Il ciclismo su strada è cresciuto tanto in Sicilia,ma soltanto quello amatoriale

di Fabio Bologna

Il ciclismo in Sicilia ha dismesso i panni di Cenerentola dello sport siciliano e si sta prendendo lo spazio e la visibilità che merita. Tutto è sempre migliorabile e perfettibile, ma ci sono dati inconfutabili che dimostrano che nella nostra regione tutte le settimane ci sono mediamente 5/6 gare ciclistiche, tra strada e  MTB, che si prendono la scena delle province siciliane. Tra le gare riservate ai Master e quelle del settore agonistico di Federciclismo Sicilia, si potrebbe azzardare una stima di oltre 700 tesserati, tra affiliati agli EPS e FCI, che si contendono i podi su circuiti e campi gara. A questi si aggiungono i cicloturisti, che godono di un calendario dedicato alle Randonnée di tutto rispetto. È un movimento cresciuto non soltanto nei numeri, ma soprattutto nella qualità delle manifestazioni, merito degli organizzatori che sono sempre più attenti ad allineare le proprie manifestazioni sportive a criteri organizzativi che prendono spunto da quelle più blasonate del panorama Nazionale. Ecco allora, nell’ultimo anno soprattutto, esplodere il fenomeno Granfondo su strada, specialità che si è presa la scena con diverse manifestazioni di qualità capaci di richiamare oltre 300 partenti a volta  ripianando il Gap con i circuiti del fuoristrada siciliano, fiore all’occhiello di Federciclismo Sicilia ormai da diversi anni.

Il movimento amatoriale su strada in forte crescita

Eventi come la Granfondo Giro dell’Etna, la Granfondo Città di Ragusa, o come la Granfondo dei Nebrodi hanno saputo coniugare qualità organizzativa a scenari mozzafiato che soltanto la nostra regione sa regalare. Una “dura” competizione tra enti di promozione sportiva, ha generato una “produttiva” e positiva ricaduta in termini di numeri, qualità e diversificazione degli eventi. Una comunicazione adeguata ha fatto da faro ad un movimento che si era spento. Tanto merito, permettete di ostentarlo, va sicuramente a Sport Web Sicilia che si è prodigato in questi tre anni a trattare la materia Ciclismo con le giuste attenzioni che questa splendida disciplina merita. Attenzione e visibilità nei confronti di una categoria, quella degli amatori, che cresce in tutte le discipline. L’ultimo studio dedicato dall’ ISTAT indica che oltre il 50% dei praticanti sport ha un’età compresa tra 40 e i 45 anni.

Il settore giovanile soffre il mancato ricambio dei vivai 

Dalle note positive delle categorie Master a quelle negative del settore giovanile, che tradotto significa il futuro del ciclismo siciliano. Probabilmente paghiamo oggi lo scotto due anni di pandemia che hanno segnato profondamente lo sport nazionale in tutte le discipline. Oltre il 50% dei ragazzi che praticavano sport agonistico hanno abbandonato lasciando un vuoto generazionale, soprattutto nelle categorie Jrs. Un ciclismo nazionale, da anni in forte crisi nel settore professionistico, che dovrà fare i conti anche con un vivaio sfoltito e società che arrancano per portare avanti una stagione. In Sicilia le problematiche, come la storia da sempre ci insegna, vengono amplificate da costi di gestione eccessivi, legate alla distanza delle trasferte nazionali e alla carenza di sponsor che vogliano investire le giuste somme nel ciclismo.

Il futuro è grigio ma non buio

Se la crisi del settore giovanile c’è ed è evidente, non mancano sicuramente alcune note positive. A compensare ad un vivaio carente e da ricostruire ci stanno pensando le tante scuole di ciclismo (oltre 20) che sono nate in Sicilia negli ultimi anni, ed alcune di loro (NonsoloBike e Agrigento Racing Team) rappresentano eccellenze nazionali, a testimonianza della qualità e della competenza che nelle nostra regione sappiamo mettere in campo. Ci vorrà del tempo ma la strada del proselitismo tra i più piccoli ed i progetti nelle scuole, grazie agli accordi con il MIUR, sembra l’unica percorribile ed è quello che in questi anni si sta portando avanti.