: No, ho voluto chiudere il cerchio così come era iniziato. Come ho accennato, ho iniziato qui l’anno scorso con un 400 stile libero e volevo si chiudesse alla stessa maniera.

A: L’anno scorso c’è stato l’openwater, quest’anno l’ironmaster. Cosa dobbiamo inventarci per l’anno prossimo?

F: L’anno prossimo voglio cimentarmi in gare internazionali, come gli Europei. Durante l’anno parteciperò a meno competizioni, tutto sarà finalizzato alla costruzione delle specialità che deciderò di portare agli Europei.

A: Qualcuno in particolare che vuoi ringraziare?

F: Chi mi ha supportato e sopportato, perché non è stato facile gestirmi dovendo preparare 18 gare. Con il mio allenatore Davide Ventura abbiamo studiato ogni gara, adeguando di volta in volta i programmi di allenamento. Il Mister mi è stato vicino in queste mie esigenze, affidandosi – da ex compagno di squadra – anche alla mia esperienza nella gestione di determinati aspetti.

Ringrazio ovviamente la mia società (Poseidon Sporting Club) e il suo Presidente, Davide Arena, che è stato sempre presente, i compagni di squadra, anche quelli delle altre squadre che in qualche modo sono stati partecipi del mio obiettivo. Infine la mia famiglia, mia moglie e le mie figlie che mi hanno sostenuto fin dall’inizio e non mi hanno fatto pesare il fatto di aver dovuto “rubare” loro qualche weekend.