Euro 2032, Palermo rimane ancora in panchina, Abodi “Farà parte del progetto” (FOTO)

di Pietro Minardi

Palermo farà parte del progetto di Euro 2032 anche se, al momento, è da eslcudere che il capoluogo siciliano ospiti partite. Così Andrea Abodi, ministro dello Sport, arrivato in città in visita ufficiale per verificare lo stato degli impianti sportivi. Presente al sopralluogo anche il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, l’assessore allo Sport Sabrina Figuccia e il dirigente del Coime Francesco Teriaca.

La visita del ministro Abodi a Palermo

Fra le prime tappe del ministro in città vi è la visita all’impianto del Velodromo. Struttura sulla quale l’Amministrazione ha realizzato alcuni interventi di manutenzione. Fra questi, quelli condotti sul campo, sul quale è stato posato un nuovo prato in erba sintetica. A seguire, il titolare del dicastero allo Sport ha visitato il campo Malvagno, lo stadio Renzo Barbera (dove ha incontrato il presidente Dario Mirri) e il Pallone di viale del Fante. Impianto che, nelle intenzioni dell’Amministrazione, dovrebbe ospitare la futura piscina comunale provvisoria.

Lo stadio Renzo Barbera fuori da Euro 2032

Tema centrale del confronto con i giornalisti ha riguardato l’esclusione dello stadio Renzo Barbera dagli impianti che ospiteranno partite dell’Europeo 2032. Ciò qualora l’Italia vincesse il duello con la Turchia. Uno smacco per il capoluogo siciliano che Andrea Abodi non ritiene però definitivo.

Palermo è già in gioco per gli Europei 2032. Anche la costituzione del comitato prevede non a caso 10 stadi più uno, che è quello di Palermo che avrà lo stesso trattamento in termini di misure. Non verranno a giocare partite a Palermo ma credo che la cosa più importante sia quella di migliorare il Barbera. Ma ci possono essere delle novità perché il format potrebbe cambiare e passare la formula da 24 a 32 squadre. E quindi potrebbe servire uno stadio in più o venir meno la disponibilità di un impianto per varie ragioni. Importante avere il Barbera pronto grazie a questi interventi. Ma potrebbe esserci anche una candidatura non solo italiana e potrebbero diminuire le sedi previste. Abbiamo dovuto scegliere 10 città”.

Il confronto con altri impianti

“Abbiamo fatto una dolorosa decisione perché c’erano progetti avviati – ha proseguito -. Ma non è un caso di aver riconosciuto a Palermo di rientrare nel novero degli impianti che verranno sostenuti con le misure finanziarie. Alcuni stadi sono messi megli, altri vivono una situazione simile rispetto al Renzo Barbera. Mi riferisco agli impianti di Bologna e Cagliari. Il primo deve essere migliorato significativamente, l’altro è stato abbattuto ed è in corso di ricostruzione. Ma entrambe le strutture sono ad un livello più avanzato. Sono messi meglio sotto il profilo burocratico ed è stato decisivo per la candidatura alla UEFA”.